La storia di Lodi trae le sue origini dalle vicende legate all'antico borgo di Laus Pompeia, così chiamato a partire dall'89 a.C. in onore del consoleromanoGneo Pompeo Strabone.
L'insediamento fu fondato dai Celti Boi in un territorio abitato fin dal Neolitico dai primi agricoltori e allevatori nomadi; in epoche successive, la città divenne municipium romano (49 a.C.), sede vescovile (IV secolo) e infine – dopo essere passata sotto il controllo dei Longobardi e dei Franchi – libero comune (XI secolo). Nel Medioevo, in virtù della sua posizione geografica privilegiata e dell'intraprendenza dei suoi abitanti, la borgata insidiò la supremazia commerciale e politica della vicina Milano; la tensione fra i due comuni sfociò in un aspro conflitto armato, nel corso del quale le milizie ambrosiane distrussero Laus per due volte.
La città fu rifondata per iniziativa dell'imperatoreFederico Barbarossa il 3 agosto 1158, giorno ricordato quale data di nascita della nuova Lodi. Grazie alle signorie e alla protezione degli imperatori, il comune rimase indipendente sino al 1335, allorché cadde sotto il dominio dei Visconti diventando uno dei maggiori centri del Ducato di Milano. A metà del XV secolo ospitò le importanti trattative fra gli Stati preunitari italiani che condussero alla pace di Lodi (9 aprile 1454); nei decenni seguenti – in virtù dei contributi di numerosi artisti e intellettuali – visse una stagione di grande splendore culturale.
Tra la fine del Cinquecento e la metà dell'Ottocento, i lodigiani subirono le occupazioni straniere: il periodo spagnolo fu una fase di decadenza, durante la quale l'abitato fu trasformato in una fortezza; sotto la dominazione austriaca, invece, la città conobbe un'epoca di decisa espansione economica e di rinnovamento urbanistico; la battaglia del ponte di Lodi (10 maggio 1796) aprì la parentesi del ventennio napoleonico.
I decenni successivi all'unità d'Italia videro la nascita delle prime fabbriche nonché una rifioritura della vita culturale e dell'attivismo civile. I lodigiani giocarono un ruolo importante anche durante la Resistenza. Dal 6 marzo 1992, la città è capoluogo di una provincia italiana.
L'isola delle bambole (in spagnoloIsla de las muñecas) è una chinampa della laguna di Tequila, nei canali di Xochimilco, a sud di Città del Messico. È nota soprattutto per la presenza di oltre 2500 bambole di varie fogge, molte delle quali senza arti e in pessime condizioni, appese ad alberi e travi. Secondo una superstizione, il suo vecchio custode, Julián Santana Barrera, morto nel 2001, avrebbe iniziato a raccogliere fantocci per placare lo spirito di una giovane annegata nelle acque del luogo, senza però riuscirci. A causa della sua natura e storia tetre e bizzarre, l'isola delle bambole viene considerata uno dei luoghi più spaventosi del pianeta ed è una meta apprezzata dagli appassionati del cosiddetto turismo nero.
1972 – Un'autobomba preparata dai neofascisti di Ordine Nuovo uccide tre carabinieri e ne ferisce gravemente altri due. L'episodio passa alla storia con il nome di strage di Peteano.
Di seguito sono elencate le 10 versioni maggiori di Wikipedia (per numero di voci, non necessariamente per qualità o dimensioni totali) e una selezione casuale di altre edizioni con un numero minore di voci: