Ipepi

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Ipepi
Scarabeo recante il praenomen Aauserra. Boston, Museum of Fine Arts
Signore dell'Alto e del Basso Egitto
Capo di un paese straniero
In caricaca 1590 a.C. –
ca 1549 a.C.[1]
PredecessoreKhyan
SuccessoreKhamudi
Morteca 1549 a.C.
DinastiaXV dinastia egizia
FigliHerit
Religioneegizio-semitica

Ipepi (Aphopis, nella posteriore versione greca; ... – 1549 a.C. circa) è stato un faraone egizio della XV dinastia.

Quinto re della dinastia, regnò in Egitto durante la dominazione degli Hyksos, il cui primo faraone, Salitis, aveva eletto a capitale Avaris.[2]

Dei re hyksos, Ipepi è tra i meglio conosciuti e il primo che si possa mettere propriamente in rapporto alla storia egizia. Il testo Disputa tra Ipepi e Seqenenra, di cui resta solo l'incipit, lo mette in connessione con Seqenenra Ta'o, re di Tebe, che morì combattendo gli Hyksos. Contro Ipepi combatté anche Kamose, forse figlio di Seqenenra.[3]

Esistono tre cartigli del faraone Ipepi, associati a due diverse grafie del nome. Per questa ragione, alcuni autori hanno preteso di individuare tre differenti Ipepi, mentre altri vi riconoscono un solo faraone, che ebbe un lungo regno e che mutò più volte parte del nome.[4][5]

Sotto Ipepi, il Nord dell'Egitto riuscì a sconfiggere il Sud con capitale Tebe, a seguito dell'uccisione di Seqenenra.[4]

Ipepi, conosciuto anche come Apophis Aauserra, è noto sia attraverso fonti letterarie sia da fonti archeologiche.

Le fonti archeologiche hanno fornito reperti recanti, apparentemente, il nome di ben tre sovrani hyksos che hanno usato come nomen Ipepi con prenomen diversi, tanto da far supporre l'esistenza di tre sovrani distinti. Dopo Apophis I e II, le fonti riportano Apophis III ultimo del ramo vassallo della XVI dinastia[6].

In accordo con la tradizione manetoniana e con il Canone Reale, che afferma fossero stati sei i "capi di un paese straniero" (heka waset, da cui hyksos) che governarono l'Egitto, la maggioranza degli studiosi ritiene che si tratti di un'unica figura[7]: quest'unico faraone, durante un lungo regno (comunque non di più di 60 anni, come afferma Giuseppe Flavio) avrebbe più volte cambiato nome per sottolineare l'importanza di particolari avvenimenti storici e per semplificare l'integrazione tra Semiti ed Egizi anche in campo religioso e sociale.[8]

L'unica data che possediamo è il 33º anno, 4º mese di akhet di regno di Aauserra Ipepi, che compare come data di compilazione del Papiro di Rhind, importante testo matematico, copia di un precedente di provenienza tebana.

Il papiro di Rhind in cui compare un riferimento all'anno 33 del regno di Apofi

Proprio i rapporti di Ipepi con i sovrani della XVII dinastia sono un'altra delle questioni lungamente dibattute dagli storici. Mentre si è ragionevolmente sicuri che nell'ultima parte del regno Ipepi dovette affrontare, con poca fortuna, i bellicosi principi tebani, è probabile che in una prima fase i rapporti non fossero così tesi. Nella tomba-magazzino di Amenofi I è stato rinvenuto un vaso, conservato attraverso più generazioni, recante un'iscrizione della principessa Herit, sorella di Ipepi, circostanza che ha fatto ipotizzare un possibile matrimonio tra Herit ed un principe tebano.

La circostanza che non solo Herit ma anche le altre sorelle di Ipepi, che su un altro vaso, trovato nel sud di Iberia, si titola come:

«... il dio buono, Signore delle Due Terre, il cui potere viene dalle grandi vittorie, al quale nessun paese può rifiutare di sottomettersi, Il re dell'Alto e Basso Egitto Aauserra, figlio di Ra, Ipepi dotato di vita e la sorella del re Tjarudjet che viva per sempre...»

portino nomi egizi, come prettamente egizia sia la formula usata nell'iscrizione, fanno ritenere che Ipepi si sia sforzato di farsi accettare, come sovrano, anche dalla componente autoctona della società egizia.

L'inizio delle ostilità tra Tebe ed Ipepi riecheggia in una leggenda, rinvenuta in frammenti, che riporta come il re Ipepi di Avaris avesse mandato al Re Seqenenra Ta'o di Tebe l'ordine di far tacere gli ippopotami sacri in quanto disturbavano il sonno del sovrano.

Nella guerra che seguì Seqenenra Ta'o perse la vita ma gli Hyksos ed i loro alleati egizi (probabilmente i principi della Nubia) furono cacciati dall'Alto Egitto.

«Ora avvenne che la terra d'Egitto fosse in dura afflizione e non c'era alcun sovrano che fosse re di quel tempo. Ed accadde che il re Seqenenra governasse la Città Meridionale (Tebe) mentre il capo Ipepi era ad Avaris e tutto il paese gli pagava i tributi per intero insieme a tutte le cose buone di Timuris (Egitto). Poi il re Ipepi elesse a suo dio Sutekh (Seth) e non servì altre divinità sulla terra se non Sutekh. Costruì un tempio di bella e durevole fattura di fianco al palazzo e si alzava ogni giorno per fare il sacrificio quotidiano a Sutekh, e i ministri di sua maestà portavano ghirlande di fiori precisamente come si fa nel tempio di Ra-Harakhti.»

La narrazione delle gesta egizie è incisa su due grandi stele innalzate da Kamose, ultimo re della XVII dinastia, e forse figlio di Seqenenra, nel tempio di Amon a Karnak.

L'affermazione, contenuta nella narrazione precedente, di come i sovrani hyksos avessero eletto Seth a loro unica divinità è, con ogni probabilità, una mistificazione posteriore, atta a metterli in cattiva luce. Effettivamente, Seth (o Sutek), adorato nel Basso Egitto fin dall'Antico Regno, venne identificato durante il periodo hyksos con il Teshub mitannico, ma la stessa titolatura di Ipepi, che si nomina figlio di Ra, nega che le altre divinità egizie fossero state ostracizzate.

Ipepi II, conosciuto anche con il nome Apophis II Aaqenienra[9] fu un sovrano hyksos, probabile successore di Ipepi I dopo la guerra che quest'ultimo ebbe con il sovrano di Tebe, Kamose.

Purtroppo la cronologia dei sovrani presenta molte lacune[9] ma fu comunque considerato un legittimo sovrano egizio[10] della XV dinastia[8].

Il suo nome compare su una daga di Luxor. Fece ripristinare il Tempio di Bubasti e si impadronì, come molti predecessori, delle due sfingi di Amenemhat II che si fece portare a Tanis[9].

Usò a suo nome anche due statue di Smenkhara della XV dinastia[9].

Alcuni studiosi ipotizzano che Ipepi II Aaqenienra possa essere identificato con il sovrano Aaqen o Aken come da un elenco di alcuni sacerdoti menfiti. Ma altri ipotizzano soltanto i due sovrani[11]

Ipepi III, conosciuto anche con il nome di Apophis III Nebkhpeshra risulta quasi sconosciuto perché non è stato ritrovato alcun documento con la titolatura completa e con lui termina il ramo della XVI dinastia hyksos.

Il suo nome compare solo su qualche monumento e su una daga ritrovata a Saqqara[6]. Ebbe probabilmente un regno brevissimo o addirittura non venne considerata legittima la sua successione[8].

La questione creata dai tre nomi diversi nasce dal fatto che Sesto Africano modificò leggermente il nome da Apophis a Apopi, ma lasciando solo un Apophis che è individuabile nei geroglifici[10].

Vi è poi una lista redatta da sacerdoti egizi, ma l'ordine di successione dei sovrani risulta dubbio. Infatti troviamo ad esempio, Apopi prima di Amosis I, seguito da Aken, successore di Ibi e Sharek, ultimo tra i sovrani hyksos. Aken sarebbe poi identificabile con Akenenre[10].

I sei sovrani hyksos identificati da Manetone e riportati dal Canone di Torino, restano comunque basilari, anche se presenti altri sovrani effimeri[12].

Lo stesso argomento in dettaglio: Liste reali egizie.
Giuseppe Flavio anni di regno Sesto Africano anni di regno Canone Reale anni di regno reperti archeologici altre
Aphophis 61 Apophis 61 perso (n°10.19) Nebkhepeshra Ipepi
Aakenenra Ipepi
Aauserra Ipepi
Aaquen, Aqen (?)
Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
 
sR4
t p
N17
N17
... s ḥtp t3wy ...sehoteptawy ... che rende felici le Due Terre (Egitto)
G16
nbty (nebti) Le due Signore
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
N5
nb
F23
nb ḫps rˁ Nebkhepeshra Signore del ... di Ra
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
ip
p
i p p (i) Ipepi


Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
 
sR4
t p
N17
N17
... s ḥtp t3wy ...sehoteptawy ... che rende felici le Due Terre (Egitto)
G16
nbty (nebti) Le due Signore
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
N5O29
D36
X7
n
n
ˁ3 ḳn n rˁ Aakenenra Spirito di Ra
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
iA2p
p
i p p (i) Ipepi


Titolo Traslitterazione Significato Nome Traslitterazione Lettura (italiano) Significato
G5
ḥr Horo
 
sR4
t p
N17
N17
... s ḥtp t3wy ...sehoteptawy ... che rende felici le Due Terre (Egitto)
G16
nbty (nebti) Le due Signore
G8
ḥr nbw Horo d'oro
M23
X1
L2
X1
nsw bjty Colui che regna
sul giunco
e sull'ape
N5
O29
wsr
ˁ3 wsr rˁ Aauserra Grande è la sovranità di Ra
G39N5
s3 Rˁ Figlio di Ra
iA2p
p
i
i p p (i) Ipepi

In talune iscrizioni fu anche usata la forma:

S38X7
Y1
n
O6
t
D56t
N25
N5O29
D36
wsrs

hk3 n hw.t w՚r.t ՚3 wsr r՚ - Il governatore di Avaris, Aauserra

Datazioni alternative

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Autore Anni di regno
Redford 1605 a.C. - 1555 a.C.
Dodson 1585 a.C. - 1545 a.C.
Ryholt 1581 a.C. - 1541 a.C.
Franke 1574 a.C. - 1534 a.C.
  1. ^ von Beckerath, 137.
  2. ^ Vandersleyen, p. 171.
  3. ^ Vandersleyen, pp. 172-173.
  4. ^ a b Arborio Mella, p. 134.
  5. ^ Vandersleyen, p. 173.
  6. ^ a b Grimal, p. 253.
  7. ^ La recente scoperta dell'esistenza di Seker-her, sovrano non associabile a nessuno dei nomi riportati da Manetone, pur avendo messo in discussione il numero complessivo di governanti costituenti la XV dinastia non ha messo in discussione l'ipotesi che dietro il nome Ipepi vi fosse un'unica persona.
  8. ^ a b c Cimmino, p. 212.
  9. ^ a b c d Grimal, p. 252.
  10. ^ a b c Gardiner, p. 146.
  11. ^ Cimmino, p. 213.
  12. ^ Gardiner, p. 147.
  • Federico Arborio Mella, L'Egitto dei Faraoni, Milano, Mursia, 1976-1987.
  • (DE) Jürgen von Beckerath, Chronologie des Pharaonischen Ägypten, Mainz am Rhein, Verlag Philipp von Zabern, 1997.
  • Franco Cimmino, Dizionario delle dinastie faraoniche, Milano, Bompiani, 2003, ISBN 88-452-5531-X.
  • Alan Gardiner, La civiltà egizia, Torino, Einaudi, 1997 [1961], ISBN 88-06-13913-4.
  • Nicolas Grimal, Storia dell'antico Egitto, collana Biblioteca Storica, 9ª ed., Roma-Bari, Laterza, 2011, ISBN 978-88-420-5651-5.
  • (EN) William Christopher Hayes, Egypt: from the death of Ammenemes III to Seqenenre II, in The Cambridge Ancient History, vol. 2 parte 1: Early History of the Middle East and the Aegean Region c. 1800-1380 B.C., Cambridge, Cambridge University Press, 2006 [1973], pp. 42-76, ISBN 0-521-08230-7.
  • (EN) Thomas Garnet Henry James, Egypt: from the expulsion of the Hyksos to Amenophis I, in The Cambridge Ancient History, vol. 2 parte 1: Early History of the Middle East and the Aegean Region c. 1800-1380 B.C., Cambridge, Cambridge University Press, 2006 [1973], pp. 289-312, ISBN 0-521-08230-7.
  • (EN) Kim Ryholt, The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period c. 1800-1550 B.C., Museum Tusculanum Press, 1997, ISBN 87-7289-421-0.
  • (FR) Claude Vandersleyen, L'Égypte et la vallée du Nil, tomo 2: De la fin de l'Ancien Empire à la fin du Nouvel Empire, Presses Universitaires de France, 1995.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Signore dell'Alto e del Basso Egitto Successore
Khyan 15901549 a.C. Khamudi