Wikipedia:Oracolo/Archivio/dicembre 2019

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Anonimità utenti

Ciao a tutti!

Ho notato che la maggior parte dei nomi utenti di Wikipedia sono anonimi, cosa che da un lato comprendo, ma dall'altro ho intenzione di evitare per quello che mi riguarda personalmente.

Sapete se esiste un motivo specifico per questa scelta? Per esempio, è consigliato da qualche parte?

Grazie!

--Marco Atzori (msg) 09:59, 12 nov 2019 (CET)

Di certo non è consigliato evitare di registrarsi, anzi. D'altronde gli utenti registrati sono molto più anonimi di quelli anonimi: infatti dei secondi viene registrato pubblicamente l'IP (da cui è relativamente facile risalire all'identità), mentre per gli utenti registrati l'IP è visibile solo ai check-user e può essere rivelato solo in precise circostanze.--Equoreo (msg) 12:04, 12 nov 2019 (CET)
Aggiungo una cosa che ho visto che non sempre appare evidente. All'atto della registrazione non viene richiesto alcun documento di identità, il nome utente scelto quindi è da considerarsi comunque di fantasia in quanto non c'è nessuna fonte che affermi che si tratti di nome "reale". Per chiarire meglio, il nome utente "Lepido" (il mio) ha lo stesso grado di anonimato e di fantasiosità del nome utente "Marco Atzori" visto che chiunque, anche un tizio che si chiamasse nel "mondo reale" Guglielmo Guglielmetti qui su Wikipedia avrebbe potuto adottare uno dei due senza problemi. --Lepido (msg) 09:10, 13 nov 2019 (CET)
"relativamente facile risalire all'identità" per le forze dell'ordine si intende. Ad esempio l'IP della mia ditta fa pensare che io sia in Belgio, ma sono in Italia. --146.122.203.34 (msg) 09:09, 15 nov 2019 (CET)
Per le forze dell'ordine non è "relativamente facile": è "facile come rubare le caramelle a un bambino" :-D
Comunque, secondo me (ma non ho certezza di questo) ce la fa anche uno smanettone con un po' di esperienza... di certo non basta un semplice whois; nel caso di reti aziendali probabilmente non riuscirebbe a capire chi ha scritto cosa, ma all'azienda in questione ci arriva.--Equoreo (msg) 12:25, 15 nov 2019 (CET)
Più che "forze dell'ordine" credo sia più corretto riferirsi generalmente alla Magistratura.
Al netto della mitologia hacker, per conoscere con esattezza l'identità di colui che ha ricevuto un determinato IP in un dato momento è necessario accedere a tabelle che sono presso il fornitore di accesso (provider). In caso di reti aziendali, le ulteriori tabelle delle utenze sotto il NAT sono responsabilità del gestore aziendale.
Questi soggetti devono comunicare queste informazioni in presenza di una specifica ingiunzione da parte della Magistratura, altrimenti sono tenuti alla riservatezza.
La possibilità di "beccare" in modo accidentale la reale identità di qualcuno esiste, ma non è così facile (quante delle piattaforme più in uso oggigiorno espongono l'indirizzo IP? A parte Wikipedia per gli utenti non registrati e le email?)
--Captivo (msg) 12:58, 15 nov 2019 (CET)
Grazie a tutti per le vostre risposte! Marco Atzori (msg) 12:43, 1 dic 2019 (CET)

Bertrand Russel: "Per sublimare l'istinto alla guerra, le avventure dovrebbero essere organizzate dai governi"

Sto ricercando il luogo di questa citazione da Bertrand Russel, trovata nel libro Prepping:come prepararsi alle catastrofi metropolitane. La citazione è: "Per sublimare l'istinto alla guerra, le avventure dovrebbero essere organizzate dai governi".

Qualche idea?

Grazie --Stregattone (msg) 11:52, 8 nov 2019 (CET)

[@ Stregattone] Su Google Libri ho rintracciato la medesima citazione (l'unica cosa che cambia è "incanalare" al posto di "sublimare"): lì c'è scritto che la frase è tratta da un'intervista a Russell del 1959. -- Mess playin' chess... 20:04, 6 dic 2019 (CET)

Acidi e basi

Dopo tanto vagare forse trovo un lido che mi può ospitare. Vengo in pace ma con un gravoso dubbio in saccoccia.
È mia conoscenza che la definizione di Bronsted-Lowry estende la classe acidi e basi a sostanze per cui non si può preparare una dissociazione o che non è conveniente farlo.
Ma due semplici reazioni mi turbano:
1) La prima è di un esempio che ho trovato su delle slide di unical: NaOH+H2O->Na(+)+OH(-)+H2O dove dice che l'acido è H2O e la base NaOH e i rispettivi base e acido coniugati: OH- ed H2O. Non mi convince il fatto che NaOH non accetta propriamente il protone, semmai possiamo dire che l'OH- che libera in soluzione è la base relativo all'acido H2O, e tali per cui i coniugati sono quelli sopra menzionati. Contesto cioè il fatto che NaOH non riesco proprio a vederlo come base. Dove sbaglio?

2) Questo secondo esempio è una reazione che ho inventato io, mi sono detto: beh se posso definire basi e acidi senza soluzioni posso prendere Na metallico e farlo reagire con acido cloridrico: HCl+Na->NaCl+H eppure benché HCl sia un acido in questo caso non riesco a vederci alcun acido e base, infatti il protone che deriva dall'acido è accettato da un altro H stesso. Quindi HCl è sia acido che base?
Grazie al sapiente alchimista che appianera' i miei stolti dubbi --45.134.17.23 (msg) 19:25, 9 nov 2019 (CET)

Ciao,
Provo a dire la mia anche se aspetta arrivi qualcuno di più preparato:
1) Quel che dici è giusto, infatti Na è propriamente uno ione spettatore quindi la "vera" base sarebbe proprio lo ione idrossido. Tutti gli idrossidi sono basi in quel senso poiché hanno ione spettatore e OH-.
2)Forse lì mi verrebbe da dire che non c'è nessun acido-base stando alla teoria di Bronsted Lowry: questa teoria dice che c'è una base solo se c'è un acido.In quel caso nessuno dei due dona o accetta protoni, quindi non ne hai.
Sinceramente non sono molto sicuro sulla seconda risposta, vediamo :). --37.162.18.125 (msg) 20:59, 9 nov 2019 (CET)
La seconda è una reazione di ossidoriduzione, non una reazione acido-base. --79.51.151.151 (msg) 02:48, 13 nov 2019 (CET)
Ma quindi fatemi capire, anche se HCl si dice "acido" nell'esempio 2) non è un acido per B.L. Dico bene? Se ho capito le vostre imboccate :) Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 45.134.17.59 (discussioni · contributi) 20:16, 17 nov 2019‎ (CET).
Più che altro nella tua seconda reazione non si comporta da acido. Ma il bello della Bronsted e Lowry è che una specie chimica che solitamente definiresti "acido" si può comportare da base: esempio se usi come solvente HF e ci sciogli un acido organico (banalmente acido acetico), ecco che l'acido organico accetterà un protone dall'HF:
2 HF + CH3COOH -> HF2- + CH3COOH2+
Comunque la reazione tra HCL e sodio non la puoi definire come acido-base secondo B&L, perché non hai il trasferimento di un protone H+ da una specie ad un altra; è una redox (ossidoriduzione). Nel primo caso, quoto completamente chi mi ha preceduto (Na+ è uno ione spettatore e chi si comporta da base è OH-). Le acido-base con l'OH- che si trova completamente dissociato dal catione spettatore vale solo per gli idrossidi del primo e secondo gruppo, perché con i metalli di transizione entrano in gioco la coordinazione con l'acqua e si andrebbe fuori tema.--79.54.158.65 (msg) 17:58, 8 dic 2019 (CET)

Trasformazione reversibile

Mi piacerebbe parlare di trasformazione reversibile e di concetto di trasformazione quasistatica perché vedo che la voce di wikipedia e anche altre letture non colmano i miei dubbi.Ho compreso come una trasformazione quasistatica sia un "balzo" infinitesimo tra uno stato di equilibrio e il successivo (diciamo iniziale e finale). Passando per infinite trasformazioni del genere troverei proprio la trasformazione reversibile. Un esempio è avere un cilindro che percorre un tratto ΔV, se siamo a pressione costante possiamo calcolare il lavoro: w=pΔV, in generale uno spostamento di questo tipo è irreversibile (dove con delta indico uno spostamento macroscopico del pistone tra due stati di equilibrio). Se però il pistone lo facciamo muovere nello stesso tratto da A a B ma sottraendo pesi e aspettando che a ogni sottrazione di peso esso arrivi a uno stato di equilibrio, immaginando di iterarlo all'infinito per delta in pesi sempre minori si avrebbe una trasformazione quasistatica nel passaggio da A a B e in generale (correggetemi se sbaglio) avrei un lavoro maggiore svolto facendo questi infiniti balzi infinitesimi rispetto a far correre il cilindro liberamente senza passare per stati di equilibrio successivi. Fin qua spero di non aver detto cavolate XD.
Avviciniamoci al dubbio, una trasformazione quasistatica passa da uno stato a un altro e per ogni salto infinitesimo possiamo scrivere: dw=pdV con dV il salto tra uno stato di equilibrio e l'altro, integrando trovo il lavoro reversibile.
La mia domanda è quindi: ma se invece di passare per infiniti stati di equilibrio, passassi per infinite variazioni di volume sempre dV ma mai in equilibrio, in forma differenziale potrei comunque scrivere dw=pdV che integrata mi dia il caso di una trasformazione non quasistatica? L'esperienza di lettura a riguardo mi dice di no e che è un assurdo perché non dovrebbe esistere una scrittura del genere per una trasformazione NON quasistatica. Ma non capisco perché: io prendo due punti e faccio delta volume, e anche se non è in equilibrio esso esiste in fin dei conti, quindi la formula differenziale potrei scriverla anche per il caso non quasistatico. Dove sbaglio? Vi ringrazio.

Vi poi, in modo separato dal precedente, una seconda considerazione che non capisco: immaginando come il passaggio da uno stato di equilibrio al successivo (ove variano PVT variabili di stato) immaginando di ridurre sempre più questa altezza dei gradini (ossia trasformazioni quasi statiche) al limite di infinito mi pare che questi gradini rimangano tutti su una retta, ossia in altre parole che una trasformazione quasistatica non comporti mai una variazione di PVT tra stato iniziale e finale il che è un assurdo che dimostra non abbia capito qualcosa anche qui. Come posso vedere che non è così la faccenda? --2001:B07:644C:E124:5150:922A:6AAF:FF92 (msg) 18:23, 22 nov 2019 (CET)

[× Conflitto di modifiche] Sì che puoi scriverla! il lavoro di volume infinitesimo è sempre
quello che cambia è il suo integrale (e quindi il lavoro che ottieni complessivamente).
È quello che si intende dicendo che il lavoro non è una funzione di stato: mentre l'integrale delle funzioni di stato dipende solo dai punti iniziali e finali della trasformazione, quello del lavoro (ma anche del calore...) cambia a seconda della storia (la traiettoria nello spazio delle fasi) della trasformazione. Per rendere chiaro questo si denota e non (si dice che il lavoro non è un differenziale esatto).
E "come se ne accorge" la formula della strada che ho fatto, visto che il mio totale è sempre quello? È la pressione che fa la spia! Nel caso quasistatico tu fai un tratto di trasformazione (espansione ), misuri la pressione (), calcoli il lavoro (), riespandi, rimisuri la pressione (), aggiungi un pezzetto al lavoro già calcolato (), ecc... Ora consideriamo un caso in cui la stessa espansione la fai istantaneamente: tu molli il pistone ed espandi di , misuri la pressione (), calcoli il lavoro (). Ora immagina di spezzare questo secondo caso in un integrale simile al primo. Avremmo:
Vedi la differenza?
Ovviamente il principio vale per qualsiasi trasformazione, anche le "infinite variazioni di volume mai in equilibrio" che volevi fare tu: solo, auguri a trovare la pressione per cui moltiplicare :-)
La cosa è spiegata piuttosto bene in questo trafiletto e questo video.
Domande?--Equoreo (msg) 19:31, 22 nov 2019 (CET)
Il secondo punto mi pare invece una più generale questione (matematica, prima ancora che fisica) legata al concetto stesso di limite: il "limite all'infinito" non è quello che succede quando le variazioni sono nulle, ma il valore a cui converge la serie dei risultati ottenuti scegliendo tali variazioni sempre più piccole ma mai esattamente zero. -- Rojelio (dimmi tutto) 19:35, 22 nov 2019 (CET)
[× Conflitto di modifiche] Sulla seconda domanda: stai finendo nella stessa trappola di Zenone :-)
È proprio il senso del differenziale l'essere così piccolo da far sì che praticamente è come se non ti spostassi nello spazio delle fasi: se anche il differenziale "è così piccolo da essere praticamente nullo" la somma di tutti i differenziali invece non è nulla (la chiave sta nel praticamente), e anzi restituisce l'intero tragitto della trasformazione. E questa non necessariamente è una retta (può avere qualsiasi forma): man mano che vai avanti a sommare i tuoi differenziali "un nulla alla volta" anche il coefficiente davanti ad esso cambia lentamente. Immagina di avere una trasformazione in un piano pV (aggiungendo la temperatura non cambia nulla, ma 2D è facile da immaginare e disegnare) nella forma con : per , avrai , ma già a , sarà . Praticamente come cambia la variabile su cui fai l'integrale, così cambiano tutte le altre variabili da essa dipendenti. E così la tua sequenza di punti infinitamente vicini curva.--Equoreo (msg) 20:03, 22 nov 2019 (CET)
Ne sapete troppo XD. Dissolto ogni dubbio :). Merci. --2001:B07:644C:E124:5150:922A:6AAF:FF92 (msg) 20:30, 22 nov 2019 (CET)

(rientro)
C'è qualcosa che, invece, per quanto mi riguarda, non mi convince. Interessato ho letto il trafiletto di wiki linkato e sostanzialmente in una irreversibile usi la pressione (esterna ad esempio, chiamiamola p') e la moltiplichi per dv: p'dV. Mentre in una reversibile usi i p che variano in funzione di V trovando quindi con l'integrale di una quasi-statica via via che "rimpicciolisci" i dV proprio il valore di una trasformazione reversibile. Messa così sembra solo un problema tecnico di calcolo ossia se hai una trasformazione reversibile semplicemente punto per punto sai quanto vale p, mentre usi p' se non lo sai e l'area del grafico che andrai a coprire sarà in difetto rispetto all'area vera. Matematicamente nulla da eccepire.
Invece l'esperienza mi dice che, usando l'esempio del pistone riportato, se lascio il pistone libero in realtà svolge davvero meno lavoro a parità di spostamento finale. Quindi il problema non è solo di calcolo ma un problema intrinseco alla trasformazione. Eppure non riesco a vedere questo legame: lo vedo bene nel calcolo sterile, ma nella realtà dei fatti no. Perché un pistone lasciato libero o fatto passare per stadi successivi dovrebbe compiermi lavoro diverso e in un caso essere irreversibile e nell'altro (non libero ma spezzettato) no? A lui non cambia nulla se io so il suo valore di p volta per volta o se non lo conosco, assumerà comunque quei valori e dovrebbe, pertanto, essere sempre reversibile. --37.162.222.2 (msg) 10:18, 23 nov 2019 (CET)

@37.162.222.2 Mi son permesso di correggere alcune cose. Non saprei risponderti ma a parità di spostamento finale è vero quanto dici. Inoltre è il percorso che chiami "spezzettato" ad essere reversibile. --2001:B07:644C:E124:38EC:9AE6:D56:2DE9 (msg) 19:41, 23 nov 2019 (CET)
Non è una mera questione matematica: nei due casi il pistone compie un lavoro diverso perchè sposta un peso (la pressione esterna) diverso!
Immagina di avere un cilindro coperto da un pistone (pesante 1000 kg) con sopra 100 pesetti da 10 kg l'uno: la pressione all'interno del cilindro (che deve necessariamente equilibrare quella esterno se il pistone è fermo) sarà p_atm + 2000 kg/Area; in questa situazione qualunque trasformazione tu faccia (senza toccare i pesetti) sarà isobara, giacché se la pressione tendesse ad variare per via della trasformazione, questo causerebbe uno sbilanciamento fra le pressioni interna e esterna risultante in uno spostamento del pistone (variazione di volume) finchè le forze esterne ed interna si equilibreranno.
Durante tale trasformazione il fluido ha compiuto lavoro! Ricordiamo che il lavoro è Forza x Spostamento: la forza è il peso del pistone (forza peso di 2000 kg), lo spostamento quello del pistone (positivo se si alza, negativo se si abbassa). Supponiamo la p_atm trascurabile rispetto al peso del pistone (non cambierebbe nulla, ma poi dovrei ipotizzare un area e complicare i conti inutilmente...)
In questo sistema compiere una trasformazione non-isobara vuol dire giocare con i pesetti. In una trasformazione "quasi-reversibile" tu rimuovi un pesetto alla volta (lasciando ogni volta tempo al pistone di assestarsi): quando togli il primo il pistone sposterà 1990 kg spostandosi di 1 cm, per un totale di 19,9 J; poi togli il secondo, spostando 1980 kg sempre di 1 cm, per un lavoro di 19,8 J. Quando hai tolto l'ultimo pesetto il pistone si è alzato di 100 cm, compiendo 19,9+19,8...+10,1+10 J = 1495 J se non ho sbagliato i conti :-).
Ora ripeti l'esperimento, ma togli tutti i pesetti in una volta (trasformazione irreversibile): lo stato finale sarà sempre lo stesso (pistone alzato di 100 cm), ma il lavoro no! Infatti il fluido avrà spostato 1000 kg di un metro, compiendo 1000 J: ne mancano 495 all'appello rispetto al caso reversibile...
Se non vi è ancora chiaro suggerisco di guardare i minuti 4-7 di quest'altro video (se non sapete l'inglese, focalizzatevi sui disegni): in quel caso il lavoro compiuto è visualizzato in termini di energia potenziale (gli scaffali)... tanto alla fine il lavoro è solo una forma di energia! --Equoreo (msg) 19:35, 8 dic 2019 (CET)

Primarie Unione 2005

Buonasera. Prodi le vinse con il 74% dei voti. Ma se avesse preso il 49,9%, avrebbe vinto lo stesso? Voglio dire, era un maggioritario oppure era previsto un eventuale ballottaggio? Grazie mille. --93.41.100.198 (msg) 17:26, 9 dic 2019 (CET)

Nessun ballotaggio, bastava la maggioranza relativa (regolamento delle Primarie 2005, art. 7, comma 7). -- Rojelio (dimmi tutto) 17:48, 9 dic 2019 (CET)

Chalybs

Oggi ho scoperto l'esistenza del termine latino chalybs, che vuol dire acciaio. Mi chiedevo se esistono termini italiani da esso derivati, anche desueti o letterari. Oppure è svanito senza lasciare eredi? Grazie! --93.66.192.22 (msg) 18:39, 9 dic 2019 (CET)

Calibografia (che non avevo mai sentito prima d'oggi) e, curiosamente, Excalibur (anche se quello non è propriamente un "termine italiano"). -- Rojelio (dimmi tutto) 21:24, 9 dic 2019 (CET)
Non avevo notato il lemma immediatamente precedente, calibea (una specie d'uccelli). -- Rojelio (dimmi tutto) 21:27, 9 dic 2019 (CET)
Il termine latino chalybs deriva a sua volta dal termine greco χάλυψ -υβος (khálups, -ubos) (acciaio), che a sua volta trae il nome dall'antico popolo dei Calibi, maestri nella lavorazione dei metalli ed inventori della siderugia. --Nungalpiriggal (msg) 13:20, 10 dic 2019 (CET)
Dopo una breve ricerca, grazie anche ai contributi di chi mi ha preceduto, ho trovato questi termini: calibe (negli antichi formularî farmaceutici, sinon. di ferro), calibea (specie d'uccello), calibeare, calibeato (di bevanda medicinale contenente sali di ferro), calibeo, Calibi, calibografia, calibotipia & Excalibur. --93.66.192.22 (msg) 19:25, 10 dic 2019 (CET)

Il Doodle Google di oggi 9 dicembre

Il Doodle Google di oggi è dedicato alla lotería messicana, ma in qualsiasi modo io completi il gioco, non vinco mai... è un bug? --93.32.64.189 (msg) 18:18, 9 dic 2019 (CET)

Anche io non riuscivo a vincere mai. Poi mi sono reso conto che dovevo spingere il pulsantone sulla destra con scritto "Lotería" una volta trovata l'intera composizione richiesta di simboli. --93.66.192.22 (msg) 18:33, 9 dic 2019 (CET)
Esattamente come la lotteria… L'avete mai vinta? :p --Wim b 21:37, 11 dic 2019 (CET)

Come mai utilizzando i VPN di Opera non è possibile modificare Wikipedia? Nemmeno con il log in.

Come da titolo. Ho preso l'abitudine di navigare su internet usando la VPN di Opera (che è gratis) ma, anche facendo log in, non mi è possibile scrivere su Wikipedia in quel modo. Come mai? Qual è il problema? --Alessandro (msg) 22:02, 13 dic 2019 (CET)


--Alessandro (msg) 22:02, 13 dic 2019 (CET)

Vedi WP:PROXY--Lemure Saltante sentiamo un po' 22:16, 13 dic 2019 (CET)

Doppia cittadinanza ed Unione Europea

L'UE ha mai affrontato il problema della proibizione ad acquisire una doppia cittadinanza nei paesi dell'UE? Almeno 5 paesi dell'UE impediscono la doppia cittadinanza, con problemi anche non indifferenti a chi si trasferisce da un paese membro all'altro.. --2.226.12.134 (msg) 16:36, 24 nov 2019 (CET)

Per mera curiosità, quali sono questi problemi? --Captivo (msg) 00:52, 6 dic 2019 (CET)
in Italia alcuni lavori sono off limits a chi non ha la cittadinanza italiana, a quanto sembra (spero di sbagliarmi), la Brexit ha poi dimostrato cosa succede a chi a suo tempo non ha preso la cittadinanza britannica, in quei 5-6 casi i cittadini di quelle nazioni non potevano prendere la cittadinanza britannica senza perdere quella "originale".. --2.226.12.134 (msg) 21:22, 8 dic 2019 (CET)
Per quanto ne so potrebbe esserci qualche limitazione negli impieghi presso la Pubblica Amministrazione, per il resto i cittadini della UE godono di parità di trattamento.
Sulle schizofrenie della Brexit non mi esprimo perché sono un signore. --Captivo (msg) 18:08, 9 dic 2019 (CET)
2.226.12.134, ma perché dovrebbe essere un problema per la UE? Il trasferimento non è un problema, perché non è impedito a chi non ha la cittadinanza nel paese di destinazione (e non può prenderla perché non vuole perdere la cittadinanza d'origine).
Altro discorso sarebbe se un paese obbligasse "Dopo 10 anni che sei nel mio paese, o prendi la nostra cittadinanza, o te ne torni a casa".
P.S. Quali sono quei 5 o più paesi? --Non ci sono più le mezze stagioni (msg) 21:44, 10 dic 2019 (CET)
Che io sappia l'unico paese UE che non riconosce ufficialmente la doppia cittadinanza è l'Estonia. Ci sono poi problemi negli altri paesi baltici con i residenti ex-russosovietici che non sono considerati né lettoni né russi (sono apolidi). P.s. Confermo che, in Italia, per alcuni lavori serve obbligatoriamente la cittadinanza italiana o UE, come nella pubblica amministrazione (esclusi i lavori con categoria più bassa, esempio: spazzino o asfaltini), ma anche per fare la guardia giurata (per questo motivo gli stranieri (per lo più di origine africana) non possono essere inquadrati come guardia giurata e vengono sottopagati a 2-3 euro all'ora come "addetti alla sicurezza"). Holapaco77 (msg) 10:36, 11 dic 2019 (CET)
i paesi che a me risultano conbtrari alla doppia cittadinanza sono Austria, Olanda, Danimarca, Lituania e Slovacchia, qui vengono citate pure Polonia ed Estonia e cita uno dei problemi: un altro grosso problema è l'impossibilità di fare alcuni lavori per cui è necessaria una seconda cittadinanza, se per esempio un cittadino danese che ha vissuto tutta la vita in Italia a 21 anni si vuole arruolare nei carabinieri o nella polizia greca può dire addio ai suoi sogni se per esaudirli deve rinunciare alla cittadinanza natia perchè il lavoro è solo per cittadini italiani o greci.. senza contare che con l'euroscetticismo di fondo, dopo la brexit non ci si può fidare di nessun paese e quindi c'è il rischio di trovarsi nella stessa situazione dei cittadini europei in Gran Bretagna, con numerosi casi di permesso di soggiorno negati per i più svariati motivi anche se contibuenti da più di vent'anni.. --2.226.12.134 (msg) 14:58, 14 dic 2019 (CET)
Scusami tanto, ma i "problemi non indifferenti" che hai menzionato all'inizio sono l'impossibilità di arruolarsi nell'Esercito? --Captivo (msg) 19:52, 14 dic 2019 (CET)
no, che in caso di brexit della Francia o per assurdo della Germania (anche lì ci sono gli euroscettici) chi ha quelle 5 o 6 nazionalità non può acquisire la nazionalità francese o tedesca senza perdere quella natia, parlavo del lavoro perchè il discorso era poi caduto sulla sfera professionale.. cmq la voce sulle doppie nazionalità non dice se si stanno facendo discorsi per abolire almeno tra i paesi della UE questo divieto, ci sono trattative in materia? --2.226.12.134 (msg) 20:37, 14 dic 2019 (CET)

Auferstanden aus Ruinen (inno della Germania Est) vs. Goodbye Johnny (canzone popolare tedesco occidentale)

sulla wiki in tedesco è riportata l'accusa all'ex inno della Germania Est di non essere totalmente originale: cosa c'è di vero? (E poi i tedeschi parlano male di noi italiani :p..)


--2.226.12.134 (msg) 10:51, 15 dic 2019 (CET)

Generatore di libri

Buona sera a tutti

è da un bel po' di tempo che il generatore PDF dei Wikilibri non funziona; sulla pagina di creazione è presente il messaggio che avvisa che il sistema verrà sostituito in breve tempo... ma oramai sono passati anni. C'è qualche speranza per un futuro prossimo ? --YukioSanjo (msg) 22:06, 15 dic 2019 (CET)

Vettore tangente

Stavo leggendo la voce sull'argomento spazio tangente a una varietà, e mi sono inchiodato su un concetto di vettore tangente come classe di equivalenza. Vediamo se riesco a farmi capire nel dubbio: per il momento provo a usare l'idea di un paraboloide immerso in R^3 per semplificare, ma ovviamente come intuizione è del tutto generalizzabile.
Mi sembra di aver capito che data una carta (mappa inversa della parametrizzazione) posso descrivere i punti del paraboloide con solo due coordinate. Premesso questo, il concetto di vettore tangente esce come classe di equivalenza derivando la composizione di una certa funzione (dalla varietà ad R) e una curva parametrizzata con codominio nei punti della varietà. Quando ho diverse curve passanti per un dato punto scelto, ho il vettore tangente come classe di equivalenza di quelle curve che hanno medesima velocità γ'. Sul paraboloide, ad esempio, posso immaginare di avere graficamente diverse curve che si incrociano sul punto e tutte quelle che sono tra loro "tangenti" sfiorandosi sono la classe "vettore tangente". Ora, però, posso anche definire la curva tangente in coordinate locali. Ad esempio prendo x(q(t)) ove x è il punto sul paraboloide, q la coordinata locale e t il parametro e facendo variare t mi disegna anche q(t) una "curva grafica" questa volta non sul paraboloide ma su un piano (siamo in R^2)
Consideriamo ora il nostro bel paraboloide: a questo punto posso ragionare con i versori i,j,k e derivare, ottenendo, per derivazione composta, qualcosa di simile a quanto avevo in precedenza per una generica varietà (calcolo una sorta di velocità sul paraboloide), però tramite coordinate locali. Noto quindi che deve esserci qualcosa che connetta dq/dt (sommatoria su vari indici) e γ' come concetti (con γ' indico la componente del vettore tangente e con dq/dt la componente del vettore tangente in coordinate locali), poiché tutte e due rappresentano la "stessa cosa", solo che dq/dt localmente su di un piano mentre γ' su qualcosa di "curvo".
Detto in brutta maniera: la carta mi toglie una dimensione e mi schiaccia le curve su un piano, derivo le curve sul piano e quelle che prima erano classe di equivalenza di curve tangenti (in 3-D) sulla superficie curva del paraboloide sono allo stesso modo tangenti nel piano (mantengono una tangenza anche tra di loro in 2-D), cioè c'è biunivocità tra la classe di equivalenza di curve nel piano e quelle sul paraboloide tramite il concetto di carta.
Veniamo infine al dubbio (fin qua mi sembra giusto, o almeno lo spero perché mi sto fondendo XD): la cosa che non mi torna tanto è che se io cambio carta, (chiamiamo p le nuove coordinate locali) a parte il fatto che passi da q a p con jacobiani vari, ora derivando x(p(t)) rispetto al parametro t avrò come componente dp/dt; a questo punto dato che anche dp/dt rappresenta localmente la γ' (anche questa carta mi schiaccia la curva in R^2) questo vuol dire che di nuovo rappresenta la classe di equivalenza di curve sul piano tangenti tra loro. Mi chiedo quindi se ogni carta mi doni delle coordinate che, nel momento in cui una curva parametrizzata (localmente) è in relazione di euqivalenza con un'altra (ossia hanno stesso valore dq/dp), automaticamente mi rappresenta anche la classe rappresentata da γ'. Cioè la classe di curve rappresentata sul paraboloide da γ' è biunivocamente rappresentata da dp/dt o da dq/dt una volta schiacciate in modi diversi poiché ho carte diverse? Mi sembra infatti strano che qualunque carta (e parametrizzazione del paraboloide) possibile e immaginabile mantenga che la classe di equivalenza dp/dt <-> γ' <-> dq/dt, ossia mantenga gli oggetti tangenti tra loro nella superficie incurvata ancora tangenti tra loro piano. Complimenti a chi vorrà cimentarsi nella comprensione, perché ammetto di non saper come far capire il dubbio testualmente. --37.163.166.82 (msg) 20:09, 20 dic 2019 (CET)

È molto semplice: siano l'equazione che definisce la superficie, con coordinate cartesiane in relative alla base ;
la parametrizzazione della tua superficie con il primo sistema di coordinate ;
la parametrizzazione data dal secondo sistema di coordinate ;
le funzioni di transizione fra i due sistemi di coordinate
(in genere uno fa un abuso di notazione e denota direttamente sia sia con , ma qui per maggiore chiarezza uso lettere diverse).
Nota bene: io qui chiamo "parametrizzazione della superficie" la mappa che associa ad ogni coppia di coordinate un punto della superficie. La "carta" è la mappa inversa, che associa ad ogni punto della superficie le sue coordinate.
Una curva sulla superficie è una mappa tale che , e si può rappresentare nei due sistemi di coordinate, rispettivamente, con le funzioni e (qui l'abuso di notazione lo faccio, se no le formule diventano illeggibili). Avremo dunque
Il vettore tangente alla curva in un punto è ovviamente , dove abbiamo usato la notazione (questo sarebbe il vettore tangente a una curva qualsiasi in ; il fatto che sia tangente alla superficie corrisponde alla condizione ).
Fatte queste premesse, il medesimo vettore tangente si può scrivere come ovvero come , dove : i due vettori formano la base naturale del piano tangente relativa alle coordinate , e per maggiore comodità li denoteremo con .
Si può dunque vedere, in linea con quanto tu scrivi, il vettore come l'immagine del vettore sotto la mappa tangente della mappa di parametrizzazione .
Per l'altro sistema di coordinate, la base naturale sarà data da ; il cambiamento di base è dato dalla matrice jacobiana del cambiamento di coordinate: , e la trasformazione delle componenti è data da . Con la seconda parametrizzazione, quindi, lo stesso vettore è l'immagine di un altro vettore .
Ora, nella tua domanda bisogna distinguere due questioni. Data una singola parametrizzazione, ci si può chiedere se date due curve tangenti in sono tangenti anche le loro immagini sulla superficie. La risposta è sì (la mappa tangente è definita per l'appunto sulle classi di equivalenza): dalle formule elencate sopra, si ricava che le componenti in un punto saranno le stesse per due curve in che siano tangenti, dato che queste avranno gli stessi valori per le due derivate . Quindi ciascuna parametrizzazione rappresenta una classe di equivalenza con una e una sola classe di equivalenza di curve tangenti in . Se cambi parametrizzazione, semplicemente, la medesima classe di equivalenza sulla superficie sarà rappresentata da un'altra classe di equivalenza di curve in . Il vettore tangente alla superficie, , è sempre lo stesso: la sue controimmagini relativamente alle due diverse parametrizzazioni, invece, sono diverse (la mappa che le connette è lineare, ed è proprio la jacobiana del cambiamento di coordinate). Ma si tratta sempre di mappe fra classi di equivalenza.
Se ti può aiutare a visualizzare la situazione, prendi il paraboloide di rotazione e supponi che la prima parametrizzazione sia con le coordinate ossia corrisponda alla proiezione sul piano perpendicolare all'asse del paraboloide e passante per il vertice; e che la seconda parametrizzazione sia invece con le due coordinate date dalla proiezione cilindrica . Immagina due curve disegnate sul paraboloide che siano tangenti in un punto, e vedi subito che sono tangenti fra loro sia le due proiezioni sul piano, sia le due proiezioni sul cilindro; e viceversa. Prendi un punto sul paraboloide (diverso dal vertice, dove la proiezione cilindrica è singolare) e scegli un vettore tangente: scelte come vuoi le due componenti e , la terza componente sarà . Ora esercitati a trovare le componenti delle sue immagini sotto le due carte. In questo modo puoi sperimentare tutta la costruzione, incluso il fatto che qualunque vettore tangente al piano viene mandato (dalla mappa tangente alla parametrizzazione) in un vettore tangente al paraboloide (ti ho appena scritto come...;-); e lo stesso avviene per la proiezione cilindrica.
Così ti è più chiaro? --93.36.167.230 (msg) 22:31, 20 dic 2019 (CET)
E' di una chiarezza disarmante!
Non credevo ci fosse qualcuno capace di decifrare il mio svarione. Incredibilmente ho capito tutto e vorrei ringraziarti moltissimo per il fondamentale aiuto che mi hai dato. Colgo inoltre l'occasione per augurarti buone feste :). Estendo ovviamente l'augurio a tutti i wikipediani all'ascolto. --37.161.86.90 (msg) 10:33, 21 dic 2019 (CET)
Prego, buone feste anche a te. Lieto di esserti stato utile. Mi resta una curiosità: che cosa ti ha portato a leggere la voce spazio tangente? Non è il tipo di voce su cui uno capita per caso... --93.36.167.230 (msg) 22:13, 21 dic 2019 (CET)
Hai perfettamente ragione, in realtà ci sono capitato perché sono alle prese con lo studio della materia in questione, essendo uno studente, tuttavia mi ero arenato su questi primi concetti e sia dai miei appunti che da ricerche sul web non rieuscivo bene a creare un discorso organico. Avevo intuito la "faccenda" ma sentivo di essere un po' fuori strada. Inoltre, in generale, mi piace parlare di qesti argomenti e confrontarmi con altri, ma non sempre è facile trovare qalcuno disposto a farlo fuori da internet. Quindi ho unito le due passioni di "wiki" e "parlarne" scrivendo qui. --37.160.29.4 (msg) 09:40, 22 dic 2019 (CET)

Copyright su lettura libri

Ho una domanda: se leggo un libro in pubblico, oppure pubblico la registrazione della lettura in un podcast, violo il diritto d'autore?


--2.34.222.74 (msg) 17:32, 21 dic 2019 (CET)

Suppongo di sì, in quanto il copyright dovrebbe valere per i testi, a prescindere dallo strumento, tecnologico o non, utilizzato per riprodurli. A meno che nel libro non sia specificata qualche licenza particolare che consenta di leggerli in pubblico, pubblicarli, ecc. Comunque, per quello che ne so, si può riprodurre una parte del testo, ora non ricordo esattamente la percentuale. --Daniele Pugliesi (msg) 03:02, 22 dic 2019 (CET)
Credo proprio di sì. Il testo di un libro, in generale, è protetto dal diritto d'autore. Non è il testo scritto ad essere protetto (a meno che l'autore non abbia usato un font particolarmente originale :-D), bensì il testo stesso, il prodotto dello sforzo intellettuale dell'autore. Premesso ciò, diffondendolo tramite vie dirette o indirette (la legge 633/41 dice "su filo o senza filo") stai violando il diritto di comunicazione al pubblico. L'articolo 15 fa esplicita eccezione per "la recitazione di opere letterarie effettuata, senza scopo di lucro, all'interno di musei, archivi e biblioteche pubblici ai fini esclusivi di promozione culturale e di valorizzazione delle opere stesse individuati in base a protocolli di intesa tra la SIAE e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo". --Horcrux (msg) 09:55, 22 dic 2019 (CET)

Il 2020 si avvicina... quali novità per il clima e l'economia globale?

Ricordo che c'era stato un impegno da parte di molte nazioni di raggiungere degli obiettivi entro il 2020 per proteggere l'ecosistema globale; nel loro insieme erano chiamati "20-20-20" o qualcosa del genere, che mi pare significhi la diminuzione del 20% della produzione di gas serra, l'aumento del 20% di utilizzo di energie rinnovabili, tutto entro il 2020.
Abbiamo delle voci su Wikipedia o in altri siti che spiegano questi accordi, raccontando cosa si è fatto, a che punto siamo e se non vengono rispettati tali termini quali saranno le conseguenze dal punto di vista economico (ci saranno multe per l'Italia o altri stati)? Più in generale, il 2020 sarà un anno particolarmente "critico" per l'ambiente o ci sono delle scadenze più importanti? --Daniele Pugliesi (msg) 15:02, 24 dic 2019 (CET)

Per quanto riguarda WP, in effetti se si confronta questa voce e la voce corrispondente su en:WP (e si fa pensa a quante energie e tempo si dedicano qui alle biografie di calciatori, personaggi televisivi ecc.), viene da pensare che qui su it:WP il problema del cambiamento climatico non sia molto sentito... --93.36.167.230 (msg) 16:04, 24 dic 2019 (CET)
83, di lavoro da fare ne teniamo anche troppo e l'aiuto che riceviamo è meno di zero, per cui la voce relativa rimane così com'è.. DP, si farà come al solito, "parole, parole, parole, soltanto parole, parole tra noi".. --2.226.12.134 (msg) 16:09, 24 dic 2019 (CET)

Paradisi fiscali

  • DOMANDA 1:

Premesso che non sono ricco, e sicuramente non intendo portare i miei soldi in un paradiso fiscale, ma se un cittadino italiano residente in Italia che ha guadagnato legalmente e col sudore della sua fronte un bel gruzzolo, e anziché depositare tale somma su un conto italiano lo fa in un conto che ha aperto in uno degli stati qui elencati (ovvero i paesi/dipendenze che il nostro stato riconosce come paradisi fiscali) commette qualche reato oppure è riconosciuto il diritto a una persona di poter portare i propri beni all'estero?

  • DOMANDA 2:

Molti microstati, tipo Monaco o Liechtenstein, basano la loro economia sul fatto di essere dei paradisi fiscali. Ciò che non mi è chiaro è appunto come può il fatto di essere un paradiso portare così tante entrate nelle casse di uno stato. Perché se da un lato tasse basse portano un maggior numero di persone a depositare i loro soldi lì (o molte società ad avere sede legale in quel posto), dall'altro di tutti quei soldi presenti la stragrande maggioranza appartengono a privati, e se le tasse dovute sono basse per lo stato le entrate non dovrebbero essere poi così alte. Allora cosa fa sì che essere un paradiso fiscale riempie così tanto le casse di uno stato?

Grazie

--79.51.34.125 (msg) 15:37, 25 dic 2019 (CET)

Risposta alla domanda II: perché in un paradiso fiscale di imposte se ne pagano poche, ma qualcosina si paga comunque. E in questo caso a pagare sono cittadini stranieri, che non sono nemmeno residenti lì (anche quando, in certi casi, fingono di esserlo), non sono utenti dei servizi pubblici (scuole, strade, ospedali, trasporti pubblici, ...), non ricevono dallo Stato assistenza sanitaria né previdenziale, non producono rifiuti da smaltire, ecc. ecc. Quindi da guadagnare quegli Stati ne hanno, e parecchio.
Quanto alla domanda I, sugli aspetti strettamente legali aspettiamo che risponda qualcuno più esperto; tuttavia è bene considerare che in Italia non c’è una tassazione progressiva sui depositi bancari, quindi se uno porta i capitali all’estero non è per evitare che questi siano soggetti a imposta: spesso è, piuttosto, perché quei capitali sono sfuggiti alle imposte sui guadagni e sui redditi, quindi è stata compiuta un’evasione fiscale, e si vuole evitare che l’Agenzia delle Entrate venga a chiederti da dove arrivano. A parte questo, tipicamente gli Stati pongono limiti ai trasferimenti per ragioni di controllo dei rapporti valutari, ma questo non vale per trasferimenti all’interno dell’area Euro, dato che la valuta è sempre la stessa. Che io sappia, purché si seguano le procedure legali che consentono la tracciabilità della provenienza e della destinazione del capitale (un trasferimento di capitale a beneficio di un’altra persona corrisponde necessariamente a un’attività commerciale oppure a una donazione, ed entrambe potrebbero essere oggetto di imposta), non vi sono attualmente limiti alla somma che si può trasferire su un conto estero con la medesima intestazione del conto di provenienza. --5.90.9.152 (msg) 17:23, 25 dic 2019 (CET)