NGC 3603

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NGC 3603
Regione H II
La Nebulosa NGC 3603
Scoperta
ScopritoreJohn Herschel
Data1834
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneCarena
Ascensione retta11h 15m 09.1s[1]
Declinazione-61° 16′ 17″[1]
Coordinate galattichel=291,6; b=,00,5[1]
Distanza25750 a.l.
(7900 pc)
Magnitudine apparente (V)9,1
Dimensione apparente (V)3'
Caratteristiche fisiche
TipoRegione H II
Galassia di appartenenzaVia Lattea
Caratteristiche rilevantiNebulosa ad emissione/riflessione
Altre designazioni
Gum 38/b; RCW 57b; BRAN 348B;
vdB-Ha 115;[1] Avedisova 2383
Mappa di localizzazione
NGC 3603
Categoria di regioni H II

NGC 3603 è una grande regione H II visibile nella costellazione della Carena.

Si individua ad ovest della grande Nebulosa della Carena, presso il bordo più occidentale del tratto luminoso della Via Lattea che caratterizza questa parte di cielo, l'Arco della Carena; fa parte del Braccio del Sagittario e può essere fotografato con relativa facilità attraverso un telescopio. Essendo un oggetto dalla declinazione fortemente australe, la sua osservazione è preclusa alla gran parte degli osservatori dell'emisfero boreale, mentre è ben osservabile dalle regioni dell'emisfero australe.

La nebulosa è visibile al telescopio come una piccola nebulosità con un colore tendente sul giallo, dovuto all'effetto dell'assorbimento stellare. Negli anni sessanta fu scoperto che si tratta di una sorgente ad alta temperatura di onde radio; quando fu noto il fenomeno degli starburst, si assimilò questo processo alla nebulosa: in effetti si tratta di una regione dove la formazione stellare è vigorosa. Al suo interno sono presenti molte stelle blu, nonché alcune nebulose oscure; l'astro catalogato come Sher 25, all'interno della nebulosa, è una stella prossima al punto in cui esploderà come supernova. NGC 3603 ospita anche importanti fenomeni di formazione stellare, testimoniati dalla presenza di otto maser conosciuti, di cui cinque ad acqua, due OH e uno al metanolo; sono inoltre presenti numerose sorgenti di radiazione infrarossa, alcune delle quali piuttosto appariscenti.[2][3] NGC 3603 fa parte di una nube molecolare gigante indicata come GMC 291.6-0.7, della quale costituisce la porzione ionizzata e luminosa.[4]

L'ammasso aperto associato alla nebulosa contiene diverse stelle di grande massa, fra le quali spiccano 14 componenti estremamente calde di classe O3 e tre massicce stelle di Wolf-Rayet.[5] La sua stella centrale è nota come HD 97950,[6] una stella estremamente massiccia; l'ammasso stesso costituisce una delle più alte concentrazioni di stelle di grande massa conosciute all'interno della Via Lattea,[7] ed è infatti un'importante fonte di radiazione ultravioletta, che ha disgregato e allontanato il gas circostante formando una grande bolla di vento stellare.[8]

  1. ^ a b c d Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 26 settembre 2010.
  2. ^ Frogel, J. A.; Persson, S. E.; Aaronson, M., Compact infrared sources associated with southern H II regions. II, in The Astrophysical Journal, vol. 213, maggio 1977, pp. 723-736, DOI:10.1086/155203. URL consultato il 26 settembre 2010.
  3. ^ Avedisova, V. S., A Catalog of Star-Forming Regions in the Galaxy, in Astronomy Reports, vol. 46, n. 3, marzo 2002, pp. 193-205, DOI:10.1134/1.1463097. URL consultato il 26 settembre 2010.
  4. ^ Georgelin, Y. M.; Russeil, D.; Amram, P.; Georgelin, Y. P.; Marcelin, M.; Parker, Q. A.; Viale, A., Deep Hα survey of the Milky Way. V. The l=289° to 295° area, in Astronomy and Astrophysics, vol. 357, maggio 2000, pp. 308-324. URL consultato il 26 settembre 2010.
  5. ^ Conti, Peter S.; Crowther, Paul A., MSX mid-infrared imaging of massive star birth environments - II. Giant HII regions, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 355, n. 3, dicembre 2004, pp. 899-917, DOI:10.1111/j.1365-2966.2004.08367.x. URL consultato il 26 settembre 2010.
  6. ^ KH Hofmann, G Weigelt, W Seggewise: "Resolution and evolution of the core of the giant HII region NGC 3603"(Symposium-International Astronomical Union, 1995) Copia archiviata (PDF), su mpifr-bonn.mpg.de. URL consultato il 7 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2011).
  7. ^ Drissen, L., Moffat, A.F.J., Walborn, N.R. and Shara, M.M. The dense galactic starburst NGC 3603. I. HST/FOS spectroscopy of individual stars in the core (Astronomical Journal v.110, p.2235)
  8. ^ Starburst Cluster Shows Celestial Fireworks - Hubblesite.org
  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.

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