Vincenzo Velardi

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Vincenzo Velardi
NascitaMacerata, 10 settembre 1894
MorteRoma, 5 giugno 1965
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
CorpoArtiglieria
SpecialitàCaccia
Reparto1ª Squadriglia per l'artiglieria diventata poi 41ª Squadriglia
48ª Squadriglia
GradoGenerale di divisione aerea
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
BattaglieSesta battaglia dell'Isonzo
Battaglia di Guadalajara
Comandante di118ª Squadriglia
21º Stormo
III Zona Aerea Territoriale
1º Stormo Caccia Terrestre
6º Stormo
53º Stormo
Aviazione Legionaria
1ª Divisione Caccia Terrestre "Aquila"
Decorazionivedi qui
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Vincenzo Velardi (Macerata, 10 settembre 1894Roma, 5 giugno 1965) è stato un generale e aviatore italiano. Ufficiale d'artiglieria del Regio Esercito, combatté durante la prima guerra mondiale, passando in forza alla Regia Aeronautica dopo la fine delle ostilità. Comandò il 1°, il e il 53º Stormo Caccia Terrestre e durante la Guerra civile spagnola fu comandante dell'Aviazione Legionaria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Macerata il 10 settembre 1894,[1] Arruolatosi nel Regio Esercito, arma d'artiglieria, passò in forza al battaglione aviatori, in qualità di osservatore d'aeroplano, poco dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915. Si distinse sul Vodice nel luglio 1915, venendo promosso al grado di tenente d'artiglieria il 9 settembre dello stesso anno.[2] Il 2 luglio 1915 passò nella 1ª Squadriglia per l'artiglieria, che il 15 aprile 1916 divenne 41ª Squadriglia. Prese parte alla conquista della città di Gorizia nel luglio 1916, venendo decorato di Medaglia di bronzo al valor militare. Il 10 ottobre 1917 il Capitano Velardi comandò la 118ª Squadriglia ed il 20 ottobre 1918 era pilota di una Sezione Hanriot HD.1 aggregata alla 48ª Squadriglia.

Nel dopoguerra passò in servizio attivo presso la neocostituita Regia Aeronautica; nell'estate 1926 il Capitano Velardi comandava il 17º Gruppo caccia; nel 1931 era Tenente Colonnello e dal 3 ottobre all'11 giugno 1932 comandò il 21º Stormo, svolgendo poi vari incarichi, tra i quali quello di comandante della III Zona Aerea Territoriale e, tra l'aprile 1935 e il 15 gennaio 1936, del 1º Stormo Caccia Terrestre.[3] Tra il 15 gennaio e il 15 maggio 1936 divenne comandante[4] del ricostituito 6º Stormo Caccia Terrestre[5], basato sull'aeroporto di Gorizia e poi trasferito su quello di Ghedi.

Il 15 maggio[6] 1936 assunse il comando[7] del neocostituito 53º Stormo Caccia Terrestre,[8] formatosi sull'aeroporto di Torino-Mirafiori,[6] ed equipaggiato[9] con i caccia biplani Fiat C.R.32.[6]

Partito per la guerra civile spagnola, il 28 dicembre 1936 assunse il comando dell'Aviazione Legionaria,[10] in sostituzione[11] del tenente colonnello Ruggero Bonomi,[11] venendo promosso al grado di Generale di brigata aerea.[10] Guidò i suoi reparti durante la battaglia di Guadalajara (8-23 marzo 1937), ma poco tempo dopo entrò in contrasto[12] con il comandante del CTV, generale di brigata Mario Roatta,[13] per le continue intromissioni di quest'ultimo sull'uso dell'aviazione durante le operazioni belliche ed il 6 maggio 1937 si rivolse direttamente al Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica, generale Giuseppe Valle[12], per avere delucidazioni. Il messaggio indirizzato a Valle fu trasmesso fortuitamente anche a Roatta, che reagì violentemente[12] ed il 30 aprile gli intimò di dargli copia integrale del messaggio trasmesso a Roma.[14] Venne sostituito nel mese di maggio dal generale di divisione aerea Mario Bernasconi[12], assumendo il comando dell'aviazione legionaria di stanza alla Baleari. Roatta fu poi sostituito nel comando dal generale di corpo d'armata Ettore Bastico.[13] Tra il 17 e il 18 marzo 1938[15] guidò i reparti da bombardamento in una serie di incursioni aeree su Barcellona, che causarono pesanti danni alla città catalana.[15]

Rientrato in Italia, il 6 luglio 1939 assunse il comando della 1ª Divisione Caccia Terrestre "Aquila", appartenente alla 2ª Squadra aerea del generale Gennaro Tedeschini Lalli. Alla testa dell'unità, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, prese parte alla fasi iniziali della guerra con la Francia e la Gran Bretagna. Nel prosieguo della guerra assume la direzione del Comando servizi aerei speciali. Il 1º marzo 1942 partecipò ad una riunione avvenuta presso lo Stato Maggiore della Regia Aeronautica, cui parteciparono anche il generale di squadra aerea Giuseppe Santoro, il generale di divisione aerea Umberto Cappa, il generale di brigata aerea Simon Pietro Mattei e il col. Mario Porru-Locci. In tale riunione fu designato il comandante pilota del velivolo da trasporto Savoia-Marchetti SM.75RT che avrebbe dovuto volare dall'Italia al Giappone, ritornando successivamente in Patria, il tenente colonnello Amedeo Paradisi.[16]

Ritiratosi a vita privata dopo la fine della seconda guerra mondiale, fu tra i soci fondatori del Rotary Club di Macerata, e si spense a Roma il 5 giugno 1965.[1] Per onorarne la memoria la città di Macerata gli ha intitolato una piazza.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale Generale pilota, di grande valore personale e di notevole prestigio, Comandante in primo tempo dell'Aviazione Legionaria del Continente, procedeva alla sua realizzazione dandole veste e costituzione di grande unità aerea, la portava nel ciclo operativo di Malaga a concorrere notevolmente alle vittoriose giornate ed in quello di Guadalajara a contenere decisamente ogni velleità nemica. Successivamente Comandante della Aviazione delle Baleari, infondeva in tale grande unità aerea nuovo massimo impulso, determinando una delle più gravi situazioni che, nel corso della guerra spagnola, ha dovuto sostenere l'avversario. Terra di Spagna, dicembre 1936-settembre 1938.[1]»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale ufficiale osservatore in numerosi voli di ricognizione e di osservazione del tiro, incurante del fuoco aggiustato delle batterie avversarie, assolveva con sereno e cosciente ardimento il compito affidatogli. Vodice-Gorizia, luglio 1915-luglio 1916.»
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 17 aprile 1930[17]

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Medalla militar (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1969, p. 189.
  2. ^ Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia n.244 del 4 ottobre 1915.
  3. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 10.
  4. ^ Malizia 2014, p. 45.
  5. ^ Costituito dal 2º Gruppo (150ª, 151ª e 153ª Squadriglia) e 3º Gruppo (153ª, 154ª e 155ª Squadriglia).
  6. ^ a b c Mattioli 2010, p. 6.
  7. ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare 1977, p. 182.
  8. ^ Costituito dal 150º Gruppo (363ª, 364ªª e 365ª Squadriglia) e 151º Gruppo (366ª, 367ª e 368ª Squadriglia).
  9. ^ Per l'attività di addestramento lo stormo usava anche i Fiat C.R.20, CR.20 “Asso” e IMAM Ro.41 Maggiolino.
  10. ^ a b Bonomi 1941, p. 254.
  11. ^ a b Bonomi 1941, p. 271.
  12. ^ a b c d Grassia 2015, p. 15.
  13. ^ a b Grassia 2015, p. 14.
  14. ^ Grassia 2015, p. 16.
  15. ^ a b Ferrari, Garello 2004, p. 360.
  16. ^ Gli altri piloti presi in considerazione furono i tenenti colonnelli Antonio Moscatelli, Giorgio Rossi, Enrico Cigerza.
  17. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.269 del 19 novembre 1930.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ruggero Bonomi, Viva la Muerte, Roma, Ufficio editoriale aeronautico, 1941.
  • Chris Dunning, Solo coraggio! La storia completa della Regia Aeronautica dal 1940 al 1943, Parma, Delta Editrice, 2000.
  • Paolo Ferrari, Giancarlo Garello, L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli Storia, 2004, ISBN 88-464-5109-0.
  • Alessandro Fraschetti, Prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • Nicola Malizia, Sopra di noi il cielo. Bepi Biron, Roma, IBN Editore, 2014.
  • (EN) Marco Mattioli, 53º Stormo, Botley, Osprey Publishing Company, 2010, ISBN 978-1-84603-978-2.
  • Manlio Molfese, L'aviazione da ricognizione italiana durante la grande guerra europea (maggio 1915-novembre-1918), Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1925.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1925.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dello Stato maggiore Aeronautica, 1999.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Edoardo Grassia, Barcellona, 17-18 marzo 1938, in Diacronie: Studi di Storia Contemporanea, n. 7, Bologna, 2011, pp. 1–20.
  • Edoardo Grassia, ”Aviazione Legionaria”: il comando strategico-politico e tecnico-militare delle forze aeree italiane impiegate nel conflitto civile spagnolo, in Diacronie: Studi di Storia Contemporanea, n. 7, Bologna, 2011, pp. 1–23.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]