La competizione, riservata alle finaliste della Coppa Italia e alle prime due classificate della Serie A, annoverò un'unica edizione a causa della sovrapposizione di date con le fasi finali della Coppa nazionale.[2] L'estemporaneità del "Picchi", pur a fronte di un'organizzazione ufficiale, alimentò un dibattito tra gli addetti ai lavori sull'effettiva valenza del torneo: a riprova, la stampa specializzata ne trattò come di un quadrangolare «post campionato» o «amichevole».[5]
Tra il 1988 e il 1999 verrà dedicata al libero livornese una nuova manifestazione, questa a carattere non ufficiale: il Memorial Armando Picchi.
La formula del "Picchi" prevedeva che, dopo un girone all'italiana con gare di sola andata, si giocasse la finale in gara unica a Roma tra la prima e la seconda classificata; era prevista anche una finale per il 3º posto da disputarsi, sempre nella capitale, tra le altre due squadre.
Il quadrangolare prevedeva la possibilità di due cambi liberi,[6] in contrasto col regolamento IFAB dell'epoca che permetteva una seconda sostituzione solo se effettuata nell'intervallo.
^abc Antonio Capotosto, Il trofeo Armando Picchi del 1971, su blog.guerinsportivo.it, 20 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2016).