Improta (famiglia)
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/92/Vincenzo_Improta.png/220px-Vincenzo_Improta.png)
Gli Improta sono una famiglia imprenditoriale italiana, proprietaria della maggiore industria molitoria del Mezzogiorno nella prima metà del XX secolo, all’epoca tra le più grandi produttrici di pasta in Italia.[1][2][3][4]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Originaria di Portici, la famiglia fu attiva, soprattutto, nel commercio di crusca e carrube con notevole successo economico. Dal 1883, per volere di Ciro, si cimentò altresì nella produzione di vetture, che comparvero per la prima volta sulla piazza porticese nel medesimo anno. [5]
Principale artefice della fortuna degli Improta in ambito industriale fu il comm. Vincenzo, il quale fu banchiere ed imprenditore.[6] Vincenzo fondò nel 1890 a Secondigliano, allora florido comune, la ditta IMPROTA VINCENZO & Figli, industria deputata alla produzione di paste alimentari e farina, alla cui direzione successero due dei suoi sei figli: Pasquale, politico e avvocato, nonché presidente dell'Associazione Nazionale Industriali Mugnai e Pastai, insignito dell’’onorificenza di Cavaliere del Lavoro, e Gaetano, industriale nominato Grande Ufficiale.[3][7]
Negli anni'20 del Novecento l'impresa crebbe in modo esponenziale in termini sia di forza lavoro sia di utile sia di produzione, divenendo la maggiore produttrice di pasta dell'Italia meridionale.[2][4] Nel 1931, altri tre fratelli quali Francesco, Gennaro e Damiano aprirono un'ulteriore stabilimento, in Sant’Antimo specializzato anche nella produzione di semole, nuovo mercato per il Gruppo Improta.[3] La famiglia, successivamente, avviò un nuovo pastificio e molino in Giugliano, sotto la guida dell’on. Pasaquale. Distrutto dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, quest'ultimo fu ricostruito nel 1948 con i più moderni criteri tecnici.[8]
Il comm. Ciro, fratello primogenito, cui fu imposto il nome del nonno, morì invece prematuramente di influenza spagnola nel 1918, dopo aver rivestito la carica di consigliere provinciale di Napoli. A lui fu intitolata una via della città.[9][10]
Il gr. uff. Antonio, nipote di Vincenzo, subentrò al padre Gaetano nella gestione dell'azienda e proseguì altresì l'attività bancaria intrapresa dal nonno Vincenzo e dallo zio Gennaro, divenendo presidente di una delle più antiche banche popolari in Italia, fondata nel 1883.[11] Sotto la sua presidenza avvenne la fusione con la Banca di Credito Popolare nel 1971.[12][13][14]
Nel corso del XX secolo furono, inoltre, contratti dalla famiglia significativi vincoli di parentela, tra i quali si annoverano quelli con gli armatori Lauro, i conti di Nocera, i conti mazzoleni, i marchesi Pisani Massamormile, i nobili de Miranda ed i costruttori d’Angelo.[15][16]
Toponomastica
[modifica | modifica wikitesto]Sono intitolate alla famiglia in Napoli la via Ciro Improta e la via Improta, un tempo suo possedimento.[9]
Architetture
[modifica | modifica wikitesto]![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/7a/Villa_Savonarola.jpg/200px-Villa_Savonarola.jpg)
- Villa Improta, oggi denominata “Savonarola”, ubicata in Portici, sul corso Garibaldi n.200, nel Miglio d’Oro.
Palazzo Improta - Palazzo Improta, sito in via Francesco de Pinedo n.65, a Napoli.
- Palazzina di Nocera-Improta in via Manzoni n.152, a Napoli.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/7/75/Cappella_Improta.jpg/220px-Cappella_Improta.jpg)
- Cappella gentilizia Improta, sita in Secondigliano, Napoli.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Redditi imponibili di ricchezza mobile (in lire) dichiarati dalle imprese alimentari artigianali, industriali e commerciali dal 1901 al 1950, disponibili su dati del Ministero delle Finanze.
- ^ a b mbergamaschi, Gli imprenditori italiani di un secolo fa - L'Opinione di Paolo Dalcò, su Food, 11 luglio 2020. URL consultato il 9 aprile 2023.
- ^ a b c Annuario industriale della provincia di Napoli, Tip. F. Giannini & Figli. URL consultato il 9 aprile 2023.
- ^ a b Annuari industriali delle province d’Italia dal 1901 al 1950.
- ^ L'eloquenza antologia, critica, cronaca, 1928. URL consultato il 14 gennaio 2024.
- ^ Annuario delle banche e banchieri d'Italia, 1927. URL consultato il 9 aprile 2023.
- ^ Le onorificenze della Repubblica Italiana, su quirinale.it.
- ^ Cavaliere, su Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. URL consultato il 28 maggio 2024.
- ^ a b Secondigliano – Detti Napoletani, su dettinapoletani.it. URL consultato il 9 aprile 2023.
- ^ Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana. Parte prima, Istituto poligrafico dello stato, 1912. URL consultato il 2 luglio 2023.
- ^ Annuario delle banche e banchieri d'Italia, 1933. URL consultato l'8 aprile 2023.
- ^ Italy Parlamento Camera dei deputati, Discussioni ..., Tip. della Camera dei deputati, 1969. URL consultato l'8 aprile 2023.
- ^ Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana. Parte prima, Istituto poligrafico dello stato, 1966. URL consultato l'8 aprile 2023.
- ^ Storia, su Banca Credito Popolare. URL consultato il 9 aprile 2023.
- ^ il principe sergio vicino ai familiari del sen. achille lauro - Tricolore Italia (PDF), su tricolore-italia.com.
- ^ Mino Cucciniello, I RICORDI DELLA MIA NAPOLI: spunti di riflessione, Rogiosi, 2 aprile 2015, ISBN 978-88-6950-040-4. URL consultato il 9 aprile 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Redditi imponibili di ricchezza mobile (in lire) dichiarati dalle imprese alimentari artigianali, industriali e commerciali, disponibili su dati del Ministero delle Finanze
- Annuario delle banche e banchieri d'Italia del 1924, 1927 e 1933
- Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana
- Parlamento Camera dei deputati, Discussioni ..., Tip. della Camera dei deputati
- Annuari industriali delle province d’Italia della prima metà del XX secolo