NGC 2185

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NGC 2185
Nebulosa a riflessione
NGC 2185
Scoperta
ScopritoreWilliam Herschel
Data1784
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneUnicorno
Ascensione retta06h 10m 50s[1][2]
Declinazione-06° 12′ 01″[1][2]
Coordinate galattichel = 213,9; b = -11,8[3]
Distanza2700 a.l.
(830 pc)
Magnitudine apparente (V)9,18 (stella centrale)[3]
Dimensione apparente (V)5,0' x 5,0'[3]
Caratteristiche fisiche
TipoNebulosa a riflessione
Caratteristiche rilevantiparte di Monoceros R2
Altre designazioni
NGC 2183: Ced 69, LBN 993, GC 5359
NGC 2185: vdB 73, Ced 70, LBN 997, H IV-20,
h 383, GC 1375
Mappa di localizzazione
NGC 2185
Categoria di nebulose a riflessione

NGC 2185 è una nebulosa a riflessione visibile nella costellazione dell'Unicorno; costituisce un unico sistema nebuloso con NGC 2183.

Si individua a circa 1,5° ad ovest della stella γ Monocerotis, una gigante arancione di magnitudine 3,99 ben visibile anche ad occhio nudo; può essere osservata e fotografata attraverso un telescopio amatoriale di media potenza, in cui si mostra come un piccolo raggruppamento di nebulose apparentemente separate fra di loro e illuminate da alcune stelle di nona e decima magnitudine, al punto che la nube è stata catalogata come due oggetti separati: NGC 2185, la parte centro-orientale, e NGC 2183, la sezione nordoccidentale. La stella dominante, nonché la principale responsabile dell'illuminazione della sezione occidentale, è GSC 4795 829, una stella azzurra di classe spettrale B e di magnitudine 9,18; le stelle immerse nella sezione orientale (NGC 2185) sono meno appariscenti, ma anch'esse della medesima classe, fra le quali spicca BD-06 1440.[1][2] Tutte queste stelle conferiscono alla nube un colore marcatamente azzurrognolo e fanno parte dell'associazione Monoceros R2, un'associazione OB legata all'omonima nube molecolare, posta a circa 830 parsec (2700 anni luce).[4] Il centro di questa nube molecolare si trova circa 1,5° ad ovest, in coincidenza delle nebulose NGC 2170, vdB 68 e vdB 69.

La zona centrale della nube Monoceros R2 ospita dei fenomeni di formazione stellare, come è testimoniato dalla presenza di diverse protostelle facenti parte di un giovane ammasso in formazione, numerosi getti di gas molecolare e discrete sorgenti di radiazione infrarossa e raggi X.[5] Le stelle dell'associazione Mon R2 sono nate circa 6 milioni di anni fa, quando ha avuto luogo il primo ciclo di formazione stellare che ha interessato la regione; ad innescarla sarebbe stata una superbolla in espansione del diametro di alcune centinaia di parsec.[6]

  1. ^ a b c Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 16 dicembre 2009.
  2. ^ a b c Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 16 dicembre 2009.
  3. ^ a b c van den Bergh, S., A study of reflection nebulae., in Astronomical Journal, vol. 71, dicembre 1966, pp. 990-998, DOI:10.1086/109995. URL consultato il 16 dicembre 2009.
  4. ^ Herbst, W.; Racine, R., R-associations. V. Monoceros R2, in Astronomical Journal, vol. 81, ottobre 1976, pp. 840-844, 903, DOI:10.1086/111963. URL consultato il 16 dicembre 2009.
  5. ^ Xie, Taoling; Goldsmith, Paul F., The giant molecular cloud Monoceros R2. 1: Shell structure, in The Astrophysical Journal, Part 1, vol. 430, n. 1, luglio 1994, pp. 252-255, DOI:10.1086/174399. URL consultato il 16 dicembre 2009.
  6. ^ Heiles, Carl, Whence the Local Bubble, Gum, Orion? GSH 238+00+09, A Nearby Major Superbubble toward Galactic Longitude 238 degrees, in Astrophysical Journal, vol. 498, maggio 1998, p. 689, DOI:10.1086/305574. URL consultato il 16 dicembre 2009.
  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
  • Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.

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