Discussione:Tempio Pausania

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Su Nino Visconti e altro...[modifica wikitesto]

Ciao ti proporrei la modifica della voce su Nino di Gallura, la costruzione è attribuita tradizionalmente a Nino di G. ma non ci sono evidenze storiche (all'epoca la capitale giudicale era Civita). E poi in tema di provincia, dire che il palazzo degli scolopi è sede della provincia è prematuro, visto che c'è stata una sola riunione di consiglio in un anno, non trovi? userei il provvisorio... --Tslothrop 10:12, 24 mag 2006 (CEST)[rispondi]

Per quanto riguarda, la modifica iniziale direi che non ci sono dubbi che Tempio sia divenuto il principale centro culturale e amministrativo della regione storica della Gallura proprio a partire dal 1500 in seguito alla decadenza dell'antica capitale Giudicale, Civita (attuale Olbia).
Per quanto riguarda Nino Visconti, vorrei ricordare che se da un lato i 4 giudicati sardi si sono formati nel IX secolo intorno ai resti delle 4 città simbolo (Turris, Olbia, Tharros, Caralis), le stesse non vi hanno mai svolto un consolidato e florido ruolo urbano di capitale, che ha invece spesso itinerato nel territorio, alternandone alcune funzioni di corte con altri centri. Olbia era "rinata" dopo la rovina del V sec. e il rifugio a Phausiana, con il nome di Terranova/Civita (quest'ultimo nome utilizzato prevalentemente in campo amministrativo e nella denominazione della diocesi, con probabile pronuncia Kivita) e come città murata (le fonti riportano che la porta principale, verso l'entroterra, era sormontata dallo stemma del "gallo di Gallura" citato da Dante), capitale del vasto ma spopolato Giudicato di "Gallula/Gallura" (il palazzo giudicale era probabilmente situato nel sito della ex caserma della Guardia di Finanza, cui la chiesa di San Paolo faceva da cappella palatina) e sede vescovile (verosimilmente prima a Phasiana e poi nella cattedrale extra-muros nella Basilica di San Simplicio del XII sec.). Ma il pesante vincolo pisano nella conduzione che sicuramente lasciava ben pochi margini di autonomia e le fonti che riportano come nello stesso periodo la città fosse in realtà in gran parte una rovina disabitata e ne venissero prelevati i resti anche per l'erezione del complesso della Piazza dei Miracoli. Civita/Olbia pur rinata ma non era più una vera città come in periodo romano (nel 1324 contava su una popolazione di appena "132 uomini"), anche se ne deteneva i diritti storici. I problemi legati all'interramento del porto (nonostante l'intervento pisano) e all'insalubrità ambientale, uniti all'esposizione a scorrerie piratesche/arabe, e alla presenza della malaria potevano far preferire temporaneamente insediamenti dell'entroterra in corso di ripopolamento che divenivano i nuovi riferimenti economici e amministrativi (nei vari Giudicati rispettivamente: da Torres verso Ardara e poi Sassari, da Phasiana verso Civita e poi verso Galtellì e Tempio, da Tharros verso Oristano, dalla Cagliari romana verso Santa Gilla prima e verso il Castello pisano poi). Da qui può essere nata alla fine del XIII sec. la relazione tra Nino di Gallura e Tempio riportata da alcune fonti ma mai effettivamente dimostrata. L'architettura dei resti attribuiti alla casa di Nino Visconti e la loro stessa collocazione sul retro dell'attuale piazza Gallura, nonchè la stessa urbanistica di questa parte di città, potrebbero in realtà avvalorare l'ipotesi di un modesto palazzo ad uso Giudicale che utilizzasse la demolita cappella del convento della Monache come cappella palatina, ai margini dell'importante nucleo di culto dell'attuale piazza San Pietro (la cui parte più antica risale proprio a questo periodo). La curatoria di Gemini di cui Tempio era capoluogo diveniva inoltre la più popolata del Giudicato, anche per l'inizio dell'immigrazione còrsa (già attestata in alcuni documenti medioevali). Il Giudicato di Gallura è del resto il meno documentato tra i 4 Regni sardi. Ma la ri-decadenza della città costiera (e per converso la crescita del ruolo di Tempio) è stata un processo lento e progressivo probabimente iniziato dal '200 e conclusosi con l'abbandono del centro nel '500 (anni in cui, dopo l'occupazione aragonese e la suddivisione feudale, quando anche la sede vescovile si sposta e nel 1559 a Olbia vengono attribuiti non più di 90 fuochi) e che non si è consumato nel 1500 in pochi anni e in maniera netta.
La presenza di Nino Visconti a Tempio non è storicamente attestata ma è attribuita, alla stessa stregua del fatto che non esiste alcuna prova e certezza di una fondazione greca di Olbia, o di quale fosse la consistenza demografica di Olbia nel periodo romano, o ancora che il San Simplicio fosse la cattedrale della Diocesi di Civita, se non nell'interpretazione di vari elementi concomitanti (tutte informazioni che ad esempio il sito ufficiale del Comune di Olbia dà per certe, e probabilmente lo sono...). La storia è ricca anche di tante ipotesi, purchè verosimili. In questo senso nulla in contrario nell'esprimere il carattere di ipoteticità del fatto.
Per quanto riguarda l'aggiunta dopo "Phausiana" del chiarimento "(antico nome di Olbia)", non è perfettamente corretta (in quanto era probabilemente localizzata nella località extraurbana oggi detta Pasana al di fuori Olbia) ma la ritengo un'informazione utile per chi non conosca i dettagli della storia gallurese.
Per quanto riguarda il punto relativo al Palazzo degli Scolopi, esso è in effetti una "sede" provvisoria e ufficiale della Provincia, in cui sono ospitati uffici provinciali, anche se non vi si sono ancora tenute sedute del Consiglio o della Giunta questo non fa venir meno la definizione di "sede". Aggiungo tra l'altro di non aver ancora capito perchè nessun amministratore abbia mai contestato questa grave anomalia, laddove negli altri enti neoistituiti ci si è prontamente attrezzati per tenere le riunioni del Consiglio Provinciale nell'altro capoluogo provvisorio, vedi Iglesias e Tortolì, o addirittura a Villacidro (dove la sede è definitiva).
Rinnovo l'invito a aggiungere e integrare gli articoli con nuovi contenuti (la storia di Olbia è tutta da scrivere, ho iniziato ad indicarne una bibliografia e come vedi la storia delle due città è profondamente legata), e ad usare la cancellazione con parsimonia. Poi discutiamone pure... Ciao.
--Dch 14:36, 24 mag 2006 (CEST)[rispondi]

Ho cancellato la parte riguardante i dubbi della popolazione riguardo la nuova squadra che affronterà il campionato di serie D:non c azzeccava nulla.--Tempiese 20:27, 16 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Salve, sono nuovissimo quindi perdonerete qualche errore, vorrei segnalare la presenza di molti materiali fotografici e informativi sulla Gallura sul sito www.altagallura.it , se credete possano essere utili credo possano venir messi a disposizione facilmente.

Ciao, mi rivolgo principalmente a Dch, con il quale, a volte con qualche "attrito", ho avuto delle belle discussioni. In questi mesi lungo il corso Umberto ci son stati dei lavori per il rifacimento della rete idrica, una vera manna per gli archeologi. Dagli scavi sono emerse nuove conoscenze su Olbia. La prima è che il sito è stato frequentato ininterrottamente anche dopo il V secolo. L'ipotesi di una Phausania in località pasana è molto difficile da sostenere. Il Panedda, a cui va il merito di aver studiato e pubblicato molto sulla città ha in molte cose "ipotizzato" più che trovato evidenza storiche. La fondazione gtreca di Olbia non è una ipotesi soltanto, vi sono prove che derivano dagli scavi molto più credibili. L'ipotesi, invece, che la corte giudicale fossa itinerante è probabile ma gli unici luoghi in gallura dove si trovano vestigia giudicali sono Olbia e Luogosanto, Tempio, anche se cerchi portare indietro nei secoli la sua ascesa, non ha vestigia di quel periodo, a parte la casa del giudice Nino. Se nominalmente la diocesi ha mantenuto il nome di Civita sino ai primi decenni del 1800, ci sarà un motivo, non pensi? Il nome della diocesi è stato cancellato dalla storia dal vescovo, Tempiese, Capece, sarebbe bello in nome della tanto sospirata unità riprendere il vecchio nome di Civita, che ne pensi? Infine sulla cultura gallurese di Olbia, il fatto che si sia sempre parlato logudorese ad Olbia è indubbio, l'influenza "Corsa" ci ha toccato poco, forse per l'antica memoria giudicale, la lingua dei Giudici sicuramente era il Sardo. Tslothrop 01:09, 17 mar 2007 (CET)[rispondi]

Ciao Tslothrop. Premetto che la conoscenza delle nuove scoperte nel sottosuolo di Olbia è ancora estremamente limitata (a parte qualche articolo sulla stampa locale, la cui competenza in materia storica non è sempre ineccepibile e scevra da pregiudizi) e quanto a Panedda gli va sicuramente dato il merito di avere inaugurato la ricerca storica sulla realtà del medioevo gallurese e olbiese in particolare. Mi auguro di conoscere qualcosa di più in futuro ma quello che a tutt'oggi traspare (e che hai ricordato) non mi sembra ribaltare del tutto quanto già noto, ma tutt'al più meglio definisce la situazione della storia urbanistica della città costiera (il foro nei pressi della porta a mare, etc.). E' molto probabile che effettivamente la denominazione Pasana non rifletta l'effettiva collocazione di Phasiana ma solo una direzione, che a questo punto riterrei collocata sì nell'entroterra e al di fuori delle rovine della città romana, ma nel tratto compreso tra la basilica di San Simplicio e l'attuale SS127 (comunque extra-muros), il che giustificherebbe la diversa denominazione del centro e successiva designazione a sede vescovile. Alcuni luoghi della città antica in rovina potevano ancora essere parzialmente abitati dopo il V secolo ma per fini rituali e mercantili anche se da un numero estremamente ridotto di abitanti (poche centinaia contro i circa 5000 abitanti dell'età romana). Questo rese pressochè "indolore" con la nascita del giudicato gallurese (le cui prime e più antiche origini vengono fatte risalire alla regione di Luogosanto) il trasferimento della sua sede rappresentativa nei ruderi della città romana, sia pure con connotati prevalentemente formali (sembra alquanto avvalorata l'ipotesi di una sede e di una corte itinerante tra i capoluoghi delle varie curatorie, come del resto avveniva anche nel giudicato del Logudoro dopo la decadenza della città romana di Turris). Conosciamo pochissimo di questo periodo e dell'organizzazione giudicale per cui ogni supposizione è poco più di un'ipotesi. La stessa Tempio è attestata per la prima volta solo nel 1173 (ma le stesse testimonianze su Phasiana e Civita sono limitatissime), anche se sembra confermato che - pur non essendo il centro che pagava le maggiori imposte - costituiva il capoluogo e il centro più importante della curatoria di Gemini (con quella di Fundimonte la più importante del Giudicato) e che comprendeva gran parte dell'altopiano della Gallura interna, per cui è oggettivamente molto più che probabile una presenza delle istituzioni giudicali, di cui possono costituire conferma la presenza in un modesto edificio di resti medioevali del palazzo attribuito a Nino Visconti (oltre che in altri edifici del centro storico) e la particolare urbanistica tipicamente medioevale del centro storico di Tempio nel tratto compreso tra piazza San Pietro e via Nino di Gallura. Il nome "Civita" (o meglio Kivita) è effettivamente rimasto dopo il medioevo solo a designare la diocesi, ma non molto diversamente da come a Oristano la diocesi assume ancor oggi in latino la denominazione di Arborense. Personalmente non avrei nulla in contrario ad aggiungere la denominazione di Civita a quella della diocesi e ad attribuire il titolo di concattedrale a quella di Olbia (come già per Castelsardo), anche se iniziative di questo genere fanno sospettare secondi fini di natura accentatrice da parte di Olbia (che fino ad ora non si è dimostrata molto generosa nei confronti della Gallura che è ancora in attesa della sede della STL ad Arzachena e della regolare alternanza della sede del Consiglio Provinciale e della Presidenza a Tempio, nonostante la presenza di impegni già assunti e di sedi già pronte e disponibili...). Quanto al fatto linguistico personalmente ritengo che l'influsso còrso in Gallura sia avvenuto in lunghissimo lasso temporale (a cominciare dalla preistoria) e che sia molto più antico e complesso di quanto fino ad'ora sostenuto (del resto altrimenti non si spiegherebbero da un lato gli elementi di stretta parentela che accomunano il gallurese al sassarese medioevale e dall'altro il fatto che tra il gallurese si ricolleghi specificatamente ai dialetti còrsi dall'Alta Rocca e dell'Alto Taravo, i più conservativi, ma non ne abbia assunto alcune "modernizzazioni" che nel '600 erano già presenti in Corsica. L'insediamento corso si è naturalmente sviluppato inizialmente al di fuori dei centri abitati (originalmente sardofoni...) nelle aree più marginali del territorio (quasi ghettizzato...) dando vita alla cultura degli stazzi (e poi delle cussorgie) e diviene prevalente solo quando l'elemento corsofono diviene prevalente, si mescola e conquista i centri urbani della Gallura interna e in particolare Tempio, che poi ne diventa veicolo di propagazione quando avviene il ripopolamento della Gallura. Per tanti motivi che ti avevo già esposto (vuoi il legame di un porto con il retroterra logudorese e nuorese, vuoi il retaggio di una passata cancelleria giudicale, forse anche la ridotta appetibilità per i corsi di un centro costiero malsano e pressochè disabitato) questo non è avvenuto (se non parzialmente) anche ad Olbia (così come a Luras, a Bortigiadas e nell'Anglona)... --Dch discutiamone 10:26, 17 mar 2007 (CET)[rispondi]

Ciao, solo questo link. Penso possa interessarti. www.archiviogiuridico.it/Archivio_10/Zedda.pdf Tslothrop

Sede vescovile[modifica wikitesto]

Sull'alternanza della residenza vescovile di Ampurias e Civita tra Castelsardo e Tempio anche prima dello spostamento della Sede vescovile a Tempio - fatto comunque arcinoto - si veda tra l'altro a pag. 243 del libro di William Henry Smith "Relazione sull'isola di Sardegna" (pubblicato nel 1828). [1]. --Dch discutiamone 19:06, 9 giu 2007 (CEST)[rispondi]

Punti di vista[modifica wikitesto]

Citare continuamente opinioni senza fonti è NPOV? 22:31, 27 gen 2008 (CET)

Buongiorno, segnalo che nella voce viene erroneamente citato Paul Valery. Trattasi in effetti di persona vissuta circa un secolo prima, Antoine-Claude Pasquin, nome d'arte Valéry.

Si cita il sito archeologico di Gemellae, ma il link rimanda a tutt'altro sito, situato nel Sahara occidentale. Io toglierei il link. --vadsf (msg) 22:26, 28 apr 2012 (CEST)[rispondi]

Errore mio, l'ho tolto Jalo 09:35, 2 mag 2012 (CEST)[rispondi]
Capita spesso, si mettono le parentesi quadre ma il nome riguarda qualcos'altro! Nella storia la mancanza di fantasia è sempre stato un problema. Bene così. :) --vadsf (msg) 20:42, 4 mag 2012 (CEST)[rispondi]

Su Giovanni Valentino conte di San Martino[modifica wikitesto]

Dovrebbe trattarsi d Giovanni Valentino SPANO giudice "Col diploma in data 27 febbr. 1711 il re Carlo III di Castiglia e di Aragona concedeva il titolo di conte di San Martino a don Giovanni Valentino ed ai suoi discendenti e successori di sangue, stabilendo che si dovesse succedere per via di maggiorasco legale o regolare. E quando l'isola di Sardegna passò sotto la Dinastia Sabauda, il predetto don ... " da http://www.heraldrysinstitute.com/cognomi_italiani.php?lang=it&time=1304845365&cognome=Spano si ritrova anche in:Calendario generale pe' regii stati compilato d'ordine di S. M. per cura della regia segreteria di stato per gli affari interni - anno XVI - 1839 (Giovanni) "Valentino Spano conte di s. Martino, barone di Minutadas"

Gentile anonimo, in Sardegna si è sempre usato il doppio cognome, all'uso iberico, ma le persone sono sempre identificate in primis col cognome del padre. Il giudice si chiamava Giovanni come nome di battesimo, ma di cognome faceva Valentino. Spano era evidentemente il cognome della madre, ma nell'articolo su Tempio è non solo superfluo (nei testi si parla solitamente del "giudice Valentino") ma anche fuorviante, perché poi chi legge potrebbe pensare che Valentino sia il secondo nome invece del primo cognome. Che il sito da lei citato ponga la ricerca sotto il cognome Spano non è significativo, d'altronde lì stesso la frase comincia con l'identificarlo come "don Giovanni Valentino" tout court. Saluti. --vadsf (msg) 03:46, 14 lug 2012 (CEST)[rispondi]

Che confusione! Il primo Conte è Giovanni Valentino Garruccio (nato 1669) il secondo è Giovanni Antonio Valentino Manca, il terzo è Michele Valentino Paderi, il quarto è Luigi Valentino Manca, il quinto ed ultimo nella linea maschile è Gaetano Valentino Spano. Il Giudice è Giuseppe Valentino Pes (1738-1808), discendente da uno zio paterno del primo conte

Ho corretto l'articolo, evidentemente colui che ebbe la concessione di conte non era il giudice ma un altro Giovanni Valentino; comunque tutti discendenti dal primo nobilitato nel 1642 e dunque nobili a loro volta (qui un albero non esattamente coincidente con la successione che indica lei, ma quasi). --vadsf (msg) 02:23, 8 set 2012 (CEST)[rispondi]

La tavola genealogica in questione di Tola Grixoni è corretta nella discendenza del primo Conte ma errata nelle sue ascendenze.Mi sono pregiato di fornire all'illustre studioso i dati genelaogici corretti, tratti direttamente dai Quinque Libri. L'errore più grossolano è nei genitori del primo conte, ipotizzati sulla base delle nomi dei di lui figli. Sennonché il testamento di Donna Maria Garruccio conservato negli atti della Tappa di Tempio prova incofutabilmente che il Conte era figlio del Cavaliere Nobile don Nicola Valentino e della medesima Garruccio. Da un fratello di Nicola, Andrea, sposato a donna Giovanna Pes Misorro, discende invece la linea dei cavalieri che rimase in Tempio e segnatamente quel Don Giovanni Valentino Satta, regidor del Marchesato di Orani segnalatosi nella lotta al banditismo e il di lui figlio Giuseppe, il celebre giudice carnefice dei seguaci di Angioy.

A parte ricostruzioni genealogiche più o meno attendibili, qui si discute dell'articolo su Tempio: mi pare che la ricostruzione che vi compare adesso sia sostanzialmente in linea con quanto lei afferma. Saluti e - se non le crea troppo disturbo - non potrebbe firmarsi quando interviene nelle discussioni? --vadsf (msg) 22:18, 16 set 2012 (CEST)[rispondi]

Località Milizzana:

Il nome di questa località, che si trova nei pressi della zona industriale di Tempio Pausania, deriva dalla famiglia Milizzanu, proprietaria dello stesso, durante il XVII secolo. Non si capisce perchè si citi una milizia romana in suddetto territorio, che avrebbe lasciato il proprio ricordo, mediante il nome della località.

Altra cosa da aggiungere:

L'iscrizione funeraria di un milite della coorte che ha militato per 19 anni, ipoteticamente presso la chiesa di San Lorenzo, effettivamente esiste. Il fatto è che la vera collocazione si trovava nella città di Olbia e, durante il XIX secolo, per dare prestigio alla città di Tempio Pausania, ci fu qualche buontempone tempiese che indicò questo ritrovamento nei dintorni della città, presso appunto la chiesa di San Lorenzo. Sono sempre mancate testimonianze romane e in quel periodo si voleva dimostrare la superiorità culturale rispetto Olbia, vero epicentro di ritrovamenti da secoli e secoli.

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Quartieri di Tempio Pausania[modifica wikitesto]

Perchè non indicarli? A memoria sono questi:

Mantelli, Custaglia, Sedda, Poi, Murino, Funicedda, Pastini, Balbacana, Rinascita, San Sebastiano, San Giuseppe, Curraggia, Pischinaccia, Rinaggiu, Rinaggeddu, Borgo Concezione, zona Cappai, Carmine, San Pietro, Monti Masa, San Francesco, San Francesco Saverio. Monti Pinna, Sant'Antonio, Pilari, Cacadda, Purgatorio, Padulaccia, lu Paluneddu, l'Oltacciu, lu Spinsateddu, lu Monti Longu, la stazione vecchia, Fonte Nuova e Valentino. Se poi ci si ricorda di altri siti sono bene accetti. --87.13.221.211 (msg) 22:01, 4 giu 2023 (CEST)[rispondi]