X 2 (sommergibile Italia)

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X 2
Descrizione generale
Tiposommergibile posamine
ClasseX
Proprietà Regia Marina
CantiereAnsaldo-Sestri, Genova
Impostazione22 agosto 1916
Varo25 aprile 1917
Entrata in servizio1º febbraio 1918
Radiazione18 ottobre 1946
Destino finaledemolito
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione468 t
Dislocamento in emersione403 t
Lunghezza42,6 m
Larghezza5,52 m
Pescaggio3,15 m
Profondità operativa53 m
Propulsionedue motori diesel Sulzer da 650 CV, due motori elettrici Ansaldo da 320 CV; due eliche
Velocità in immersione 6,3 nodi
Velocità in emersione 8,2 nodi
Autonomiain superficie 1200 miglia marine a 8 nodi
in immersione 70 miglia marine alla velocità di 3 nodi
Equipaggio2 ufficiali, 23 fra sottufficiali e marinai
Armamento
Artiglieria1 cannone da 76/30 mm
Siluri2 tubi lanciasiluri da 450 mm (dagli anni venti)
Altro9 tubi lanciamine (18 mine)
Note
MottoSilenter sub undis mortem parat[1]
dati tratti da[2], [1] e da Uomini sul fondo di Giorgio Giorgerini
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L’X 2 è stato un sommergibile della Regia Marina.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 1918 (con il tenente di vascello Armando Fumagalli come comandante), una volta ultimato, fu dislocato a Brindisi, da dove operò nel Basso Adriatico[3][4].

L'8 marzo 1918 effettuò la posa di un campo minato al largo di Punta Meleda[5].

Dal 5 all'8 giugno 1918 svolse un'altra operazione di minamento, sempre nel Canale di Meleda[6].

In tutto, durante la prima guerra mondiale, compì 6 missioni di posa di mine[4][3].

Alla fine della guerra fu disarmato, ma nel 1921 tornò in servizio con base a Taranto[4][3].

Nel 1924 partecipò alla prima e grande esercitazione sommergibilistica italiana, che vide l'impiego in totale di 26 unità di questo tipo, più le unità appoggio Cunfida ed Alessandro Volta[7].

Nel 1936 fu assegnato alla Scuola Sommergibili di Pola[4][3].

Il suo unico impiego durante la sua seconda guerra mondiale consisté in quattro missioni di trasferimento nel periodo giugno-settembre 1940, per totali 798 miglia di navigazione, tutte in superficie[4][3].

Il 16 settembre 1940 fu posto in disarmo e rimase così sino al termine del conflitto[4][3].

Radiato il 18 ottobre 1946, fu avviato alla demolizione[4][3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I motti delle navi italiane, Roma, Ufficio Storico della Marina Militare, 1998, p. 80.
  2. ^ Da Navypedia.
  3. ^ a b c d e f g Classe X (1916) - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici
  4. ^ a b c d e f g Sommergibile X2
  5. ^ Favre, p. 239.
  6. ^ Favre, p. 241.
  7. ^ Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 100.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Favre, La Marina nella Grande Guerra. Le operazioni navali, aeree, subacquee e terrestri in Adriatico, Gaspari, 2008, ISBN 9788875411350.
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