Dennis King (giornalista)

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William Dennis King (Durham, 1941) è un giornalista statunitense, famoso per le sue inchieste sulle sette religiose, sui "culti" politici e sui gruppi che predicano l'antisemitismo pubblicati su vari giornali e riviste, sia a livello locale che nazionale.

Laureatosi nel 1965 presso la University of North Carolina, partecipa attivamente durante gli anni sessanta alle attività del Partito Progressista del Lavoro.[1] Successivamente, si trasferisce a New York (dove ha vissuto per circa 40 anni) e nel 1977 comincia ad investigare su Fred Newman e il suo Partito Internazionale dei Lavoratori.

King è soprattutto conosciuto per essere uno dei più agguerriti critici di Lyndon LaRouche e del suo movimento. A partire dal 1981, collabora con Chip Berlet e Russ Bellant nella pubblicazione di una serie di documenti che accusano LaRouche di condurre attività illegali attraverso la sua organizzazione.[2] Il Washington Post ha addirittura parlato di minacce ricevute dal Movimento LaRouche a causa delle sue inchieste.[3]

Negli oltre 40 anni di attività giornalistica, King ha creato un archivio personale vastissimo, contenente informazioni del più vario genere sul Movimento LaRouche, su altri movimenti politici e religiosi (con particolare predilezione per quelli antisemiti) e su tutti i vari gruppi di attivisti di cui ha fatto parte. Scopo ultimo dichiarato: continuare a raccogliere informazioni e materiali di prima mano per poterle in seguito depositare presso biblioteche pubbliche e renderle di pubblico dominio.

Ha pubblicato due libri: Lyndon LaRouche and the New American Fascism (1989), un'inchiesta dettagliata sul "fenomeno Lyndon LaRouche"; Get the Facts on Anyone, una sorta di manuale per i giornalisti investigativi. Negli anni ottanta e nei primi anni novanta, ha tenuto numerose conferenze in varie università negli Stati Uniti e in Canada.

  1. ^ (EN) Cfr. Copia archiviata, su thenewamerican.com. URL consultato il 22 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2006)..
  2. ^ (EN) Cfr. [1].
  3. ^ (EN) Cfr. [2].

Collegamenti esterni

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