Leucosticte brandti

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Fanello rosato testanera
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
InfraordinePasserida
SuperfamigliaPasseroidea
FamigliaFringillidae
SottofamigliaCarduelinae
TribùPyrrhulini
GenereLeucosticte
SpecieL. brandti
Nomenclatura binomiale
Leucosticte brandti
Bonaparte, 1851

Il fanello rosato testanera (Leucosticte brandti Bonaparte, 1851) è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia dei Fringillidi[2].

Il nome scientifico della specie, brandti, venne scelto in omaggio al naturalista Johann Friedrich von Brandt, molto attivo in Siberia.

Coppia in un'illustrazione di John Gould.

Misura 16,5-19 cm di lunghezza, per 26-34 g di peso[3].

Si tratta di uccelletti dall'aspetto robusto ma slanciato, con becco piccolo e conico, ali allungate e lunga coda squadrata dalla punta lievemente forcuta: spesso vengono confusi col congenere e affine fanello rosato disadorno.

Il piumaggio appare piuttosto sobrio, dominato dalle tonalità del grigio e del bruno: gola, petto, testa e dorso sono grigiastri, ventre e fianchi sono bruno-grigiastri con sfumature color cannella, la coda e le remiganti sono nere, queste ultime con penne dallìorlo biancastro, stesso colore del sottocoda. Come intuibile dal nome comune, la fronte, il vertice e la mascherina facciale sono di colore nero, colorazione di diversa estensione a seconda della sottospecie e comunque più evidente nei maschi rispetto alle femmine: per il resto, il dimorfismo sessuale non è evidente. Becco e zampe sono di colore nerastro, gli occhi sono di colore bruno scuro.

Esemplare sul Lobuche.

Si tratta di uccelli diurni, che all'infuori del periodo riproduttivo si muovono stormi anche consistenti (oltre 2000 individui), passando la maggior parte della giornata alla ricerca di cibo, mantenendosi perlopiù al suolo.

Alimentazione

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La dieta di questi uccelli è perlopiù granivora, componendosi di semi di piante erbacee montane, nonché di altri elementi di origine vegetale (come bacche, germogli e foglie delle suddette piante) e sporadicamente (soprattutto durante il periodo estivo) di piccoli invertebrati.

La stagione riproduttiva va da giugno ad agosto: questa specie mostra abitudini semicoloniali, coi nidi che vengono collocati a un centinaio di metri gli uni dagli altri oppure isolati[3]. I maschi, tuttavia, si mostrano molto protettivi nei confronti delle femmine e dei nidi, attaccando con veemenza eventuali intrusi che osassero avvicinarsi troppo.

Il nido, a forma di coppa, viene costruito al suolo o a poca altezza fra le rocce, intrecciando fibre vegetali e foderando l'interno con piumino e pelame: la sua costruzione è completamente a carico della femmina, col maschio che staziona nei dintorni e sporadicamente fornisce materiale da costruzione. Le uova, in numero di 3-5, vengono covate dalla femmina per circa due settimane, ed i pulli (ciechi ed implumi alla schiusa) vengono imbeccati da ambo i genitori con semi e insetti rigurgitati per circa tre settimane, quando sono pronti per l'involo. I giovani rimangono ancora per qualche giorno presso il nido, chiedendo sempre più sporadicamente l'imbeccata ai genitori, prima di allontanarsene definitivamente e disperdersi.

Distribuzione e habitat

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Esemplare a Khardung La.

Questi uccelli occupano un areale che si estende dai Monti Sajany a nord fino all'Afghanistan nord-orientale a sud, e a est attraverso l'altopiano del Tibet e le pendici meridionali della catena dell'Himalaya fino alla Cina centrale (Quinghai, Gansu, Yunnan nord-occidentale, Sichuan occidentale)

L'habitat di questi uccelli è rappresentato dalle aree rocciose montane e submontane, con copertura vegetale sparsa o (durante il periodo riproduttivo) molto rada: durante l'inverno, essi tendono a scendere di quota, spingendosi nelle aree pedemontane.

Se ne riconoscono sette sottospecie[2]:

Alcuni autori riconoscerebbero un'ottava sottospecie, L. b. audreyana, comprendente le popolazioni del Sikkim settentrionale, attualmente sinonimizzate con L. b. haematopygia[3][2].

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Leucosticte brandti, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Fringillidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 25 novembre 2016.
  3. ^ a b c (EN) Brandt's Mountain-finch (Leucosticte brandti), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 25 novembre 2016.

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