Zeta Cygni

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Zeta Cygni
Zeta Cygni
ClassificazioneGigante gialla
Classe spettraleG8III[1]
Distanza dal Sole143 anni luce[2]
CostellazioneCigno
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta21h 12m 56,186s
Declinazione+30° 13′ 36,90″
Dati fisici
Raggio medio15[3] R
Massa
Temperatura
superficiale
4831 K[5] (media)
Luminosità
Metallicità77% rispetto al Sole[5]
Età stimata400 milioni[6]
Dati osservativi
Magnitudine app.+3,20
Magnitudine ass.+0,00
Parallasse22,79 mas
Velocità radiale15,85 km/s

Coordinate: Carta celeste 21h 12m 56.186s, +30° 13′ 36.9″

Zeta Cygni (ζ Cygni / ζ Cyg) è la sesta stella più brillante della costellazione del Cigno. Si tratta di una stella binaria che si trova circa a 143 anni luce[2] di distanza e la sua magnitudine apparente è 3,2[7].

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste boreale e posizionata all'estremità di uno dei bracci della costellazione, all'esterno di Epsilon Cygni. La sua posizione moderatamente boreale fa sì che questa stella sia osservabile specialmente dall'emisfero nord, in cui si mostra alta nel cielo nella fascia temperata; dall'emisfero australe la sua osservazione risulta invece più penalizzata, specialmente al di fuori della sua fascia tropicale. La sua magnitudine pari a 3,2 le consente di essere scorta senza difficoltà anche dalle aree urbane di moderate dimensioni.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Zeta Cygni è una gigante gialla di tipo spettrale G8III[1] avente un raggio 15 volte quello del Sole[3], una massa pari a tre volte quella solare[4] e una temperatura superficiale attorno ai 4830 K[5] o 4910 K,[8] che le conferiscono la colorazione gialla tipica delle stelle di tipo G.[9]

La sua età è stimata in 400 milioni di anni.[6]

Pare essere una stella al bario, mostra cioè alte concentrazioni di questo e di altri elementi pesanti nella sua atmosfera. In queste stelle, come ζ Capricorni e Alphard (α Hydrae), le alte concentrazioni di elementi pesanti sono spesso dovute a una compagna nana bianca, normalmente invisibile,[6] che ha inquinato in passato l'atmosfera della stella principale attraverso l'emissione di forti venti stellari che hanno trasferito massa alla principale. Prima dell'accrezione dovuta a questo trasferimento, la massa di Zeta Cygni era stimabile in circa 2,5 volte quella solare, mentre la compagna più evoluta aveva una massa pari tre volte quella del sole.[4]

Immagini dettagliate ottenute recentemente con il telescopio spaziale Hubble hanno permesso di osservare una compagna molto debole, una nana bianca,[1] a soli 0,04 secondi d'arco. Essa compie un'orbita intorno a Zeta Cygni ogni 17,8 anni, con un'eccentricità di 0,22[10] e una distanza media di 11 UA dalla principale. In precedenza questa stella era il membro più massiccio del sistema, e quindi si è evoluta più velocemente, terminando prima della compagna la sua normale esistenza di stella.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c M. A. Barstow, Howard E. Bond, M. R. Burleigh e J. B. Holberg, Resolving Sirius-like binaries with the Hubble Space Telescope, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 322, n. 4, aprile 2001, pp. 891–900, Bibcode:2001MNRAS.322..891B, DOI:10.1046/j.1365-8711.2001.04203.x, arXiv:astro-ph/0010645.
  2. ^ a b F. van Leeuwen, Validation of the new Hipparcos reduction, in Astronomy and Astrophysics, vol. 474, n. 2, novembre 2007, pp. 653–664, Bibcode:2007A&A...474..653V, DOI:10.1051/0004-6361:20078357, arXiv:0708.1752.
  3. ^ a b Alessandro Massarotti, David W. Latham, Robert P. Stefanik e Jeffrey Fogel, Rotational and Radial Velocities for a Sample of 761 HIPPARCOS Giants and the Role of Binarity, in The Astronomical Journal, vol. 135, n. 1, gennaio 2008, pp. 209–231, Bibcode:2008AJ....135..209M, DOI:10.1088/0004-6256/135/1/209.
  4. ^ a b c A. V. Yushchenko, V. F. Gopka, C. Kim, Y. C. Liang, F. A. Musaev e G. A. Galazutdinov, The chemical composition of the mild barium star HD 202109, in Astronomy and Astrophysics, vol. 413, gennaio 2004, pp. 1105–1114, Bibcode:2004A&A...413.1105Y, DOI:10.1051/0004-6361:20031596, arXiv:astro-ph/0308337.
  5. ^ a b c d Rotational and radial velocities 761 HIP giants (Massarotti+, 2008)
  6. ^ a b c Zeta Cygni (Stars, Jim Kaler) Archiviato il 5 luglio 2008 in Internet Archive.
  7. ^ Extended Hipparcos Compilation (XHIP) (Anderson+, 2012)
  8. ^ D. M. Allen e G. F. Porto de Mello, Mn, Cu, and Zn abundances in barium stars and their correlations with neutron capture elements, in Astronomy and Astrophysics, vol. 525, gennaio 2011, pp. A63, Bibcode:2011A&A...525A..63A, DOI:10.1051/0004-6361/200912356, arXiv:1009.4688.
  9. ^ The Colour of Stars, Australia Telescope, Outreach and Education, Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation, 21 dicembre 2004. URL consultato il 16 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2012).
  10. ^ R. F. Griffin e P. C. Keenan, Spectroscopic binary orbits from photoelectric radial velocities. Paper 105: zeta Cygni, in The Observatory, vol. 112, agosto 1992, pp. 168–182, Bibcode:1992Obs...112..168G.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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