Leone di Ocrida

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Leone di Ocrida (... – Ocrida, circa 1056/57) è stato uno scrittore, teologo e arcivescovo greco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nativo della Paflagonia, fu attivo a Costantinopoli come cartofilace della cattedrale di Santa Sofia.[1] Nel 1025[2] o nel 1037[3] fu eletto arcivescovo di Ocrida, dove si distinse come polemista, nella controversia con la Chiesa cattolica circa l'utilizzo nel pane azzimo nell'eucaristia. Fece restaurare la cattedrale di Santa Sofia di Ocrida, dotandola di mosaici.[4] Morì durante il regno di Teodora, tra l'11 gennaio 1055 e il 21 agosto 1056.[5]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

A Leone d'Ocrida sono attribuite 4 lettere e un'opera di carattere ascetico-spirituale.

  • Leone è noto soprattutto per la lettera che scrisse a Giovanni, vescovo di Trani, in Puglia, sull'utilizzo che gli occidentali fanno del pane azzimo nella celebrazione eucaristica, uso contrario all'antica tradizione cristiana e che li equipara agli ebrei. Oltre a questa critica, Leone accusò i latini di aver abolito l'uso dell'alleluia durante la quaresima e sull'inusuale utilizzo del digiuno.[5]
  • Altre due lettere di Leone trattano lo stesso argomento relativo all'uso scorretto del pane azzimo. La seconda di queste lettere sembra presupporre une risposta alla prima. Incerti sono i destinatari, che la tradizione indica nel vescovo di Roma e in quello di Venezia (Grado?).[6]
  • In una quarta lettera, dal tono omiletico, Leone invita i fratelli latini a ragionare da adulti, e non più da bambini, e ad abbandonare le tradizioni giudaiche. Alcuni autori mettono in dubbio l'autenticità di questa lettera.[7]
  • Recentemente è stata attribuita a «Leone, arcivescovo di Bulgaria» un testo di carattere ascetico-spirituale, intitolato Kephalaia, raccolta di 50 massime o sentenze simile agli apoftegmi dei padri.[7][3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Stiernon, Dictionnaire de spiritualité, vol. IX, col. 623.
  2. ^ (EN) The Oxford Dictionary of Byzantium, vol. II, p. 1215. (FR) Stiernon, Dictionnaire de spiritualité, vol. IX, col. 624.
  3. ^ a b (EN) Munitiz, Orientalia Christiana Periodica, 76 (2010), p. 121.
  4. ^ (FR) Daniel Stiernon, v. Léon d'Achrida, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. 31, 2012, col. 603.
  5. ^ a b (FR) Stiernon, Dictionnaire de spiritualité, vol. IX, col. 624.
  6. ^ (FR) Stiernon, Dictionnaire de spiritualité, vol. IX, coll. 624-625.
  7. ^ a b (FR) Stiernon, Dictionnaire de spiritualité, vol. IX, col. 625.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) John Meyendorff, Leo of Ohrid, The Oxford Dictionary of Byzantium, vol. II, New York-Oxford, 1991, p. 1215
  • (EN) Joseph A. Munitiz, Leo of Ohrid; the new Kephalaia, Orientalia Christiana Periodica, 76 (2010), pp. 121-144
  • (FR) Daniel Stiernon, Léon d'Achrida, Dictionnaire de spiritualité, vol. IX, 1976, coll. 623-625

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN160062277 · ISNI (EN0000 0001 0748 1538 · SBN PUVV386873 · BAV 495/52218 · CERL cnp00166433 · LCCN (ENno2010188172 · GND (DE100951740