Cristallo: vetro trasparente incolore; le materie prime impiegate devono contenere la minor quantità possibile di ossidi coloranti.
Lattimo: vetro di colore bianco latte simile nell’aspetto alla porcellana caratterizzato dalla presenza di cristalli che riflettono la luce, determinandone, così, sia l’opacità che la caratteristica colorazione.
Opalino: vetro lattiginoso di vari colori, semitrasparente con colorazione cangiante a seconda dell’incidenza della luce.
Pulegoso: vetro trasparente semi-opaco con presenza di moltissime bollicine.
Trasparente colorato: base simile al vetro cristallo con inserimento di differenti ossidi metallici che danno la colorazione.
A canne: canne di vetro di vari colori disposte, prima della lavorazione, una accanto all’altra, poi saldate a caldo nel forno e quindi lavorate con la soffiatura; la lavorazione può comprendere anche un attorcigliamento e si dice a canne ritorte.
A filigrana: canne di vetro cristallo con nucleo di vetro lattimo disposte una accanto all’altra, saldate a caldo e lavorate come a canne ritorte. Con spessori di canne sottilissimi si ottiene la mezza filigrana. Con attorcigliamenti complessi si ottiene il reticello. Con canne di vetro cristallo e nucleo nero o colorato si ottiene la filigrana nera o colorata.
A zanfirico: canne di vetro cristallo alternate a canne con nucleo di fili bianchi o colorati già avvolti a spirale; disposte in segmenti uguali, adiacenti e paralleli si saldano e si lavorano come a canne.
Ad incalmo: si congiungono a caldo, lungo il bordo, due semisfere di vetro soffiato dello stesso diametro, ma di diverso colore.
Incamiciato: composizione di due strati di vetro sovrapposto, generalmente di colore diverso, poi lavorati insieme con la soffiatura. La stessa tecnica è usata per i vetri a fasce.
Costolato: modanature nel vetro massiccio ottenute durante la lavorazione a caldo; possono anche essere attorcigliate, costolato ritorto. Con modanature sottili si dice rigadin.
Vetro massiccio: con vari strumenti si plasma la pasta vitrea allo stato fluido, facendola uscire e rientrare nel forno per mantenerne la malleabilità e senza ricorrere alla soffiatura.
Vetro sommerso: vetro di grosso spessore che si ottiene sovrapponendo ripetutamente più strati di vetro cristallo e di vetro trasparente colorato, ricorda l’antico vetro romano.
Murrina: unione a caldo di canne policrome, accostate in modo che le loro sezioni formino un disegno. Lavorata e saldate in canna unica, si tagliano in sezione ottenendo rotelle decorate.
Avventurina: vetro soffiato con l’aggiunta progressiva di microcristalli di rame; l’imprevedibilità del risultato fa considerare il lavoro un’avventura.