XU

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La XU, sigla che significa X per "unknown" (ignoto) ed U per "undercover agent" (agente sotto copertura), era una rete di raccolta di informazioni norvegese composta da studenti, accademici, professionisti, vigili ed altro personale tecnico distribuita sul territorio [1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel luglio 1940 il gruppo venne in contatto con un altro gruppo specializzato in sabotaggi e guidato da Arvid Storsveen. In un primo momento la sua base era formata da militari ma successivamente i suoi membri vennero reclutati essenzialmente tra gli studenti. Il suo compito era la raccolta di notizie e foto sugli occupanti, messa in piedi da Lauritz Sand, che aveva lavorato in India per i servizi segreti britannici, inizialmente coadiuvato dal maggiore John Hagle e dal capitano Eivind Hjelle, ed in un primo momento faceva parte della Milorg, ma se ne separò nell'autunno del 1941 quando Lauritz Sand ed altri vennero arrestati dalla Gestapo. La sua esistenza venne tenuta segreta fino al 1980, quando alcuni suoi membri vennero decorati. Tra i suoi capi anche varie donne tra cui Anne-Sofie Østvedt, una studentessa di chimica allora ventiduenne dell'Università di Oslo[2]. Nel 1942 i tedeschi scoprirono l'organizzazione e procedettero ad una serie di arresti[3], ma senza riuscire a smantellarla, e l'attività proseguì fino al termine del conflitto.

Sempre nel 1942 il SIS britannico inviò due dei suoi agenti a disposizione dell'organizzazione e nel giugno 1943 l'agente Olaf Reed-Olsen venne inviato a stabilire una stazione trasmittente, con nome in codice Acquarius, che attraverso i gruppi di Stavanger, Egersund e Flekkefjord del movimento raccolse informazioni e le trasmise in Gran Bretagna[4].

L'organizzazione era collegata allo Special Operation Executive britannico, e dipendeva dal dipartimento FO. IV dell'Alto Comando norvegese in Gran Bretagna, poi passato al dipartimento FO. II.

Alcuni membri notevoli[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Norway’s Fearless WWII Resistance Fighters, su cechambers.com. URL consultato l'8 settembre 2013. resoconto pubblicato ed ampliato sulla rivista Norwegian American Weekly in stampa ed in linea
  2. ^ The Untold Story of a Norwegian WWII Resistance Fighter, su aauw.org. URL consultato l'8 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2013).
  3. ^ Torleif Tellefsen, su wwiinorge.com. URL consultato il 6 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2013).
  4. ^ THE SPECIAL OPERATIONS EXECUTIVE IN NORWAY 1940-1945: POLICY AND OPERATIONS IN THE STRATEGIC AND POLITICAL CONTEXT - tesi di laurea sul SOE alla SCHOOL OF HISTORICAL AND INTERNATIONAL STUDIES, pag 194

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]