Vulcacio Rufino

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Vulcacio Rufino
Prefetto del pretorio e console dell'Impero romano
Morte368
DinastiaDinastia costantiniana
Consolato347
Prefetto
Procuratore
  • consolare per la Numidia
  • comes ordinis primi intra consistorium
  • comes per orientem Aegypti et Mesopotamiae per easdem vice sacra iudicans dal 5 aprile 342
Pontificato maxsotto Costante I

Vulcacio Rufino (latino: Vulcacius Rufinus; ... – 368) è stato un politico, prefetto e sacerdote romano, imparentato con la dinastia costantiniana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pagano, Rufino fu fratello di Nerazio Cereale, di Galla (la madre di Costanzo Gallo) e della madre, dal nome sconosciuto, di Massimo (praefectus urbi nel 361-2).

La sua carriera lo vide pontefice massimo, consolare per la Numidia, comes ordinis primi intra consistorium sotto l'imperatore Costante I o suo fratello Costanzo II, comes per orientem Aegypti et Mesopotamiae per easdem vice sacra iudicans dal 5 aprile 342, praefectus praetorio per l'Italia dal 344 al 347 (tra le prefetture di Fulvio Placidio e Ulpio Limenio), console ordinario prior per il 347 con Flavio Eusebio, praefectus praetorio per l'Illyricum tra il 347 e il 352.

Mentre era prefetto, fu inviato dall'usurpatore Magnenzio, che aveva spodestato Costante, in una ambasciata presso Costanzo II, assieme a Marcellino, Massimo e Nunechio. Rufino non venne arrestato, a differenza dei suoi compagni, e rimase prefetto dell'Illyricum per Costanzo. Nel 354, dopo la caduta di Magnenzio, fu prefetto in Gallia, risiedendo nella capitale Constantina (Arles), ma fu rimpiazzato da Gaio Ceionio Rufio Volusiano Lampadio, forse in quanto parente di Costanzo Gallo, quando questi cadde in disgrazia presso l'imperatore.

Tra il 365 e il 368 fu prefetto del pretorio per l'Italia, la Gallia e l'Africa, succedendo a Claudio Mamertino. Morì in servizio.

Aveva una domus a Roma, sul Quirinale, negli scavi della quale fu ritrovata la base di una statua dedicatagli dagli abitanti di Ravenna:

(LA)

«Singulari auctoritatis splendore pollen/ti, admirabilisque eloquentiae beni/volenti(a)e felicitate glorioso, cunc/tarumq(ue) dignitaIum fastigia fabo/rabili moderatione iusIiIiae super/gresso, Vulcacio Rufino, v(iro) c(larissimo), cons(uli) / ordin(ario), praeI(ecto) praetorio, comiti / per Orientem Aecypti et Mesopotamiae, / per pasdem vice sacra iudicanti, /comiti ordinis primi intra consistori/um, Numidiae consulari, pontieici maiori, / ob innumerabiles sublimis benig(ni)tatis tiIulos, / Ravennates monumentum perennis / memoriae in vestibulo domus statuali vene/ratione dicaverunt. ut.»

(IT)

«Vigoroso nel rilevante splendore dell'autorità, glorioso nella buona fortuna di ammirabile eloquenza e benevolenza, a colui che ha preso su di sé il peso di tutti gli uffici con favorevole moderazione, a Vulcacio Rufino, vir clarissimus, console ordinario, prefetto del pretorio e giudice rappresentante dell'Imperatore per l'Oriente, l'Egitto e la Mesopotamia, comes del primo ordine nel concistorio imperiale, consularis di Numidia, pontefice maggiore, per gli innumerevoli esempi di eminente favore, i Ravennati dedicano questo monumento alla sua eterna memoria nel vestibolo della sua casa, onorandolo con una statua. Così sia.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) John Morris, Arnold Hugh Martin Jones; John Robert Martindale, The prosopography of the later Roman Empire, Cambridge University Press, 1992, pp. 782-783, ISBN 0-521-07233-6.
Predecessore Console dell'Impero romano Successore
Imperatore Cesare Flavio Giulio Costanzo Augusto IV,
Imperatore Cesare Flavio Giulio Costante Augusto III
347
con Flavio Eusebio
Flavio Filippo,
Flavio Salia
Controllo di autoritàVIAF (EN260684541 · GND (DE1024760790