Il Super 10 2002-03 fu il 73º campionato nazionale italiano di rugby a 15 di prima divisione.
Si tenne dal 7 settembre 2002 al 31 maggio 2003 tra 10 squadre; per esigenze di sponsorizzazione fu noto come Findomestic Super 10.
Esso vide riproporsi in semifinale le stesse sfide del Super 10 precedente[1], ovvero Petrarca — Amat. & Calvisano[2][3] e Viadana — Benetton[1][2][3]; ma se, per il primo incontro, l'esito fu lo stesso di una stagione prima, con l'Amatori & Calvisano (vittorioso sia all'andata che al ritorno con un +24 complessivo di scarto) giungere alla sua terza finale consecutiva, i campioni uscenti del Viadana, dopo aver battuto Treviso all'andata per 28-26, subìrono un passivo di 15-40 al Monigo, con Franco Smith a marcare la prima meta e a seguire l'australianoBrendan Williams che ne mise a segno altre 4[3], il che permise ai trevigiani di imporsi sia sotto il profilo della differenza punti che nel criticato[4] conteggio mete, fino a quella stagione ancora determinante negli incontri a eliminazione diretta, e che la stagione precedente aveva favorito il Viadana.
La finale, disputatasi al Plebiscito di Padova, fu di fatto senza storia, con Calvisano che tenne fino a tutto il primo tempo, ma che nella ripresa, ridotto in 14 dopo una contestata espulsione di Griffen[5], subì Treviso, autore di quattro mete (con Palmer, due di Manuel Dallan e Parisse) e che si conquistò così il decimo scudetto, diventando il quarto club in ordine di tempo (dopo Amatori Milano, Petrarca e Rovigo) a vestire la Stella.
Nel dopopartita il presidente dell'Amat. & Calvisano, Alessandro Manzoni, già presidente dell'Amatori Milano, poi Milan, degli anni novanta, in segno di polemica con la decisione dell'arbitro romano Giulio De Santis di espellere Paul Griffen (reo, a detta del collaboratore di linea, di avere sputato verso il giudice di gara[5]), rassegnò le dimissioni da presidente del club[5].
Fu anche l'ultima uscita ufficiale della società con il nome Amatori & Calvisano: l'estate successiva, rispettando l'accordo intrapreso con la fusione societaria di cinque anni prima, essa restituì i diritti sportivi all'Amatori Milano, che si era ricostituito una stagione addietro sotto le insegne del Iride Cologno[6], e riprese il nome di Calvisano.
A retrocedere in serie A fu il Silea, società del trevigiano al suo esordio assoluto in prima divisione[1].