La teoria svedese dell'amore

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La teoria svedese dell'amore
Titolo originaleThe Swedish Theory of Love
Paese di produzioneSvezia
Anno2015
Durata90 min
Dati tecniciB/N e a colori
Generedocumentario
RegiaErik Gandini
SceneggiaturaErik Gandini
ProduttoreErik Gandini, Juan Pablo Libossart
Casa di produzioneFasad AB
Distribuzione in italianoLab 80 film
FotografiaVania Tegamelli, Carl Nilsson, Fredrik Wenzel, Lukas Eisenhauer, Kristian Bengtsson, Daniel Takacs
MontaggioJohan Söderberg
MusicheJohan Söderberg
Interpreti e personaggi

La teoria svedese dell'amore (The Swedish Theory of Love) è un film documentario del 2015 diretto da Erik Gandini.

Voce narrante:

«In Svezia tutto andava bene, standard di vita alti, progresso, pensiero moderno. Poi venne il momento di fare un altro passo avanti per liberarci da strutture familiari antiquate che condizionavano il modo di stare insieme rendendoci dipendenti l'uno dall'altro.»

Nel 1972, in un manifesto del partito socialdemocratico allora guidato dal primo ministro Olof Palme, veniva prefigurata la famiglia del futuro in un sistema socioassistenziale perfettamente organizzato il cui fine è dare a ciascuno una vita totalmente autonoma.

Negli anni a seguire fu dunque perseguito tale obiettivo per rendere indipendente ogni individuo.

La teoria svedese dell'amore dice che ogni rapporto umano autentico, libero da condizionamenti materiali e psicologici, si deve basare sulla sostanziale indipendenza delle persone.

In Svezia i bambini e gli adolescenti fino alla maggiore età hanno molti diritti e molta tutela sociale, le coppie vivono volontariamente e senza obblighi la loro relazione, gli anziani non dipendono più dalla generosità dei figli che, ormai adulti, lavorano per sé stessi. Molte persone, la metà della popolazione, vivono da sole e, un quarto, muoiono da sole.

Molte donne scelgono di vivere da single e tante ricorrono all'inseminazione artificiale per avere un figlio, anche facendosi inviare a domicilio da una banca del seme un kit contenente lo sperma di un anonimo donatore scelto su internet.

Molti anziani muoiono dimenticati da tutti, in anonime residenze in cui ognuno è chiuso nel suo piccolo alloggio. Per le persone che muoiono senza che nessuno se ne accorga e di cui nessuno si preoccupa, esiste un'apposita agenzia governativa che investiga sulle circostanze e cerca i parenti prossimi, ma, a volte, risulta difficile contattarli o impossibile rintracciarli.

Lars Trägårdh, docente universitario di storia comparata, colloca la Svezia nel punto più alto e più avanzato di una scala di valori e spiega che nei paesi poveri ci si preoccupa di sopravvivere, mentre nei paesi ricchi ci si può permettere di realizzare la propria persona.[1]

Da fuori la Svezia sembra una terra promessa, un luogo perfetto, una meta d'arrivo. Sono infatti in aumento i rifugiati extracomunitari che giungono in Svezia cercando una vita migliore.

Nhela Ali, siriana, insegnante per i rifugiati, incontra le famiglie degli emigrati con il compito di assistere i nuovi arrivati ed aiutarli a conoscere le prime nozioni della lingua e il sistema di valori della nazione che li ospita. Manca tuttavia il contatto con la popolazione locale che preferisce mantenere le distanze, non per razzismo, ma per il diffuso individualismo.

Di fronte ai casi di suicidio ci si chiede come si possa essere infelici in mezzo a tanta abbondanza. Gli aiuti vengono attraverso i canali istituzionali, senza che si possa trovare conforto in un altro essere umano.

Alcuni gruppi di giovani organizzano campeggi nei boschi per fare esperienze alternative di vita in comune, prendersi cura gli uni degli altri, relazionarsi e stare in contatto fisico tra persone e con la natura, all'aria aperta.

Il dottor Erik Erichsen, chirurgo, ha lasciato la Svezia dopo trent'anni di carriera per trasferirsi in una remota regione dell'Etiopia e lavorare in un ospedale dotato di pochi mezzi. Nella totale mancanza di risorse, opera un uomo trapassato da una lancia e altri traumatizzati usando strumenti semplici di facile reperibilità, ma senza l'oppressione della burocrazia e dice:

«Qui nessuno è mai solo: se stai male la gente non sta lontano, ma viene a trovarti, se stai morendo viene a tenerti compagnia e, dopo che sei morto, ti piangono.»

Il novantenne filosofo e sociologo polacco Zygmunt Bauman, infine, riflette sulle contraddizioni di un sistema ad alta protezione sociale e afferma:

«La felicità non viene da una vita senza problemi, ma dal superamento delle difficoltà. L'indipendenza non è la felicità; alla fine porta ad una completa, assoluta, inimmaginabile noia.»

Distribuzione

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In Svezia il film è stato presentato allo Stockholm International Film Festival, il 15 novembre 2015 ed è uscito nelle sale nel gennaio 2016.

In Italia l'uscita è programmata per il 22 settembre 2016.[2] Una versione ridotta del documentario è stata trasmessa da Rai3 il 27 luglio 2016 in seconda serata.[3]

  1. ^ IL MODELLO SOCIALE NORDICO: BASATO SUL PARADOSSO | marketpress notizie, su marketpress.info. URL consultato il 21 settembre 2016.
    «Nei paesi nordici - afferma Lars Trägårdh, professore presso l´Ersta Sköndal University College di Stoccolma (Svezia) - molte persone sono in grado di liberarsi sia dalla famiglia che dalla comunità locale che li circonda. Siamo diventati individualisti. Questo ha avuto un significato enorme, non da ultimo per l´emancipazione delle donne. Le strutture patriarcali deboli e una ridotta dipendenza dagli altri, offrono a molte persone dei paesi nordici la sensazione di controllare la propria vita.»
  2. ^ "La teoria svedese dell'amore" (The Swedish Theory of Love) di Erik Gandini (Svezia 2015, 90') - DAL 22 SETTEMBRE 2016 - Lab 80 film, su lab80.it. URL consultato il 21 settembre 2016.
  3. ^ La teoria svedese dell'amore Doc 3 2016, su rai.it. URL consultato il 21 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2016).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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