Utente:Bernardo T/Sandbox

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Metamonolite 3,14

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Metamonolite 3,14
AutoreAnonimo
Data2007
MaterialePeperino grigio
Dimensioni150×100×130 cm
UbicazioneSP25, Vallerano

Metamonolite 3,14 è una scultura in pietra, del 2007, in una rotatoria che divide i Comuni di Canepina e Vallerano nella Provincia di Viterbo.

La scultura viene istallata a decoro della rotatoria costruita come alternativa di un incrocio a quattro vie alla fine del 2007. La commitaneza del'opera non è stata resa pubblica così come vuole restare anonimo l'artista che per sua espressa volontà non ha voluto inaugurare mai ufficialmente la scultura che è stata semplicemente poggiata sul terreno. Non sono presenti targhe commemorative o illustrative.

Descrizione ed esegesi

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L'autore dirà: «ho pensato che si potrebbe interpretare il sogno onirico di una morfologia tanto inattesa quanto quotidiana, di conciliare una incognita ineludibile con l'ordinarietà del sempre vissuto». L’opera è nella sua apparenza fisica elementare: è un parallelepipedo in cui il lato rivolto a Nord viene inclinato elegantemente verso l’interno. L’aspetto è rude seppure le facce sia precisamente intagliate con finiture, superficiali realizzate a macchina, sono calibrate per rispondere al cambiare della posizione solare con variazioni cromatiche.

Il brutale utilizzo di un blocco di peperino delle dimensioni di 1300 x 1000 x 1500 mm è stato scelto per evidenziare l’ancestralità della materia a suscitare rimandi visivi di molte culture antiche: dalle simbologie fallico-apotropaiche degli obelischi egizi alle statue megacefalitiche moai prodotte dalla civiltà Rongorongo delle isole Rapa Nui, senza dimenticare i menhir neolitici che probabilmente sono il riferimento più immediato, ma non si può nemmeno fare a meno di segnalare il parallelo con la Pietra Nera per la quale i pellegrini di religione mussulmana, devono pregare percorrendo sette circonferenze attorno al betilo. Il perfetto allineamento con le direzioni cardinali quindi non deve stupire, anzi, diventano la logica più semplice con la quale è stata collocata “Metamonolite 3,14”, mentre l’inclinata che caratterizza la faccia settentrionale seve appunto a individuare il nord.

Come ogni messaggio estetico a fare la differenza sono sicuramente le stratificazioni dei significati. Nella fattispecie alle già accennate citazioni storicistiche servendosi del contesto, l'autrice vuole indagare il tema del viaggio. L’opera può essere infatti intesa come quelle pietre miliari o quelle insegne totemiche che segnano le direzioni dei percorsi e identificano l’appartenenza di questi ultimi. Si potrebbe parlare quindi di una forma di street-art fusa con una certa corrente di land-art che fa della qualità infima del tessuto urbano industriale il vero contrappunto a un elemento d’arte raffinato.

Eppure non si può certo escludere quella tendenza a trasformare poeticamente una aiuola, come se ne vedono tante al centro delle rotatorie, in un giardino zen nel quale partecipa quasi inconsapevolmente anche il fusto del palo di illuminazione a determinare un rapporto orbitale duale nello spazio a fondo d’erba pettinato dal vento o dalla falce del giardiniere.

Sebbene “Metamonolite 3,14” sia di straordinaria levatura e sia stata installata ormai 10 anni fa, questa opera non viene notata da chi percorre quelle strade quotidianamente. Ancora l'autore riguardo all'accoglienza per la sua opera: «Il fatto che l’opera passi inosservata non mi offende, al contrario, se avessi voluto renderla visibile l’avrei dipinta di rosso. Mi piace pensare che essa sia lì da sempre e la strada disturbata ma rispettosa di quella presenza, deviando, giri attorno magnificandola: un po’ come succedeva con il Colosseo quando ancora ci si poteva passare attorno con l’automobile».

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