Apparizione di Cristo ai santi Rocco e Carlo

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Apparizione di Cristo ai santi Rocco e Carlo
AutoreGiulio Cesare Procaccini
Data1624-1625
Tecnicaolio su tela
Dimensioni320×180 cm
UbicazionePinacoteca civica, Caravaggio

L'Apparizione di Cristo ai santi Rocco e Carlo è un olio su tela di Giulio Cesare Procaccini, risalente al 1624-25, oggi facente parte della pinacoteca civica di Caravaggio, in Lombardia.

La tela era originariamente collocata nella chiesa di San Bernardino, dove era stata commissionata dai Cistercensi per decorare l'altare di san Rocco; la commissione è documentata da un manoscritto risalente al 1600, secondo cui

«Si diedero 42 lire ad un pittore per caparra dell'Ancona di S. Roccho e S. Carlo.»

La scelta dei Cistercensi di rivolgersi ad una maestranza milanese, piuttosto che bergamasca, ne conferma i forti legami con l'ambiente culturale e religioso meneghino, che aveva favorito il loro insediamento a Caravaggio.

Quando, nel 1800, il monastero cistercense di San Bernardino fu soppresso, la pala fu spostata nella chiesa di San Giovanni e fu successivamente data per dispersa.

Il soggetto della pala, corrispondentemente alle richieste della committenza, è semplice, quasi didascalica, e per questo priva di arditezze barocche; le figure sono disposte frontalmente, in uno spazio quasi privo di profondità.

L'opera si inserisce nel ciclo di raffigurazioni pittoriche elaborate a cavallo degli anni 1620 per raffigurare l'epidemia di peste che in quegli anni stava interessando il milanese, e che sarebbe proseguita almeno fino al 1630; il soggetto è costituito dai due santi, san Rocco e san Carlo, che implorano la pietà di Dio, indicando a Cristo i cadaveri dei morti in primo piano. Cristo, con fare imperioso, risponde ordinando ad un angelo di riporre la spada nel fodero. Sullo sfondo è visibile un lazzaretto.

Il dipinto raffigura icasticamente la virulenza della peste, che colpisce mortalmente la popolazione; il suo imperversare è metaforicamente simboleggiato dalla piaga di san Rocco, ancora aperta. L'atmosfera è buia e pesante; i toni sono freddi, e concentrati nella parte bassa del dipinto. Più in alto l'alone degli angeli cherubini diffonde una luminosità fumosa rosa e gialla.

L'opera costituisce un esempio classico dello stile del tardo Procaccino, improntato alla ripetizione manieristica di modelli e formule ricorrenti; i personaggi, privi di slanci inventivi, sono una mera riproposizione di motivi pittorici già noti, e furono probabilmente realizzati con l'aiuto significativo degli aiutanti del pittore.

La figura di Cristo è collocata in una rigida posizione frontale; san Carlo è rappresentato nella convenzionale posizione di devozione, mentre gli angeli e san Rocco si rifanno allo stile neoparmense.

Le grandi ali spalancate costituiscono, al contrario, un motivo di grande interesse pittorico; sono realizzate con una morbida stesura di ocra e grigio e con sottili pennellate di rosso e di giallo.

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