Tamoya

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Tamoya
T. ohboya, St Vincent (foto N. DeLoach)
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoRadiata
PhylumCnidaria
ClasseCubozoa
OrdineCarybdeida
FamigliaTamoyidae
Haeckel 1880
GenereTamoya
Mueller, 1859

Tamoya è un genere di cubomeduse nella famiglia Tamoyidae.

Il genere Tamoya è identificabile dalle facelle verticali, poste negli angoli interradiali delle pareti dello stomaco. Sono inoltre considerate Tamoyidae tutte le meduse Carybdeida con la nicchia dei ropali senza "corna" e con la ripiegatura superiore "aggrottata"[1]. Come le Tripedalia e le Carukia, queste meduse hanno i ropali con sei occhi [2]. I pedalia, le strutture dalla quale si diparte ogni tentacolo, sono lunghi e con forma arrotondata [2]. Oltre a queste caratteristiche comuni, le specie della famiglia Tamoyidae presentano notevoli diversità morfologiche [3].

Un tempo era inclusa fra le Tamoyidae anche la medusa chiamata "caridbea di Darwin", ma è ora descritta come Gerongia rifkinae Gershwin & Alderslade 2005 [4].

Distribuzione

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Le meduse della famiglia Tamoyidae sono presenti nell'oceano Atlantico (essenzialmente nell'Atlantico occidentale) e nel mar dei Caraibi. Vivono in acque tropicali o temperate, con uno stile di vita che si sviluppa principalmente nella zona neritica[1].

Molte meduse cubo pescate nel Indo-Pacifico sono state identificate come Tamoya, ma si tratta generalmente di un errore: nell'oceano Indiano e nel Pacifico sono presenti le meduse della famiglia Carukiidae. Questa comune confusione ha portato, ad esempio, a chiamare Tamoya virulenta in passato, la Morbakka virulenta del Giappone[1].

Secondo World Register of Marine Species [7], vi sono tre specie certe per il genere. La descrizione della T. bursaria è troppo vaga per permettere di identificare una specie nuova.

Il catalogo Integrated Taxonomic Information System, che non considera la famiglia Tamoyidae (Haeckel, 1880), di contro registra il genere Tamoya (Müller, 1859) e ne elenca due specie: T. gargantua e la T. haplonema[8].

  1. ^ a b c (EN) Bastian Bentlage, Paulyn Cartwright, Angel A. Yanagihara, Cheryl Lewis, Gemma S. Richards & Allen G. Collins, Evolution of box jellyfish (Cnidaria: Cubozoa), a group of highly toxic invertebrates, in Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, vol. 277, n. 1680, 2010, pp. 493–501, DOI:10.1098/rspb.2009.1707, PMC 2842657, PMID 19923131. URL consultato il 14 dicembre 2014.
  2. ^ a b (EN) Gershwin, L., Carybdea alata auct. and Manokia stiasnyi, reclassification to a new family with description of a new genus and two new species. (PDF), in Memoirs of the Queensland Museum, vol. 52, 2005, pp. 501–523. URL consultato il 25 settembre 2014.
  3. ^ (EN) Gershwin, L., Alderslade, P., A new genus and species of box jellyfish (Cubozoa: Carybdeida) from tropical Australian waters, in The Beagle, vol. 21, 2005, pp. 27–36.
  4. ^ (EN) M. Daly, et al., The phylum Cnidaria: A review of phylogenetic patterns and diversity 300 years after Linnaeus, in Zootaxa, vol. 1668, 2007, p. 152.
  5. ^ (EN) Uchida T., Revision of Japanese Cubomedusae (PDF), in Publ. of Seto Mar. Biol. Lab., vol. 17, 1970, p. 293. URL consultato il 12 novembre 2014.
  6. ^ (EN) Alfred G. Mayer, Medusae of the World, III, Harvard University, 1910, p. 513.
  7. ^ (EN) Collins, Allen G. (2014), Tamoya, in WoRMS (World Register of Marine Species).
  8. ^ (EN) ITIS Standard Report Page: Tamoya, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 6 ottobre 2014.
  • (EN) M. Daly, M.R. Brugler , P. Cartwright, A.G. Collins, M.N. Dawson, D.G. Fautin, S.C. France, C.S. McFadden, D.M. Opresko, E. Rodriquez, S.L. Romano, J.L. Stake, The phylum Cnidaria: A review of phylogenetic patterns and diversity 300 years after Linnaeus, in Zootaxa, vol. 1668, 2007, pp. 127-182.

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