Tre trattati tedeschi di alchimia

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Frontespizio dal Musaeum Hermeticum

«La singolarità più interessante di questi documenti, tuttavia, va cercata altrove. Tutti e tre fanno riferimento alla misteriosa fratellanza ermetica, la Rosacroce d'Oro»

Nel 1625 esce in Germania il Musaeum Hermeticum che riuniva una serie di scritti in latino tradotti dal tedesco.[1] Fra questi:

  • il Tractatus Aureus de Lapide Philosofico ab Anonymo vero tamen Lapidis Possessore Conscriptus
  • l'Aureum Secolum Redivivum Henrici Mathadani
  • e l'Hydrolitus Sophicus, seu Aquarium sapientum.

I tre trattati che troviamo tradotti da Paolo Lucarelli e che si intitolano rispettivamente: Trattato Aureo della Pietra Filosofale di anonimo; Aureo Secolo Redivivo di Henricus Madathanus (anagramma di Adrian von Mynsicht) e Idrolito Sofico o L'Acquario dei Saggi attribuito a un certo Johann Ambrosius Siebmacher, vengono attribuiti alla «Rosacroce d'Oro» (Golden und Rosenkreutz) che non va confusa con il cosiddetto movimento rosacruciano, movimento celeberrimo per i suoi due manifesti.[1] Questi tre libri di alchimia assumono particolare valore perché «si incomincia a perdere il laboratorio in favore dell'oratorio», vale a dire che inizia in essi quella tendenza deleteria che porterà il necessario spirito sperimentale a cedere il passo al solo spirito devozionale.[1]

  1. ^ a b c Paolo Lucarelli, prefazione a Tre trattati tedeschi di alchimia, pp. 7-29, trad. it. dal Musaeum Hermeticum, Roma, Mediterranee, 2004.

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