Syconycteris hobbit

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Syconycteris hobbit
Immagine di Syconycteris hobbit mancante
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineLaurasiatheria
OrdineChiroptera
SottordineMegachiroptera
FamigliaPteropodidae
GenereSyconycteris
SpecieS. hobbit
Nomenclatura binomiale
Syconycteris hobbit
Ziegler, 1982
Areale

Syconycteris hobbit (Ziegler, 1982) è un pipistrello appartenente alla famiglia degli Pteropodidi, endemico della Nuova Guinea.[1][2]

Il termine specifico si riferisce al popolo hobbit inventato da Tolkien, caratterizzato come questa specie dall'insolita folta peluria presente sul dorso dei piedi.

Pipistrello di medio-piccole dimensioni con la lunghezza della testa e del corpo tra 59 e 75 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 44 e 52 mm e un peso fino a 20 g.[3]

La pelliccia è lunga, densa e lanosa. Le parti dorsali sono bruno-grigiastre scure, più scure sulla testa, la nuca e la parte superiore della schiena, mentre le parti ventrali e i fianchi sono più chiari. Il muso è lungo ed affusolato, gli occhi sono grandi. Le orecchie sono relativamente piccole e arrotondate, bruno-nerastre e con i margini ispessiti e più chiari. Il dorso dei piedi è ricoperto densamente di peli. È privo di coda, dell'uropatagio e del calcar.

Alimentazione

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Si nutre di nettare e polline.

Femmine catturate in gennaio, erano gravide o in allattamento.[4]

Distribuzione e habitat

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Questa specie è diffusa sulla catena centrale della Nuova Guinea.

Vive nelle foreste montane tra i 1.860 e i 2.700 metri di altitudine.

Conservazione

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La IUCN Red List, considerato l'areale ristretto a sole tre località e il continuo degrado del proprio habitat, classifica S. hobbit come specie vulnerabile (VU).[1]

  1. ^ a b c (EN) Helgen, K. & Bonaccorso, F. 2008, Syconycteris hobbit, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Syconycteris hobbit, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Bonaccorso, 1998.
  4. ^ Ziegler, 1982.

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