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Il viaggio di Charles Daubeny in Apulia e Basilicata

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Charles Giles Bridle Daubeny, nato l'11 febbraio 1795 e morto il 12 dicembre 186, fu un chimico, botanico e geologo inglese. Daubeny nacque a Stratton vicino a Cirencester nel Gloucestershire, figlio del reverendo James Daubeny. Andò al Winchester College nel 1808 e nel 1810 fu eletto démyship al Magdalen College di Oxford. Dal 1815 al 1818 studiò medicina a Londra ed Edimburgo. Conseguì la laurea in medicina a Oxford ed fu membro del College of Physicians .

Viaggio in Apulia e Basilicata

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Partì da Napoli il 3 dicembre 1834 e, attraverso la strada che attraversava l'Apulia costruita durante il regno di Carlo V, arrivò a Porta Capuana. Percorse la campagna campana a partire da Nola, osservando le caratteristiche geografiche del suolo, costituito da tufo e calcare, osservando lungo la strada la fortezza di Monteforte e Montevergine, fino a giungere nella città di Avellino, da dove il giorno seguente ripartì e dopo aver lasciato la strada principale ed essersi addentrato nel territorio attraverso una strada tortuosa, arrivò a piedi a Frigento. Qui fu accolto nella casa di un certo don Martino e il giorno successivo ebbe modo di visitare i vicini laghi dell'Amsanctus, svolgendo analisi chimiche sulle acque, dalle quali riscontrò la presenza di acidio carbonico e idrogeno solforato. Osservò che da quelle acque e dalle rocce circostanti esalavano gas nocivi, che mentre secondo i cittadini del luogo ledevano alla loro salute e credevano uccidesse tutti gli esseri viventi che si fossero avvicinati alle sponde, egli dimostrò che erano talmente minimi che il corpo umano a lungo andare se ne era abituato ed egli stesso lo provò. Individuò questo come il luogo attraverso cui Virgilio fa passare la furia Aletto per scendere agli Inferi, dopo avere causato la lite fra Turno ed Enea, poichè la descrizione virgiliana corrisponde in maniera tale da non laciare alcun dubbio sulla sua identificazione. Nota che il lago Ansanto si trova in una posizione intermedia tra il vulcano attivo del Vesuvio e quello estinto del monte Vulture, anche se questo si rivelerà un errore ripetuto da più studiosi. Ripartendo da Frigento per il monte Vulture, passò per Ariano, arrivando a Bovino, e dopo aver percorso una vasta pianura, ad Ascoli. Da qui il 10 dicembre 1834 entrò in Basilicata percorrendo le sponde del fiume Ofanto: vide il pittoresco paesaggio della cittadina normanna di Melfi, analizzandone gli abitanti. La mattina dell'11 dicembre salì sul monte in compagnia di un uomo del posto, e dopo averne costeggiato la base, si addentrò nel bosco di Monticchio: vi descrive una fonte chiamata Acquasanta, nota per curare molte malattie, e ne analizzò le acque. Descrisse inoltre la fuoriuscita di anidride carbonica da una roccia vicina e che la presenza di travertino nelle circostanze ne indicava una presenza anche altrove. Parlò di quei luoghi dal carattere vulcanico e i resti della chiesa di Sant'Ippolito nei pressi dei laghi craterici, e inoltre il convento francescano dedicato a San Michele. Una copiosa nevicata costrinse la comitiva a non proseguire per la cima del monte e tornare a Melfi, e dopo aver ottenuto in prestito due muli per trainare la carrozza attraverso il fango, arrivò a Napoli quattro giorni dopo.

Lavori sull'argomento

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  • Narrative of an excursion to the lake Amsanctus and to mount Vultur in Apulia in 1834 (Oxford, 1835)

Note e riferimenti

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  • Una esecuzione al Lago Amsanctus e al monte Vulture in Apulia nel 1834, trad. it. di Carmela Di Mase, in Bollettino della Biblioteca Provinciale di Matera, n. 23-24, 1994, pp. 171-185
  • Viaggiatori in Basilicata (1777-1880), Giuseppe Settembrino e Michele Strazza, 2004, pp. 71-74