Mafalda Antonelli

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Mafalda Antonelli, nata Lenina Antonelli[1], nome di battaglia Elena (Cinigiano, 15 febbraio 1921Lugano, 15 febbraio 2011), è stata una partigiana italiana.

Figlia di un tagliaboschi, Cesare Antonelli, Mafalda diede vita insieme alla sorella Leonida e allo zio Guglielmo ad una delle prime bande partigiane della Maremma a Monte Cucco, e svolse il ruolo di collegamento con i partigiani dell'Amiata e quelli del Senese. Braccata dai Repubblichini, riparò nella zona di Manciano, dove operò come staffetta e infermiera nel VII raggruppamento bande al fianco di Luigi Canzanelli (Gino), riuscendo a sopravvivere a due rastrellamenti, tra cui quello del 7 maggio 1944 in cui cadde Canzanelli[2].

Dopo la Liberazione fu insignita del diploma di patriota dal comandante alleato Harold Alexander, e successivamente emigrò in Svizzera, dove sposò uno spagnolo da cui ebbe la figlia Uliana[2].

È morta a Stabio nel giorno del suo novantesimo compleanno[3]. La sua esperienza è narrata nel libro del 2010 di Nedo Bianchi Mafalda e la siepe di ginestre[3].

  1. ^ Il nome le fu cambiato d'ufficio in Mafalda nel 1929 per decisione del Tribunale Speciale. Cfr. Mafalda Antonelli, in ANPI.it.
  2. ^ a b Mafalda Antonelli, cit.
  3. ^ a b ANPI - Comitato provinciale di Grosseto, “Mafalda” se n'è andata….

Collegamenti esterni

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