Giovanni Soreth
Beato Giovanni Soreth | |
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Sacerdote carmelitano | |
Nascita | Caen, 1394 circa |
Morte | Angers, 25 luglio 1471 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 3 maggio 1866 da papa Pio IX |
Ricorrenza | 25 luglio |
Giovanni Soreth (Caen, 1394 circa – Angers, 25 luglio 1471) è stato un presbitero francese dell'Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo, priore generale dell'ordine dal 1451 alla morte. Fu beatificato, per equipollenza, da papa Pio IX nel 1866.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Abbracciò la vita religiosa tra i carmelitani del convento di Caen e fu ordinato sacerdote nel 1417. Studiò teologia a Parigi, ottenendo la licenza nel 1437 e il magistero il 26 maggio 1438; ottenne un magistero in teologia ad honorem anche dall'università di Padova, nel 1452.[1]
Nel 1440 fu eletto superiore della provincia francese dell'ordine e nel 1451 priore generale, carica che ricoprì sino alla morte.[1]
Al fine di riformare l'ordine, promosse il ritorno dei carmelitani alla vita di povertà e raccoglimento e difese, nonostante i suoi intenti separatisti, il movimento dell'osservanza, favorendo il passaggio di alcuni conventi alla congregazione mantovana dell'ordine.[1][2]
Rivide le costituzioni e le promulgò nel 1462. Compose anche una Expositio parenetica in Regulam Carmelitarum.[2]
Sotto il suo generalato sorse il second'ordine carmelitano, quello delle monache. Accettò nell'ordine monasteri femminili già esistenti e ne fondò di nuovi: nel 1468 rivestì dell'abito carmelitano Francesca d'Amboise, duchessa di Bretagna, che aveva fondato il monastero di Bon-Don.[2]
Culto
[modifica | modifica wikitesto]Il suo culto fu confermato da papa Pio IX il 3 maggio 1866.[2]
In arte, il beato è raffigurato con l'abito carmelitano e una pisside, perché durante la devastazione di Liegi da parte di Carlo il Temerario, a rischio della vita, raccolse e riportò in chiesa le specie eucaristiche che il popolo aveva disperso a terra.[2]
Il suo elogio si legge nel Martirologio romano all'8 maggio.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
- Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Soreth, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 9837391 · ISNI (EN) 0000 0000 6145 3944 · BAV 495/276942 · CERL cnp01240109 · LCCN (EN) n2009039000 · GND (DE) 100950426 · BNE (ES) XX6080572 (data) · BNF (FR) cb10641927s (data) · J9U (EN, HE) 987007580393505171 · CONOR.SI (SL) 278600547 |
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