Yponomeuta padella

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Ragna del melo
Yponomeuta padella
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezionePanorpoidea
OrdineLepidoptera
SottordineGlossata
InfraordineHeteroneura
DivisioneDitrysia
SuperfamigliaYponomeutoidea
FamigliaYponomeutidae
SottofamigliaYponomeutinae
GenereYponomeuta
SpecieY. padella
Nomenclatura binomiale
Yponomeuta padella
(Linnaeus, 1758)
Sinonimi

Hyponomeuta diffluellus
Heinemann, 1870
Hyponomeuta variabilis
Zeller, 1844
Phalaena padella
Linnaeus, 1758
Yponomeuta diffluellus
Heinemann, 1870
Yponomeuta rhamnellus
Gershenson, 1974

Nomi comuni

Iponomeuta del melo
Iponomeuta del susino

La ragna del melo (Yponomeuta padella (Linnaeus, 1758)) è un lepidottero appartenente alla famiglia Yponomeutidae[1][2], presente in tutta la regione paleartica[1]. Vive come parassita di varie piante, in particolare le Rosacee (melo, susino, biancospino, etc.)[1][2][3].

L'apertura alare è di circa 20 millimetri[1][2]; le ali anteriori sono bianche con punti neri[1][2], quelle posteriori sono grigie con frange[1].

Le larve di Y. padella sono all'inizio giallo-verdi, poi, maturando, diventano giallo-grigie[2]. Hanno la testa nera e sulla loro schiena c'è una doppia fila di punti neri[2].

Gli adulti escono dal bozzolo tra giugno e luglio, e volano nelle ore serali[1][2]. Le femmine depongono gruppi di 25-50 uova sui rametti della pianta[1]; le uova sono sovrapposte fra loro come le tegole di un tetto[1]. Appena deposte, le uova hanno una colorazione gialla, che con il tempo diventa rossa vinacea[1]. Le larve nascono ad agosto[1]; tuttavia, esse non escono all'aperto, ma forano la parete del corion rivolta verso il ramo[1]; esse rodono la corteccia in corrispondenza della zona coperta dal corion[1]; quest'ultimo viene ispessito dalla seta prodotta e dal materiale eroso dalla corteccia. Le larve svernano all'interno di questo rifugio da esse costruito[1][2][3] e in primavera compiono la prima muta[1]; dopodiché, esse fuoriescono forando il corion, raggiungono in massa una foglia e scavano delle gallerie all'interno di essa, passando di foglia in foglia (una covata intacca 4-5 foglie)[1]. In seguito esse compiono anche la seconda muta e cominciano a mangiare l'epidermide ed il mesofillo di nuove foglie[1]; qui costruiscono dei nidi esterni, unendo i residui delle foglie con fili sericei[1]. Non appena il materiale trofico si esaurisce, esse abbandonano il nido, lasciando dietro di sé escrementi neri, fili sericei e frammenti di foglie[2]. All'inizio di giugno, esse si rinchiudono in bozzoli bianchi a forma di fuso[1].

Esistono vari antagonisti naturali di H. padellus:

Le larve dell'Y. padellus divorano le foglie della pianta ospite, arrivando a defoliarla quasi del tutto, con seria compromissione dello stato vegetativo e della produzione dei frutti[3]. Attacca prevalentemente piante o isolate o in frutteti di collina e montagna; raramente attacca piante in frutteti posizionati in pianura, in quanto questi sono regolarmente sottoposti a trattamenti con insetticidi[2].

Metodi di lotta

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Contro l'Y. padellus spesso sono efficaci i trattamenti usati contro altri parassiti[2][3]. Per un trattamento specifico, è utile in piante basse raccogliere, in primavera, le foglie intaccate. Varie sostanze sono usate per attaccare l'Y. padellus:

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Antonio Servadei, Sergio Zangheri, Luigi Masutti. Entomologia generale ed applicata. Padova, CEDAM, 1972. Pagg. 424-425-426
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Scheda su Yponomeuta padella del sito www.agraria.org, su agraria.org.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n Scheda su Yponomeuta padella dell'enciclopedia agronomica agriwww [collegamento interrotto], su agriwww.it.
  • (EN) Capinera, J. L. (Ed.), Encyclopedia of Entomology, 4 voll., 2nd Ed., Dordrecht, Springer Science+Business Media B.V., 2008, pp. lxiii + 4346, ISBN 978-1-4020-6242-1, LCCN 2008930112, OCLC 837039413.
  • (EN) Hering, E. M., Biology of the Leaf Miners, s'-Gravenhage, W. Junk, 1951, pp. iv + 420, ISBN 978-9401571982, LCCN 52001318, OCLC 1651676.
  • (EN) Kükenthal, W. (Ed.), Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, a cura di Kristensen, N. P., collana Handbuch der Zoologie, Fischer, M. (Scientific Editor), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. x + 491, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917.
  • (EN) Jon A. Lewis and Jae-Cheon Sohn, Lepidoptera: Yponomeutoidea I (Argyresthiidae, Attevidae, Praydidae, Scythropiidae, and Yponomeutidae), a cura di Bernard Landry (Ed.), Brill, marzo 2015, p. 244, ISBN 9789004254749.
  • (EN) Scoble, M. J., The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. xi, 404, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  • Antonio Servadei, Sergio Zangheri, Luigi Masutti. Entomologia generale ed applicata. Padova, CEDAM, 1972.
  • (EN) Stehr, F. W. (Ed.), Immature Insects, 2 volumi, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. ix, 754, ISBN 9780840337023, LCCN 85081922, OCLC 13784377.

Voci correlate

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