Palazzo Terzi-Martinengo

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Palazzo Terzi-Martinengo
Palazzo Terzi-Martinengo (al centro)
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàSalò
IndirizzoVia Trento 4, Barbarano
Coordinate45°36′47.45″N 10°32′44.23″E / 45.61318°N 10.54562°E45.61318; 10.54562
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
UsoResidenza privata
Piani3
Realizzazione
AppaltatoreSforza Pallavicino
Sforza Pallavicino in armi.

Il palazzo Terzi-Martinengo (ex Pallavicino) è uno storico edificio di Barbarano, frazione del comune di Salò, in Lombardia.

Descrizione e storia[modifica | modifica wikitesto]

Venne edificato come dimora fortificata nel 1556 per volere di Sforza Pallavicino, capitano generale della Serenissima e marchese di Cortemaggiore e Busseto. Affacciato direttamente sul lago di Garda e circondato da giardini, è costituito da quattro corpi di fabbrica e quello centrale si protende verso il lago. Nel palazzo furono ospitati Paolo Giordano I Orsini, duca di Bracciano e sua moglie Vittoria Accoramboni, in fuga da Roma.[1]

Sforza Pallavicino morì nel febbraio 1585 senza eredi e nel palazzo il 13 novembre dello stesso anno trovò la morte anche l'Orsini, forse avvelenato per mano di Francesco I de' Medici. Vittoria Accoromboni, erede del duca, fuggì a Padova dove venne assassinata il 22 dicembre 1585.

Il palazzo passò in eredità ad Alessandro Pallavicino di Zibello, adottato nel 1581 e ceduto a Camillo Martinengo dal 1640 al 1651[2] e accolse più volte il Granduca di Toscana Cosimo III de' Medici e la scrittrice Mary Wortley Montagu. Nell'Ottocento passò alla famiglia Terzi.

Durante la Repubblica Sociale Italiana ospitò i principali uffici.[3]

Un ponte in ferro che attraversa la strada statale collega il palazzo ad un giardino pensile sul lato opposto.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Palazzo Martinengo (ex Pallavicino), su gardatourism.it. URL consultato il 25 maggio 2021.
  2. ^ Barbarano di Salò, su enciclopediabresciana.it. URL consultato il 25 maggio 2021.
  3. ^ Lombardia: BS-CO, Istituto enciclopedico italiano, 2001, p. 182, ISBN 978-88-87983-13-5. URL consultato il 25 maggio 2021.
  4. ^ Touring club italiano, Lombardia: (esclusa Milano), Touring Editore, 1999, ISBN 978-88-365-1325-3. URL consultato il 25 maggio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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