Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Spedizione ateniese in Sicilia

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(Autosegnalazione) Ho curato personalmente la voce, credo sia sufficientemente completa e ricca di citazioni, attendo però riscontri e suggerimenti. --Codas (msg) 14:10, 12 giu 2008 (CEST)[rispondi]

La votazione si aprirà alle ore 14:10 del giorno 22 giugno e si chiuderà alle ore 14:10 del giorno 12 luglio.

Suggerimenti e obiezioni

Suggerimenti e obiezioni
  • Ad una prima occhiata mi sembra che le note siano un po' poche: andrebbero inserite almeno a corredo di tutti i dati numerici (per esempio le forze impegnate nella spedizione). Riguardo alla posizione delle note stesse, alcune sono prima della punteggiatura, altre dopo: unificare in uno dei due modi. Consiglio inoltre di rivolgersi al Progetto:Laboratorio grafico per la traduzione delle cartine.--Glauco4500 edit(συμπόσιον) 15:20, 12 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Aggiungo che alle note che puntano un sito web andrebbe aggiunto il template Cita web.--Andrea93 (msg) 18:39, 12 giu 2008 (CEST) ✔ Fatto --Codas (msg) 19:13, 12 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Attenzione: l'uso del {{cita web}} non è svolto, vedi l'uso del template. Segui lo schema: {{cita web|url= |titolo= |accesso= }}.
  • Ho dato un'occhiata alle prime sezioni, e la prosa non è ineccepibile; inoltre l'organizzazione dei dati non mi convince, purtroppo non so se entro dieci giorni riuscirò a passare per una rilettura completa, ma ci proverò. Consiglierei attenzione nella scelta dei toponimi (Leontinoi è assai meno usato di Leontini, se lo facciamo passare quella oltre a Katane - centro metallurgico giapponese? -allora mettiamo anche Messene o Akragas. A proposito, Messene è in Messenia, Messina è in Sicilia.) εΔω 13:56, 14 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Sarebbe bello inserire i nomi antichi piuttosto che quelli odierni. --Codas (msg) 17:56, 14 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Magari inserirli tutti e due la prima volta (uno tra parentesi)? Sarebbe meglio - per esempio - Leontini (Leontinoi). Il nome originale potrebbe essere poco indicativo per i lettori.--Glauco4500 edit(συμπόσιον) 19:34, 14 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Concordo. --Codas (msg) 00:44, 15 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Ampliare l'incipit, che deve essere un mini riassunto della voce. Inoltre come già detto, una voce da vetrina vuole delle cartine localizzate in italiano. Sinceramente però la prosa mi sembra molto zoppicante...ci vorrebbe una bella revisione della forma. Marko86 (msg) 13:30, 15 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Segnalazionevota

Votazione

SÌ vetrina
  1. Alien Forza Murata!
    --Codas (msg) 16:08, 22 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  2. ----Carassiti Anna Maria (msg) 17:02, 22 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  3. Glauco929·9·9·9·10·10·10·10 (5000 edit)(συμπόσιον) 13:35, 23 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  4. --Freegiampi ccpst 20:37, 23 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  5. Un plauso all'ottimo lavoro cha va sicuramente premiato con la vetrina--AzotoLiquido 01:12, 25 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  6. --Neq00 (msg) 12:57, 27 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  7. --Andrea borsari (msg) 19:36, 27 giu 2008 (CEST)[rispondi]
    --Cristiano64 ANTICA ROMA iscriviti qui! 21:25, 27 giu 2008 (CEST) Sospendo voto in attesa di "restaurazione cartine". --Cristiano64 MIE DISCUSSIONI iscriviti in ANTICA ROMA! 13:51, 10 lug 2008 (CEST)[rispondi]
  8. Vedi anche suggerimenti sotto :-) -- Henrykus il maturando δισσοί λόγοι 22:53, 27 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  9. Buona voce! Soltanto una minuzia: si possono tradurre le due mappe coi toponimi in tedesco? --Roberto Segnali all'Indiano 06:48, 30 giu 2008 (CEST)[rispondi]
    Eccomi--Gimladen (msg) 16:46, 30 giu 2008 (CEST) Alla luce di questo {Sirabder87}Static age 15:42, 10 lug 2008 (CEST)[rispondi]
    --Odno 18:03, 30 giu 2008 (CEST) Abuso di utenze multiple, voto non valido--CastaÑa 16:08, 11 lug 2008 (CEST)[rispondi]
NO vetrina
  1. Spiacente, mi piace l'argomento, ma la voce non è ancora pronta come avevo detto nella fase precedente.--Andrea93 (msg) 19:36, 22 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  2. Se la vetrina deve essere l'eccellenza, quelle cartine in tre lingue rendono questa voce ancora inadatta, anche se di poco. Inoltre la voce, pur in generale ben sorretta da fonti, qua e là presenta ancora qualche lacuna, specie laddove si forniscono valutazioni storiografiche (un esempio per capirci: frasi come "In realtà la pace era da considerarsi come una tregua..." o "Molti storici hanno dibattuto sulle ragioni di una sconfitta di tali proporzioni. Bisogna certamente considerare..." richiedono una fonte a sostegno, secondo il criterio 2 di Wikipedia:Linee guida sull'uso delle fonti: "interpretazioni dei fatti e opinioni di qualunque genere, comprese le analisi storico/artistiche di personaggi o movimenti").--CastaÑa 16:03, 9 lug 2008 (CEST)[rispondi]
  3. No vetrina. --Filos96 (msg) 8:42, 10 lug 2008 (CEST). Concordo con Andrea93 e Castagna (anche se il mio parere sulle fonti è più drastico), i cui giudizi critici mi invogliano ad esprimere il voto e a lasciare alcuni temi e suggerimenti da sviluppare; invito chi ha già votato a riflettervi, perché l'acrisia che accompagna alcune votazioni sta facendo entrare in vetrina veramente di tutto:
  4. I commenti di Filos sono impressionanti. --Panairjdde = quello onesto intellettualmente = 22:11, 10 lug 2008 (CEST)[rispondi]
  5. εΔω 00:13, 11 lug 2008 (CEST) per onestà intellettuale. La voce continua a richiedere più una riscrittura che una rilettura pressocché completa in termini sia di stile che di ortografia. Sui contenuti Filos96 è stato impietosamente chiarissimo[rispondi]
  6. Ho provato a sistemare la voce ove possibile, ma l'intervento di Filos96 è stato fondamentale, come quello di Gilippo per i Siracusani! Preferisco per onestà intellettuale evitare la vetrina a una voce monca, nella speranza che proprio Filos96 e altri possano fornire presto i loro preziosi contributi. --Codas (msg) 03:57, 11 lug 2008 (CEST)[rispondi]
  7. Da migliorare, comprese le note, che in certi paragrafi non sono nemmeno presenti. AlexanderVIII il catafratto 09:35, 11 lug 2008 (CEST)[rispondi]
Suggerimenti di Filos96
  • Incipit: l'incipit dovrebbe essere una specie di abstract della voce che sia in grado di mettere a conoscenza del contenuto, a grandi linee, anche chi ne sia completamente a digiuno.
  • Prosa: la prosa richiede un profondo intervento perché sia almeno accettabile.
    • I problemi di più facile soluzione sono l'ortografia (vi sono comprensibili refusi, come «riscquotere», «sicche», «divesse», «accordardo», «cosi» o «peloponneso», che vanno comunque sistemati) e la punteggiatura. Riguardo a quest'ultima ci sono alcuni errori gravi ma, soprattutto, tantissime incise (quasi tutte) non delimitate da virgole (es: «mentre la città di Schione che aveva rotto l'alleanza con Atene per allearsi con Sparta durante la guerra del peloponneso sarebbe dovuta tornare sotto controllo ateniese») o delimitate solo alla fine (es: «Questa sconfitta oltre a mutare le sorti...,» «Atenagora invece scettico nei riguardi della ventilata spedizione,») o all'inizio («Infine Lamaco, il più bellicoso e avventato tra i due era invece d'opinione nettamente favorevole alla spedizione.»). Andrebbe controllata la posizione delle incise: es. «Di fatto sia Sparta che Atene si trovavano, nonostante avessero formalmente stipulato un accordo di pace, in una situazione di conflitto,» andrebbe cambiato in «Di fatto sia Sparta che Atene, nonostante avessero formalmente stipulato un accordo di pace, si trovavano in una situazione di conflitto». Altre volte le virgole sono di troppo «A fronte del grave atto di accusa, Alcibiade, chiese di farsi giudicare» ✔ Fatto --Codas (msg) 21:22, 10 lug 2008 (CEST)[rispondi]
    • Altri refusi, anche questi comprensibili ma da eliminare, generano dei nonsense: «probabilmente egli sospettare» che non può essere corretta in «probabilmente egli sospettava» se non a pena di un nuovo errore grave di punteggiatura. ✔ Fatto --Codas (msg) 21:22, 10 lug 2008 (CEST)[rispondi]
    • Il linguaggio è spesso impreciso e indulge a ripetizioni e pleonasmi : «accordi [...] presi con il consenso delle fazioni»; «fu un elemento di svolta essenziale prima di segnare il definitivo declino [...]»; «Fu trovata a Catania l'unica città disposta»; (anziché «Fu trovata in Catania l'unica città disposta»); «fossero presenti trattative»; «Ermocrate generale della città» (qui c'è anche il citato problema delle virgole incidenti); «la venuta di rinforzi»; «destò sconforto un immediato tra i siracusani»; «decise di rinviare improvvisamente la ritirata» (anziché «decise improvvisamente di rinviare la ritirata»); la Salamina, trireme di Stato, è declassata a generica «imbarcazione» (anche il presidente degli States viaggia del resto su un velivolo qualsiasi); «basandosi più che altro il suo carattere scapestrato e libertino» «promessa politica assai pericolosa»; «Questo disegno strategico portava la firma di Alcibiade, allievo di Socrate dotato di un grande talento strategico» ✔ Fatto --Codas (msg) 22:34, 10 lug 2008 (CEST)[rispondi]
  • Suggerimento: consiglio chiunque voglia collaborare a sistemare gli errori sopra elencati, di stampare la voce e correggerla prima su carta. Una volta fatto questo, rimarrebbero tuttavia altri problemi che richiedono un intervento più profondo:
    • Scorrevolezza e perspicuità sono molto da migliorare: «[...] sorsero numerosi scontri tra forze determinando»; «Con questa sconfitta la vita all'esercito ateniese [...], perché ormai non potevano controllare dal mare il porto della città» (passaggio dal singolare collettivo esercito al plurale di non potevano è un po' traballante). Forse meglio: che aveva perso il controllo... ✔ Fatto--Codas (msg) 22:41, 10 lug 2008 (CEST)[rispondi]
    • Il tono è spesso un po' puerile con concessioni al registro televisivo e calcistico: mi riferisco a registri espressivi come «la "scusa" della guerra», o «non si aspettavano una simile sorpresa». Espressioni come la città aretusea o esercito aretuseo appartengono invece al linguaggio usurato della deteriore cronaca calcistico-circense oppure a certe sviolinature in stile guida turistica. Se lo scopo è quello di evitare ripetizioni, ✔ Fatto --Codas (msg) 01:41, 11 lug 2008 (CEST)[rispondi]
    • Immagini: le immagini sono decontestualizzate. Mi chiedo che relazione abbia, con la spedizione ateniese, l'immagine di un fromboliere delle Baleari (ma ci sarà poi da fidarsi dell'autore, un certo Johnny Shumate?) di cui non è specificata nemmeno l'epoca o la fonte. Un altro problema sono alcune immagini e relative didascalie: credo che queste debbano seguire un filo comunicativo autonomo rispetto al testo e non essere solo dei patchwork per movimentare e alleggerire l'impaginazione. In particolare le didascalie dovrebbero avere un contenuto comunicativo e non solo esplicativo, in modo che, dopo aver letto un esauriente incipit, guardato le immagini e le didascalie, l'utente riceva un bel po' di informazioni (come è fatto nella cartina della fuga e, in parte, nell'immagine delle latomie). Nella voce esse sono invece così pleonastiche e telegrafiche da essere quasi superflue: sotto l'immagine di un'erma (per di più fuori epoca) si legge erma; sotto il fromboliere, fromboliere; sotto l'acropoli, acropoli; sotto l'eclissi, eclisse; senza che sia possibile capire il contributo comunicativo che vorrebbero (e dovrebbero) dare, le foto rimangono una specie di sezione curiosità, non integrata con il testo. ✔ Fatto (ove possibile) --Codas (msg) 03:26, 11 lug 2008 (CEST)[rispondi]
  • Fonti: le fonti non sono le migliori sull'argomento e non credo siano sufficienti. Inoltre, come si vedrà in seguito per il manuale di Musti, si ha la sensazione che, anche le poche fonti dichiarate non siano state sfruttate in pieno.
  • Manuali generali: l'ottimo testo del Musti, è purtroppo anche l'unico manuale di storia greca ad essere citato, troppo poco per una voce da vetrina. Non sembra comunque essere stato utilizzato a fondo
  • Testi specifici: Fra i testi specifici (anche tenendo da parte fondamentali contributi di due immensi storici, Momigliano o De Sanctis, in quanto pubblicati su riviste molto specialistiche, ma reperibili in una biblioteca specialistica) vi è soprattutto la grave mancanza di alcuni testi imprescindibili e di facile ed economica reperibilità, come The Peace of Nicias and the Sicilian Expedition e The Fall of the Athenian Empire di Donald Kagan, grande specialista sull'argomento; meno specifico, ma disponibile in italiano al prezzo di una pizza+birra, La guerra del Peloponneso (ISBN 880452667X)
  • Quello di Sebastiano Amato è l'unico testo specifico sull'argomento ma, pur con tutto il rispetto per la figura di poliedrico animatore culturale e intellettuale siracusano, il suo contributo non può essere sostitutivo di quelli sopra menzionati; lo stesso vale per il testo di Italico Troja
    • Il testo del Privitera è una ristampa anastatica di un libro ottocentesco, non certo aggiornato alla storiografia attuale. Si tratta per di più nemmeno di un testo storia antica, bensì di una storia generale della città di Siracusa;
    • Ottocentesco è anche il testo segnalato su GoogleBooks
  • Stabilità:

La voce riguarda uno dei momenti cruciali della storia del Mediterraneo, su cui, come detto, esistono trattazioni specifiche e generali di non difficile accesso. L'utilizzo di queste fonti specifiche potrebbe comportare una profonda revisione e problematizzazione della voce che ne comprometterebbe la stabilità. Rispetto al contributo di queste fonti, la voce attuale è ancora in uno stato iniziale.

  • Verificabilità.
    • Note. Sono pochissime le note, alcune delle quali assolvono ad una diversa funzione, non referenziale ma esplicativa, includendo parti di testo che non si è ritenuto utile o equilibrato inserire nel corpo.
    • Al di là dei limiti nel repertorio delle fonti, è evidente un fenomeno abnorme, uno strabismo referenziale davvero inspiegabile: nessuna (dico nessuna) delle fonti dichiarate è oggetto di una sola nota! Come se non bastasse, praticamente nessuna delle note si riferisce a una delle fonti dichiarate. Unica eccezione è quella che fa riferimento alla citata ristampa anastatica del testo ottocentesco sulla storia generale della città, peraltro senza alcuna indicazione di pagina.
    • Le poche note fanno spesso riferimento a siti non proprio specialistici: la scuola di formazione dei burosauri italiani, alcuni siti amatoriali, il sito di un Gal, quello di un liceo, perfino il sito di un certo Colapesce che si fa chiamare Cola Pisci...
    • Alcune note esplicative (come quella sulla inattendibilità di alcune fonti, l'aneddoto di Plutarco,...) richiederebbero a loro volta un'indicazione della provenienza. Quella su Andocide, poi, indica solo il passo senza menzionare a quale orazione si faccia riferimento (non è certo difficile indovinare, ma al lettore di una voce di vetrina dovrebbe essere risparmiato lo sforzo...)
  • Contenuti:
    • Contesto. Viene data per scontata una particolare interpretazione della Pace di Nicia come tregua di riarmo («In realtà la pace era da considerarsi come una tregua che avrebbe reso possibile il riarmo delle parti belligeranti»); ma la cosa non è affatto scontata e andrebbe perlomeno argomentata con indicazione di fonti e nell'ambito di un quadro che registra opinioni anche discordi. Più che attribuirla alle intenzioni dei contraenti, la degenerazione della pace andrebbe inserita nella radicalizzazione della situazione politica ateniese; ma deve essere dato il giusto peso ad un elemento completamente trascurato: il contributo perturbativo delle potenze terze di cui dirò in seguito. La pace, al contrario era intensamente voluta da Sparta, in piena crisi demografica, ma anche da ampi strati della popolazione ateniese, per motivi eterogenei: gli agricoltori, ad esempio, avevano i terreni devastati (si veda il clima della commedia La pace dell'impareggiabile Aristofane); oligarchi e nemici della democrazia, andavano coagulando il loro dissenso al democratismo radicale, attraverso quelle eterie segrete adombrate in Aristofane (Le vespe e I cavalieri)). Fu poi accompagnata da solenni e inusitate formalità, come clausole di giuramento annuale e pubblicazione lapidee nei santuari panellenici (Musti 6.10), oltre che da un accordo bilaterale (symmachia) tra le due poleis rivali (Musti 6.10)
    • L'affermazione sulla pace di Nicia come tregua armata sembra appoggiarsi logicamente al passo immediatamente precedente: il dispetto di Sparta consistente nella mancata restituzione di Anfipoli. Ma il passo è debole e ridurre questa scelta a un capriccio è una pura semplificazione: la mancata restituzione di Anfipoli (ma anche la mancata riconsegna dell'egemonia tributaria sulle città calcidesi ribelli) fu dovuta alla debolezza di Sparta che, pur volendo adempiervi, non seppe vincere l'opposizione dei Calcidesi (Musti 6.10) (allo stesso modo non restituì Panatto, incapace di prevalere sull'opposizione dei Tebani).
    • Questa riduzione rivela un'altra grave mancanza: non viene messo adeguatamente in evidenza il fondamentale ruolo, di natura perturbativa, avuto dalle potenze terze in molte fasi della guerra, nella degenerazione della pace di Nicia e nella stessa spedizione siciliana.
    • Saranno proprio le reazioni negative di elementi terzi filospartani (Corinzi, Elei, Megaresi e Beoti) a determinare il rischio di aggregazione di terzi poli e a spingere Sparta ed Atene a sovrapporre alla pace di Nicia addirittura la già citata symmachia in chiave difensiva (Tuc. v 23-24, Musti par. 6.10). L'equilibrio pacifico potrebbe essere rafforzato da questo bipolarismo, ma la sua fragilità è dovuta alla natura dispersa e frammentaria dell'autonomismo del sistema politico greco (Musti par. 6.10).
    • Primogenitura della tattica del fronte parallelo: «per la prima volta nella storia si sarebbe affacciata la possibilità di aprire un fronte di guerra parallelo contro la storica rivale Sparta: un'intuizione strategica successivamente adottata dai Romani nella Seconda guerra punica e che troverà grande fortuna fino all'età contemporanea.» Qui sembra esserci un errore prospettico dovuto probabilmente a una confusione con la prima spedizione ateniese in Sicilia, quella, più piccola, intrapresa nel 427 per fomentare il fronte tra Siracusa da una parte, e Reggio e Leontini dall'altra. Analoga iniziativa di distrazione bellica è l'intervento a Corcira nello stesso anno. Tutti e due rientrano nella stessa logica di ingerenza ateniese ad occidente, un elemento molto importante, come vedremo, per l'argomento della voce, ma che viene totalmente trascurato. L'altra logica sottesa in tali interventi, riguarda il tentativo di impegnare e tenere a bada, su fronti diversi, alcune potenze terze del conflitto principale, Siracusa e Corinto (un altro tema completamente trascurato dalla voce ma di cui si è già sottolineata e si sottolinerà l'importanza)
    • All'emergere di nuove strategie belliche connesse all'apertura di fronti collaterali, e alla conseguente reazione di Sparta, il manuale del Musti dedica la parte finale del paragrafo 6.6 e due interi paragrafi, dai titoli inequivocabili: 6.7 Sintomi di nuove strategie e 6.8 Sparta e la nuova strategia
    • Cause della spedizione: viene privilegiata la scelta tattico-strategica dell'apertura di un nuovo fronte trascurando del tutto la ben più strategica propensione occidentale di Atene, già testimoniata dalla fondazione di Turi, dalla prima spedizione ateniese in Sicilia e dall'ingerenza dimostrata, nel 427, con l'intervento nella vicenda di Corcira (quest'ultima particolarmente allettante dalla strategica posizione dell'isola lungo la rotta dalla Grecia all'Italia - Tuc. I, 44);
    • Cause della sconfitta. La sezione è striminzita e si presenta come un coro eterogeneo e dissonante di giudizi episodici che non si vengono composti in un quadro più unitario.
      • Nessun peso viene dato alle fondamentali innovazioni nella tecnica di guerra navale: le modifiche sulle triremi siracusane (l'accorciamento della prua per renderla più massiccia, gli orecchioni sporgenti di lato, i rinforzi laterali dello scafo; tutte modifiche ispirate ai Corinzi), comportarono un grosso problema per la tecnica di sfondamento laterale, efficacemente utilizzata dagli ateniesi, mentre permisero ai siracusani lo speronamento frontale, più utile negli spazi ristretti del Porto Grande. (Tuc. VII, 3; Diod. XIII, 10)
      • Nessun accenno viene fatto alla partecipazione di Etruschi a fianco degli ateniesi, il cui intervento valse a salvare, dalla furia di Gilippo, gli ateniesi in fuga disperata dalle navi dopo il blocco navale siracusano del Porto Grande. Tuc. VII, 53 - 54)
      • Viene completamente trascurato un elemento importante: la sottovalutazione delle forze siracusane, ma, soprattutto, della coesione che la città sarebbe stato in grado di opporre a un assedio esterno. Gli ateniesi, ci dice Tucidide, individuarono bene l'aspetto psicologico della disfatta: avevano trovato di fronte a sé un'Atene dell'occidente, una similitudine che egli sottolinea con un termine di suo conio: homoiotropos (Tuc. VII, 5). Siracusa, quindi, era stata capace di rialzarsi a testa alta per gli stessi motivi che in passato, avevano permesso ad Atene, prostrata dai Persiani, di giungere a vittoria.
      • La presa di coscienza è tanto più importante perché la sottovalutazione della compattezza della polis democratica siceliota era uno dei temi abbaglianti che aveva mosso all'entusiasmo il popolo (si veda il discorso di Alcibiade: Tuc. VI, 17); è questa presa di coscienza, questa disfatta psicologica, la perdita più grave: Atene non è affatto azzerata, come si dice nel testo, ma conserva molte risorse economiche. Non è come ai tempi di Serse, quando la città e i templi erano rasi al suolo e tutta la città, donne e bambini compresi, era senza una patri; stavolta però è la debacle psicologica e civile a impedire qualsiasi possibilità di reazione.
    • Conseguenze: le conseguenze sulla storia, liquidate in poche righe, furono invece importantissime:
      • le mire occidentali di Atene, che avrebbero potuto cambiare per sempre la storia del Mediterraneo, furono definitivamente accantonate; la questione non era ancora chiusa: ci penserà Alessandro a metterla in agenda, ma ancora una volta, qualcosa, in questo caso la morte precoce, impedirà di cambiare il verso della storia. Toccherà a qualcun altro farlo
      • Sparta si presenta, almeno formalmente, come garante dell'autonomia delle poleis difronte a tentazioni imperialistiche. Il modello della polis sperimenta una reviviscenza che ne decreterà per sempre il superamento e la fine. Il lucido tentativo ateniese di superarne i limiti è sconfitto, mentre Sparta, che di quei limiti non aveva neppure coscienza, è destinata a sparire dalla storia in pochi anni, pur avendo vinto il confronto.
      • Il testimone è raccolto da Siracusa: la radicalizzazione del regime democratico la farà approdare a una svolta di tirannia illuminata che sarà guardata come un modello da intellettuali ateniesi di spicco (Platone, Isocrate, Senofonte, per citarne alcuni) che vi individueranno un modello di superamento della ristrettezze della polis. (A proposito: il ruolo di Ermocrate è del tutto eclissato nella voce; invece il peso che assumerà sarà importante per la successiva svolta della democrazia e della tirannide)
      • Del modello egemonico siracusano potrà così essere sarà consapevole Filippo II che lo metterà in pratica e consegnerà a suo figlio; Alessandro, pur non impedito dalla morte precoce a portarlo fino in fondo, indicherà comunque quale sarà per sempre il modello di potere nel Mediterraneo. La strada è allora aperta a una storia che Cristiano64, Telo, Castagna, Panairjdde, pur tra mille turbolenze, ci vanno gradualmente componendo...

Commenti ai voti

Cosa bisogna ampliare? cosa manca secondo te?--Codas (msg) 22:55, 25 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  • Dico subito di non essere un esperto di questa materia in quanto da quando ho studiato questo capitolo della storia sono passati alcuni anni e ormai non mi ricordo più cosi bene le vicende. A mio avviso quello che manca un poco in tutta la voce ma in particolare all'inizio (proprio per chi non conosce la vicenda) è il retroscena. Mi spiego meglio. Nel capitolo Casus belli si parla della fine della prima guerra del Peloponneso della pace Nicia ma non si comprende perfettamente quale fosse la situazione all'epoca (Una Carta geografica tipo quella posta alla fine della voce sarebbe molto utile). In quali condizioni versava Athene dopo questa guerra, quale ruolo ebbe Sparta (in questa parte non si dice nulla al riguardo) ed esisteva un motivo perchè Siracusa sostenesse Selinunte ed Athene sostenesse Segesta? Avevano interessi in comune le rispettive città? E poi cosa si intende con "In questo contesto storico e politico nel 416 a.C"? C'è qualcosa d'altro da sapere che qui non c'è scritto? Mi rendo conto che esistono le singole voci per quanto riguarda la pace di Nicia la guerra del Peloponneso e via discorrendo ma per chi si cimenta per la prima volta risulta un poco difficile avere una visione chiara dei fatti. Credo che qualche informazione in più qua e la possa essere di grande utilità. Spero di poter essere stato utile nel dare qualche piccolo suggerimento!--Premondo (msg) 14:35, 26 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  • Ottimo consiglio. Se trovo qualcosa la inserisco. --Codas (msg) 15:56, 26 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  • Che peccato vedere in fondo il Portale:Antica Grecia così scarno... coraggio dateci dentro a costruirlo. ;))) --Cristiano64 ANTICA ROMA iscriviti qui! 21:27, 27 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Consiglio alcuni Utenti per un aiuto sul nuovo portale: Utente:Castagna, Utente:Glauco92 e Utente:Telo. Coraggio! --Cristiano64 ANTICA ROMA iscriviti qui! 21:28, 27 giu 2008 (CEST)[rispondi]
  • Bella voce; suggerirei due cose: 1) tradurre alcune immagini (mi è parso di vederne qualcuna in tedesco o spagnolo); 2) Credo che si potrebbe inserire, nel passo in cui si tratta dell'eclissi lunare, il passo del Saggio sopra gli errori popolari degli antichi di Giacomo Leopardi che dice:

«Questo generale ateniese assediava con poco felice esito Siracusa. Per salvar la sua armata risolvé di scioglier l’assedio e di abbandonare la Sicilia.

A mezza notte, mentre si è sul punto di far vela, la luna si ecclissa totalmente. Nicia, così superiore ai pregiudizi come fortunato, si spaventa, si confonde, consulta gl’indovini. Questi decidono che fa duopo differir la partenza di tre giorni [...]. Si ubbidisce all’autorevole decisione: ma i nemici mostrano ben tosto che quei lunatici interpreti hanno errato nel loro calcolo. La sventura presagita dalla ecclissi arriva prima del tempo destinato alla partenza: i nemici escono dalla città, attaccano gli Ateniesi, li sconfiggono, fanno prigionieri i loro due generali, Nicia e Demostene, e li condannano a morte dopo aver distrutto tutto il loro esercito.»

-- Henrykus il maturando δισσοί λόγοι 22:53, 27 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Il passo da te suggerito è già inserito nelle note. Riguardo le mappe non tradotte ho chiesto al progetto grafica di Wiki di eseguire le traduzioni, ma a parte una, non ho avuto riscontri. Qualcuno potrebbe spingere?
Vedi: Progetto:Laboratorio_grafico/Immagini_da_migliorare#Traduzione_cartine Codas (msg) 00:17, 28 giu 2008 (CEST)[rispondi]
Non avevo visto la nota ^_^ Allora come non detto XD Ancora complimenti! -- Henrykus il maturando δισσοί λόγοι 10:03, 28 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Risultato votazione

Tipologie Voti % tot.
Pareri favorevoli 9 56.25%
Pareri contrari 7 43.75%
Totale votanti 16 100%


Non ci sono 10 voti favorevoli, la voce non entra in vetrina.