Giacomo Grosso
Giacomo Grosso | |
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Giacomo Grosso, Autoritratto, 1931, olio su tela, 86x66 cm; Torino, Pinacoteca dell'Accademia Albertina, inv. 396 | |
Senatore del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXVIII |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Diploma presso Accademia Albertina di belle arti di Torino |
Professione | pittore |
Giacomo Grosso (Cambiano, 25 maggio 1860 – Torino, 14 gennaio 1938) è stato un pittore italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Ercole Giacomo Antonio[1] Grosso nasce il 25 maggio 1860 a Cambiano, nella provincia torinese, nono degli undici figli del falegname cambianese Guglielmo Grosso e Gioanna Vidotti, tessitrice e abile "setaiola" che però non lavora per badare alla numerosa prole. Dopo aver frequentato la scuola elementare comunale, grazie all'aiuto economico dello zio macellaio Antonio, entra nel 1870 al Seminario di Giaveno. Insofferente, decide di lasciare la carriera ecclesiastica e di iscriversi all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, divenendone professore di pittura nel 1889.
La sua tecnica accademica e il suo conservatorismo stilistico gli garantirono un grande successo presso la clientela aristocratica e dell'alta borghesia e gli fecero ottenere numerosi premi e riconoscimenti.
Espose in tutta Europa, frequentò spesso Parigi e nel 1908 fu a Buenos Aires con l'allievo Carlo Gaudina per realizzare un ciclo di decorazioni. Una sua mostra personale con oltre cinquanta opere fu presentata da Leonardo Bistolfi alla Galleria Pesaro di Milano nel 1926.
Eseguì ritratti di personaggi della famiglia reale, di Benedetto XV, di Giovanni Agnelli, di Toscanini e di Puccini e indulse spesso a soggetti di nudi di un erotismo di dubbio gusto, così da essere accusato di immoralità. Celebre fu la polemica provocata alla prima Biennale di Venezia del 1895 dal suo dipinto Supremo convegno: nell'interno di una chiesa, intorno alla bara aperta di Don Giovanni, il Grosso rappresentò un gruppo di donne nude, provocando la condanna del patriarca di Venezia, Giuseppe Sarto, il futuro Pio X, ma anche la difesa dello scrittore Fogazzaro. Il dipinto andò poi distrutto in un incendio sviluppatosi nella nave che lo trasportava in un'esposizione degli Stati Uniti[2].
Anche la Nuda, dipinta l'anno dopo, conferma il gusto della sua ispirazione pompier e la sua chiusura provinciale alla moderna pittura che si affermava in Europa: del resto, il Grosso amava dire di essere « solo un pittore », definendo ironicamente « artisti » quei suoi colleghi che rifiutavano l'estenuata tradizione accademica.
Fu nominato senatore del Regno il 2 marzo 1929.
Visse a Torino dove si sposò ed ebbe due figli. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.[3]
Ebbe come allievi Augusto Ferrari, Romolo Bernardi, Cesare Saccaggi e Giovanni Rava.[4]
Opere[modifica | modifica wikitesto]
- Supremo convegno, 1895, distrutta 1900
- La Femme, 1895, Museo Civico di Palazzo Mazzetti, Asti
- Nudo, Pinacoteca dell'Accademia Albertina, Torino
- L'attrice Virginia Reiter Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive., 1896, Galleria d'Arte moderna, Torino
- Nuda, 1896, Galleria d'Arte moderna, Torino
- Ritratto di Arturo Toscanini, 1911, Collezione privata
- Ritratto di Cesare Saccaggi, Milano, Collezione privata
- Ritratto dell'’attrice Virginia Reyter
- Allo specchio, 1914, Galleria d'arte moderna Ricci Oddi, Piacenza
- Ritratto di Cesare Sarfatti, 1926, Fondazione Cariplo
- Nudo femminile, 1898 (Museu Condes de Castro Guimarães, Cascais - Portogallo)[1]
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
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Sorpresa
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La nuda
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La donna
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Uva e melograni
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La signora Olympia Oytana Barucchi
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Sorriso
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Signora in aperta campagna
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La nuda, (1896), Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino
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Venezia
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Colazione all'aria aperta il nipote Giacomino in giardino
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L'attrice Virginia Reyter
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Giacomo Grosso. Il Pittore a Torino fra Ottocento e Novecento, catalogo della mostra (Torino, Promotrice delle Belle Arti Parco del Valentino, 22 novembre 1990 - 17 febbraio 1991), a cura di G.L. Marini, Fabbri Editori, Milano 1990, pp. 123-124.«Il 27 maggio nella parrocchia di Cambiano, intitolata ai santi Vincenzo e Anastasio, il priore Giovanni Alessio battezza il neonato cui sono imposti i nomi Ercole Giacomo Antonio. In casa, fanciullo, sarà adottato il terzo nome, in omaggio ad Antonio Pitarelli, lavorante al Regio Parco, suo padrino (e madrina la sorella Margarita Pitarelli), domiciliato a Torino. A scuola e nella vita il futuro pittore sceglierà il secondo nome (ma la moglie e i più intimi amici continueranno a chiamarlo Antonio), lo stesso di uno zio paterno, macellaio da portafoglio abbastanza florido, non troppo avaro di aiuti nei primi anni di studio. Si dimenticherà invece del primo nome (quello assegnatogli in memoria del nonno paterno), con qualche fastidioso contrattempo burocratico, specie al momento in cui sarà collocato a riposo dall'insegnamento.»
- ^ Il Supremo Convegno di Giacomo Grosso, su lacivettaditorino.it. URL consultato il 9 luglio 2023.
- ^ ubicazione tomba G. Grosso, su cimiteritorino.it.
- ^ RAVA Giovanni, su centrostudibeppefenoglio.it. URL consultato il 16 settembre 2020.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Edmondo De Amicis, Gli anni della fame di un pittore celebre, Biblioteca della Rivista Operaia "La Blouse", Firenze 1906.
- Corradino Corrado, Giacomo Grosso. Pittore, Edizioni d'Arte E. Celanza, Torino 1914.
- Giacomo Grosso. Il pittore a Torino fra Ottocento e Novecento, catalogo della mostra (Torino, Promotrice delle Belle Arti Parco del Valentino, 22 novembre 1990 - 17 febbraio 1991), a cura di Giuseppe Luigi Marini, Fabbri Editori, Milano 1990.
- Giacomo Grosso da Cambiano 1860-1938, catalogo della mostra (Cambiano, Palazzo Comunale, 19 settembre - 11 ottobre 1998), a cura di Renata Coppo, Multidea, Torino 1998.
- Tiziana Musi, Grosso, Giacomo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 60, Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana, 2003.
- Giuseppe Luigi Marini (a cura di), voce in Dizionario dei pittori piemontesi dell'Ottocento, AdArte, Torino 2013.
- Angelo Mistrangelo, Giacomo Grosso. Una stagione tra pittura e Accademia (Torino, Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto - Torino, Pinacoteca dell'Accademia Albertina di Belle Arti - Cambiano, Comune, 28 settembre 2017 - 7 gennaio 2018; Torino, Palazzo Madama Museo Civico d'Arte Antica, 28 settembre - 23 ottobre 2017), Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI), 2017.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giacomo Grosso
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Gròsso, Giacomo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- GROSSO, Giacomo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.
- Tiziana Musi, GROSSO, Giacomo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 60, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003.
- GROSSO Giacomo, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
- Evangelina Alciati, Ritratto di Giacomo Grosso, 1919 (JPG), su letteraturaalfemminile.it.
- Laura Casone, Giacomo Grosso Archiviato il 2 aprile 2012 in Internet Archive., catalogo online Artgate Archiviato il 16 maggio 2016 in Internet Archive. della Fondazione Cariplo, 2010
- I MAESTRI DELL’ACCADEMIA ALBERTINA Giacomo Grosso: Una stagione tra pittura e Accademia, su www.fondazioneaccorsi-ometto.it
Controllo di autorità | VIAF (EN) 26929140 · ISNI (EN) 0000 0000 6686 5374 · SBN MUSV032153 · Europeana agent/base/44066 · ULAN (EN) 500055488 · LCCN (EN) nr92030074 · GND (DE) 138426619 |
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