Fonologia della lingua latina

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Questa voce riguarda il sistema fonologico ricostruito della lingua latina.

Consonanti
Bilabiali Labio-
dentali
Dentali/
Alveolari
Palatali Velari Velari
labial.
Nasali m n ŋ
Occlusive p b t d k ɡ
Fricative f s
Vibrante r
Laterali l
Approssimante j w
  • I fonemi /t/, /d/ e /n/ sono dentali: [t̪], [d̪] e [n̪] rispettivamente[1].
  • L'occlusiva /g/ ha un allofono nasale [ŋ] davanti a /n/: /ˈdignus/ [ˈdiŋnus] "degno"[2].
  • La nasale dentale /n/ ha un allofono velare [ŋ] davanti a /k/ e /g/: /anguis/ [aŋgʷwis][2].
  • Il fonema /l/ presentava due allofoni: [lʲ] in posizione iniziale di parola, davanti ad /i/, /iː/ o se geminata /ll/; [l̴] all'interno di parola davanti a tutte le altre vocali o se seguita da consonante[3].

Le vocali presentano una distinzione di lunghezza, così come in italiano lo fanno le consonanti singole e doppie; in latino possono essere brevi ([a, i, ɛ, ɔ, u, y]) o lunghe ([aː, ɛː, iː, ɔː, uː, yː]).

Anteriore Centrale Posteriore
Alte i y u
Medie ɛ ɛː ɔ ɔː
Basse a

A differenza di quanto si è creduto in passato, la qualità delle vocali non differisce tra lunghe e brevi: ancora oggi in alcuni dialetti sardi settentrionali e nei dialetti dell'area arcaica calabro-lucana, considerati lingue neolatine dalla fonetica meglio conservata dall'età classica oggi, lo stesso sistema vocalico in uso nell'età classica rimane tuttora immutato (eccetto per i foni non nativi [y, yː]).[4]

Un altro sistema vocalico con distinzione nella qualità vocalica tra brevi e lunghe esisteva tuttavia tra i ceti meno colti della popolazione, in particolare in quello rustico, le lettere brevi “i” e “u” venivano rese rispettivamente con le vocali chiuse [e] ed [o] (es: anĭma → [ˈänemä] al posto di [ˈänimä], colŭmna → [kɔˈɫ̪omnä] al posto di [kɔˈɫ̪umnä]). Inoltre, i dittonghi /ae̯/ e /oe̯/ venivano resi in [ɛː], mentre /au̯/ mutò in [ɔː].

Lo stesso argomento in dettaglio: Accento (latino).

Dal protoindoeuropeo al latino

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Qui di seguito si espongono i mutamenti fonetici e fonologici che dal sistema fonologico del protoindoeuropeo hanno prodotto il sistema fonologico del latino.

Le consonanti indoeuropee rimasero sostanzialmente invariate, a parte alcuni casi come le occlusive sonore aspirate che mutarono radicalmente.

Semiconsonanti. Le semiconsonanti subirono i seguenti mutamenti:

  • */j//j/ in posizione iniziale, → /i/ dopo consonante, e cade tra due vocali, es: *jugomiugum, *medʰjosmedius, *trejestrēs
  • */w//w/ (scritta V), es: *owisovis

Nasali. Le nasali, sillabiche e non, subirono i seguenti mutamenti:

  • */m//m/, es: *mātērmāter
  • */n//n/, es: *newosnovus
  • */ṃ//em/, es: *k'tomcentum
  • */ṇ//en/, es: *mtismens

Liquide. Le liquide, sillabiche e non, subirono i seguenti mutamenti:

Occlusive. Le consonanti occlusive sono quelle che subirono i mutamenti più evidenti nel sistema consonantico, nonostante buona parte di esse rimase invariata:

  • */p//p/, es: *pətērpater
  • */b//b/
  • */bʰ//f/ in posizione iniziale, → /b/ in posizione centrale, es: *bʰer-ferō, *albʰo-albus
  • */t//t/, → /d/ in posizione finale dopo vocale, cade in posizione finale dopo consonante, e */tl//cl/, es: *trejestrēs, *fecetfeced (forma arcaica), *lactlac, *saitlomsaeclum
  • */d/d/, cade però in posizione finale dopo vocale lunga e dopo consonante, inoltre in alcuni termini tende a presentarsi come variante di /l/, es: *domosdomus, *lupōdlupō, *cordcor, dingualingua
  • */dʰ//f/ in posizione iniziale, → /d/ in posizione centrale, → /b/ in posizione centrale dopo [r], es: *dʰūmosfūmus, *ajdʰ-aedes, *werdʰo-verbum
  • */k//k/ (in cui confluisce anche la palatale */ḱ/), es: *kṛdcor, *ṃtomcentum
  • */g//g/ (in cui confluisce anche la palatale */ģ/), es: *agōagō
  • */gʰ//h/, → /g/ dopo [ŋ], → /f/ prima di [u], es: *gʰostishostis, *angʰ-angustus, *gʰu-fundō
  • */kʷ/[kʷ] (scritta QV) in posizione iniziale, → /k/ davanti a consonante, mentre cade tra due consonanti, es: *kʷi-/kʷo-quis/quod, *kʷsx, *kʷenkʷto-quintus
  • */gʷ//w/ (scritta V), → /g/ davanti a [l] e /[r], mentre si conserva davanti a [ŋ], es: *gʷiwosvivus, *gʷēninguen
  • */qʷʰ//f/ in posizione iniziale e prima di [r], → /w/ in posizione intervocalica, → /gu/ in posizione centrale dopo [ŋ], es: *gʷʰomo-formus, *snigʷʰṃnivem, *sningʷʰetininguit

Spiranti. L'unica spirante riconosciuta per l'indoeuropeo comune subisce in latino profondi cambiamenti:

  • */s//s/ in posizione iniziale e finale, → [z]/r/ in posizione intervocalica (fenomeno detto rotacismo), → [z]/∅/ se si presenta prima di una consonante sonora, /ss//s/, mentre /sr//fr/ in posizione iniziale e → /br/ in posizione centrale, es: *seno-senex, *genosgenus, *flōsemflōrem (nom. flōs), *prīsmosprimus, *caussacausa (parole come *rosa non risentono del rotacismo perché rappresentano prestiti entrati dopo la fine del fenomeno), *dʰojnesrisfūnebris

Vocali toniche. Il vocalismo latino sotto accentazione si dimostrò molto conservativo rispetto all'originale fonetica indoeuropea, anche se le vocali poterono essere influenzate dalla consonante successiva.

Esistono però appunto altri mutamenti che le vocali toniche subirono:

  • /e//i/, se seguita da [ŋ], es: *penkʷe → *enkʷequinque
  • /e//o/, se in presenza di [w] e di [ɫ], es: *newosnovus, *wevo
  • /o//u/, se seguita da [ŋ], da [mb], da [mk] e da [ɫ], es: *uncus / γχος, *weltvoltvult.
  • /wo//we/, se seguito da [r, s, t], es: vortōvertō (mutamento avvenuto in età storica e documentato)
  • /o://u:/, se seguita da [r], es: quorcur

I dittonghi tonici subirono i seguenti mutamenti:

Lo stesso argomento in dettaglio: Apofonia latina.

Vocali atone. Le vocali atone subirono in latino notevoli mutamenti, poiché tendevano a chiudersi sistematicamente verso un solo timbro vocalico (apofonia latina) o a cadere (sincope).

  • In sillaba aperta (terminante in vocale) interna tutte le vocali brevi tesero verso → /i/, ad eccezione di quando si trovavano davanti a /ł/, quando tendevano a → /u/, mentre davanti ad /r/ tendevano a → /e/:
faciō - conficiō, novus - novitās, le - colli
similis / simulāre
*cinises / cineris
  • In sillaba chiusa (terminante in consonante) interna si ebbero i seguenti mutamenti:
/a//e/, es: arma - inermis
/o//u/, es: *alomnosalumnus
/e/, /i/, /u/ non subiscono variazioni.
/a//i/ davanti a [ŋ], es: tangō - contingō
/a//e//i/ davanti a [ɫ], es: calcō - inculcō
  • I dittonghi interni evolsero così:
/aj//ei̯//i:/, es: aequos - inīquos
/ej//i:/
/aw//ou̯//u:/, es: clau - inclū
/ow//u:/
  • In sillaba aperta finale si osservano i seguenti mutamenti:
/i//e/, es: *marimare
/o//e/, es: *sekʷesosequere
/a/, /e/ ed /u/ si conservano
/i/ può cadere, es: *estiest, tremontitremunt (mutamento avvenuto in età preistorica ma appena documentato)
/e/ può cadere, es: *dīcedīc
  • In sillaba chiusa finale si osservano i seguenti mutamenti:
/a//e/, es: *pontifaxpontifex
/o//u/, se non preceduta da [u, w], es: *dominosdominus
/e//i/ solo prima di [s] e di [t], es: (gen.) *rēgesrēgis
/i/ ed /u/ generalmente si conservano
  • I dittonghi finali subirono generalmente lo stesso trattamento dei dittonghi interni:
/aj/, /ej/, /oj//i:/, es: *lupoilupī
  • Le vocali lunghe finali in sillaba chiusa inoltre tesero a divenire brevi:
*amōramor, ma al genitivo amōris ← *amōres
  1. ^ Juret, A.C. 1921. Manuel de phonétique latine. Parigi: Hachette. 32
  2. ^ a b Juret, A.C. 1921. 33
  3. ^ Juret, A.C. 1921. Manuel de phonétique latine. Parigi: Hachette. 31
  4. ^ Wayback Machine (PDF), su web.archive.org, 13 novembre 2012. URL consultato il 14 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2012).

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