Crassula deceptor
Crassula deceptor (Schönland & Baker f., 1902) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, originaria di Sudafrica e Namibia[2].
L'epiteto specifico deceptor, ossia ingannatrice, deriva dal latino e si riferisce al fatto che questa specie veniva frequentemente scambiata per Crassula deltoidea[3][4].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]C. deceptor è una pianta perenne di piccole dimensioni formata da steli, molto ramificati, in grado di raggiungere i 6 centimetri d'altezza, per un diametro di 5-8 millimetri. È ancorata al terreno attraverso delle fini radici fascicolate.
Le foglie, che misurano 7–18 mm in lunghezza per 3–15 mm in larghezza, sono sessili e strettamente impilate le une sulle altre, dando così alla pianta l'aspetto di una colonna quadrangolare, ampia circa a 2,5 cm. Hanno una forma largamente ovata, con estremità da acute ad ottuse, pagina superiore piatta o leggermente concava e quella inferiore convessa. Inoltre non cadono con l'età, sono ricoperte da dense papille e di colore grigio o marrone.
Le infiorescenze a tirso, che si sviluppano tra gennaio e marzo in posizione terminale, sono ramificate in numerose dicasia, raggiungendo un'ampiezza di circa 2 cm, e ricoperte da fiori sessili. Sono sorrette da un peduncolo, lungo 2–8 cm, ricoperto da papille arrotondate e che presenta alcune coppie di corte brattee dall'apice acuto.
I fiori hanno un calice formato da sepali, lunghi circa 1,5 mm, dalla forma oblungo-triangolare, apici ottusi e superfici papillose, e con alcune ciglia in posizione marginale. La corolla, di forma tubolare e colore da crema a giallo, è invece formata da petali lunghi 2-2,5 mm, dalla forma oblungo-ellittica ed estremità da acute ad ottuse, oltre che ricurve, che presentano un'appendice dorsale. Gli stami portano delle antere di colore marrone[1][5][6][7][8].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]C. deceptor ha un areale che spazia tra le province del Capo Occidentale e Settentrionale, in Sudafrica, e la Namibia meridionale. In particolare la si può trovare nella zona arida compresa tra l'insediamento di Vanrhynsdorp a sud e la regione di ǁKaras a nord, giungendo verso est, oltre al cosiddetto Bushmanland, fino nei pressi della cittadina Kakamas.
È una specie quindi presente nell'ecoregione nota come Karoo succulento, dove frequentemente cresce su affioramenti di quarzite, soprattutto tra le colline del Knersvlakte, oppure in terreni poco profondi o spaccature tra rocce granitiche[8][9].
Coltivazione
[modifica | modifica wikitesto]In genere le Crassula richiedono un terreno povero di componente organica e ricco di minerali, ben drenante in modo da evitare i ristagni idrici che potrebbero uccidere la pianta. Annaffiare solo a terreno ben secco.
È una pianta originaria di aree incluse nelle USDA Hardiness Zones da 10a ad 11b, pertanto non dovrebbe essere esposta a temperature inferiori a 10 °C e comunque mai al di sotto dei -1,1 °C. Preferisce difatti una posizione soleggiata, ed essendo una specie di ridotte dimensioni è consigliata la coltivazione in vaso[7][10].
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Esemplari di C. deceptor.
-
Dettaglio di un'infiorescenza di C. deceptor.
-
Esemplare di C. deceptori in una spaccatura nella quarzite.
-
Esemplare di C. deceptor nella regione del Knersvlakte.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN, LA) James Britten, New Crassulas from South Africa, in Journal of botany, British and foreign., vol. 40, Londra, Robert Hardwicke, 1902, p. 371, OCLC 1642195.
- ^ (EN) Crassula deceptor Schönland & Baker f., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 7 gennaio 2021.
- ^ (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 135, ISBN 0-521-86645-6.
- ^ (EN) Urs Eggli e Leonard E. Newton, Etymological Dictionary of Succulent Plant Names, Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 59, ISBN 978-3-662-07125-0. URL consultato il 13 dicembre 2020.
- ^ (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 47, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
- ^ (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, p. 90, ISBN 9058093239.
- ^ a b (EN) Crassula deceptor, su llifle.com. URL consultato il 7 gennaio 2021.
- ^ a b (EN, FR) International Crassulaceae Network - Crassula deceptor, su crassulaceae.ch. URL consultato il 7 gennaio 2021.
- ^ (EN) Threatened Species Programme | SANBI Red List of South African Plants - Crassula deceptor, su redlist.sanbi.org. URL consultato il 7 gennaio 2021.
- ^ (EN) Crassula deceptor, su World of Succulents, 6 settembre 2013. URL consultato il 7 gennaio 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN, LA) James Britten, New Crassulas from South Africa, in Journal of botany, British and foreign., vol. 40, Londra, Robert Hardwicke, 1902, p. 371, OCLC 1642195.
- (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 47, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
- (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, p. 90, ISBN 9058093239.
- (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 135, ISBN 0-521-86645-6.
- (EN) Urs Eggli e Leonard E. Newton, Etymological Dictionary of Succulent Plant Names, Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 59, ISBN 978-3-662-07125-0. URL consultato il 13 dicembre 2020.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Crassula deceptor
- Wikispecies contiene informazioni su Crassula deceptor