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Weissenhof è il nome di un quartiere sperimentale realizzato a Stoccarda nel 1927 con il patrocinio della società tedesca Werkbund. Lo scopo di questa sperimentazione era quello di promuovere i canoni e le forme dell'International Style, una nuova corrente stilistica che aveva stravolto radicalmente il linguaggio architettonico del XX° secolo e che visse proprio nella Germania degli anni venti la sua stagione più prolifica e innovativa (Razionalismo Tedesco). L'evento era stato pensato come una mostra dove una serie di architetti progressisti, appositamente invitati, avrebbero progettato un edificio per uno, nella fattispecie di tipo residenziale. Il Weissenhof era infatti concepito come un quartiere di residenze operaie[1] e realizzato secondo le teorie architettoniche e urbanistiche moderne.

Vista aerea del Weissenhof

La prima proposta

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Il luogo prescelto per il quartiere era l'altura di Killesberg, situata nell'immediata periferia di Stoccarda. L'impianto insediativo venne commissionato nel 1925 a Mies van der Rohe, considerato uno dei massimi esponenti del nuovo movimento, nonchè vicepresidente del Werkbund. Egli formulò una prima soluzione consistente in un insediamento che si adagiava armonicamente sulla collina seguendone l'orografia. Tale disegno venne subito aspramente osteggiato dagli architetti funzionalisti, che criticarono la forte carica espressionistica del gesto. L'organicità del disegno di Mies sembrava infatti discostarsi notevolmente dalle rigide teorie funzionaliste, le quali incoraggiavano la decontestualizzazione di un progetto rispetto la sua locazione, una prassi che era invece fortemente caldeggiata dagli architetti espressionisti[2]. Non lesinarono critiche neanche gli esponenti della Scuola di Stoccarda, tra i quali si annoveravano Paul Bonatz e Paul Schmitthenner (che inizialmente erano stati compresi nella lista dei partecipanti, stilata dallo stesso Mies): questi finirono poi per denigrare il lavoro dei colleghi, tacciandoli di dilettantismo e ingenuità.

La proposta definitiva

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In seguito a questo Mies

Architetti partecipanti

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  1. ^ Nella Germania, come nel resto dell'Europa, del primo periodo postbellico, in seguito alle distruzioni causate dalla guerra, era molto sentita la questione dell'edilizia residenziale a basso costo, in particolare degli alloggi operai. Basti pensare alle coeve esperienze degli Höfe della Vienna socialdemocratica, tra i quali si veda a titolo esemplificativo il Karl Marx Hof di Karl Ehn. Alcuni autori come Tom Wolfe enfatizzano ulteriormente il carattere sociale del Movimento Moderno, che viene inteso come architettura antiborghese destinata unicamente alle classi meno agiate, e sarà causa di successivi paradossi.
    Vedi a riguardo: Tom Wolfe. Maledetti architetti. Dal Bauhaus a casa nostra. Milano, Bompiani, 2001. ISBN 88-452-4908-5
  2. ^ In Germania era in corso in qegli anni una guerra ideologica tra due scuole contrapposte, Razionalismo ed Espressionismo. Tuttavia si denota che in molti dei lavori degli esponenti di entrambi i movimenti è possibile ritrovare riferimenti alle teorie della scuola opposta, come se di fatto non vi fosse una differenza netta; alcuni autori, tra i quali il Gravagnuolo, affermano che i migliori risultati del periodo si conseguirono in quelle esperienze dove le due correnti si fusero giungendo a compromessi, come nel caso delle Siedlung berlinesi (vedi la Hufesein Grossiedlung a Berlino-Britz, di Martin Wagner e Bruno Taut, o la Siedlung Siemensstadt a Berlino, di Hans Scharoun).
    Vedi a riguardo: Benedetto Gravagnuolo, La progettazione urbana in Europa. 1750-1960: storia e teorie. Roma-Bari, Laterza, 1991. p. 302. ISBN 88-420-3771-0.

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