Zeusi dipinge il ritratto di Venere scegliendo come modello le fanciulle di Crotone

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Zeusi dipinge il ritratto di Venere scegliendo come modello le fanciulle di Crotone
AutoreFrancesco Solimena
Data1690 circa
Tecnicasconosciuto
UbicazioneSenato della Repubblica, Palazzo Madama, Sala della Balaustra, Roma

La tela (150x200 cm) Zeusi dipinge il ritratto di Venere scegliendo come modello le fanciulle di Crotone di Francesco Solimena è conservata a Roma presso il Senato della Repubblica, Palazzo Madama, Sala della Balaustra.

Questo capolavoro del tardo barocco napoletano, riconosciuto da Nicola Spinosa, realizzato in pendant, è conservato insieme ad un'altra tela di Francesco Solimena: Apelle dipinge il ritratto di Pampapse alla presenza di Alessandro il Grande, alla quale è strettamente collegato.

Si tratta di due episodi raccontati nel XXV libro della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio.

In Zeusi dipinge il ritratto di Venere scegliendo come modello le fanciulle di Crotone l'episodio si riferisce, secondo un mito antico, al momento in cui Zeusi, celebre pittore greco del V secolo, per dipingere il ritratto di Venere, dea della Bellezza (in realtà, nel testo di Plinio si parla di Elena di Troia, bellissima moglie di Menelao, re di Sparta, che, rapita da Paride, figlio di Priamo, re di Troia, fu considerata responsabile della lunga guerra tra Greci e Troiani, con la conseguente distruzione della stessa Troia), scelse a modello cinque tra le più belle e giovani donne di Crotone (altre volte si parla, invece, di Agrigento).

Il due soggetti furono più volte illustrati in età barocca, soprattutto per essere allusivi sia alle capacità mimetiche della Pittura anche nel rappresentare al meglio la Bellezza (è il caso del dipinto Zeusi dipinge il ritratto di Venere scegliendo a modello le fanciulle di Crotone), sia alla superiorità delle Arti o, meglio, dell’artista sul potere politico-militare e, in particolare, su chi lo detiene (ed è il caso del dipinto Apelle dipinge il ritratto di Pampapse alla presenza di Alessandro il Grande).

Il ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

I dipinti Apelle dipinge il ritratto di Pampapse alla presenza di Alessandro il Grande e Zeusi dipinge il ritratto di Venere scegliendo a modello le fanciulle di Crotone sono stati ritrovati nel 2010, nel corso del lavoro di aggiornamento e valorizzazione degli archivi della quadreria del Senato[1] diretto da Tiziana Ferrari, curatrice delle opere d’arte presso la Camera Alta.[2] Il professor Nicola Spinosa venne invitato dal Senato in quanto molte opere della quadreria provenivano dal museo di Capodimonte, Spinosa durante la ricognizione nei palazzi, riconobbe i due grandi dipinti da molti anni scomparsi dai circuiti dell’arte: due tele del maestro Francesco Solimena. Le opere acquistate nel 1937 dall’allora Presidente erano state erroneamente catalogate sotto il nome di un artista minore: Biagio Falcieri. Per molti anni allocate a Palazzo Madama nella piccola Sala della Balaustra giacevano sotto mentite spoglie.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Senato della Repubblica - Dipinti dal Quattrocento al Settecento nelle Raccolte d'Arte del Senato, su senato.it. URL consultato l'8 aprile 2022.
  2. ^ Cultura. Un volume sulle raccolte d'arte del Senato, su Ago Press | agenzia giornalistica, 29 marzo 2011. URL consultato l'8 aprile 2022.
  3. ^ Scoperta: “Quei quadri valgono milioni”. Al Senato due Solimena, valutati zero, su Affaritaliani.it. URL consultato l'8 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dipinti dal Quattrocento al Settecento nelle raccolte d'Arte del Senato, 2010, Silvana Editoriale
  • I Solimena di Palazzo Madama - Due dipinti ritrovati e l’autore identificato, 2013, Ars Caput Mundi
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