Crassula badspoortensis

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Crassula badspoortensis
Infiorescenza di C. badspoortensis
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
OrdineSaxifragales
FamigliaCrassulaceae
SottofamigliaCrassuloideae
GenereCrassula
SpecieC. badspoortensis
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineRosales
FamigliaCrassulaceae
GenereCrassula
SpecieC. badspoortensis
Nomenclatura binomiale
Crassula badspoortensis
van Jaarsv., 2001[1]
Areale
Posizione dell'unica popolazione nota di C. badspoortensis[2].

Crassula badspoortensis (van Jaarsv., 2001) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, endemica delle Province del Capo, in Sudafrica[3].

L'epiteto specifico badspoortensis deriva dal nome della località di Badspoort, dove nel 2001[1] è stata scoperta questa specie[4].

C. badspoortensis è una pianta perenne a portamento arbustivo, con ciascun cespo formato da 3-8 steli in grado di raggiungere i 10 centimetri d'altezza e di circa 3–4 mm in diametro. Questi hanno sono in genere penduli e presentano degli internodi ogni 6–10 mm.

Le foglie sono sessili, di forma ovata e misurano circa 20–35 mm sia in lunghezza che in larghezza. Hanno entrambe la pagine leggermente convesse e ripiegate verso il basso, fuse tra loro alla base. Sono di un colore da glauco, essendo ricoperte di un fine strato di cera, a verde-biancastro, hanno margini interi ed estremità subacute.

Le ampie infiorescenze a tirso, che si sviluppano durante il periodo estivo-autunnale, arrivano a misurare 6 cm in diametro e sono unite alla pianta grazie ad un peduncolo lungo circa 4 cm. Sulle infiorescenze, fittamente ramificate in svariate dicasia, si sviluppano numerosi fiori pentameri dalla forma stellata. Il calice è formato da 5 sepali di forma triangolare, lunghi circa 1,3 mm e larghi 0,8 mm, dalle punte acute. La corolla è composta di 5 petali di colore bianco, lunghi 3,5 mm e larghi 1 mm, dalla forma lanceolata e dalle estremità ricurve, presentando infine punte da ottuse a subacute. Le antere sono di colore marrone[5][6][7].

Distribuzione e habitat

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C. badspoortensis è una specie endemica di una ristretta ed impervia area nella Provincia del Capo Occidentale, nei pressi della cittadina di Calitzdorp, e non è ancora stata individuata in aree differenti da quella del primo ritrovamento, ad opera di Ernst van Jaarsveld, che ha permesso di classificarla[3][4].

Nello specifico la sua ridotta EOO (Extent Of Occurance) di circa 10 km2 comprende alcune scarpate di roccia quarzitica dell'ecoregione nota come macchia di Albany, dove assume un comportamento pensile. Nonostante il suo limitato areale non è soggetta a particolari minacce data l'inaccessibilità dell'area per il bestiame delle vicine fattorie, pertanto viene considerata come una specie a rischio minimo[2][5].

  1. ^ a b (AF) Ernst Jacobus van Jaarsveld, Mondstuk van die Suid-Afrikaanse Aalwyn- en Vetplant Vereniging, in Aloë, vol. 38, n. 1-2, South African Aloe and Succulent Society, 2001, p. 29.
  2. ^ a b Threatened Species Programme | SANBI Red List of South African Plants, su redlist.sanbi.org. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  3. ^ a b (EN) Crassula badspoortensis van Jaarsv., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  4. ^ a b (EN) Urs Eggli e Leonard E. Newton, Etymological Dictionary of Succulent Plant Names, Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 21, ISBN 978-3-662-07125-0. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  5. ^ a b International Crassulaceae Network, su crassulaceae.ch. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  6. ^ CJB - African plant database - Detail, su ville-ge.ch. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  7. ^ (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 40, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.

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