Utente:SunOfErat/Sandbox5

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Mulholland Dr.

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  • Analogie con Persona
    • H. Haubron, Mulholland Drive de David Lynch, Crisnée, Yellow Now, 2006, pp. 79-91
    • M.-A. Guerin, L'evolution. Lynch, Eustache, Bergman, in «Vertigo», Changements d'identité, hors série, novembre 2002, pp. 11-16

Crazy Clown Time

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Fine Before You Came

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Dogthooth (Kynodontas)

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interviste
reviews
  • Le "pagelle" di Cineforum. Un Certain Regard, in Cineforum, n°485, giugno 2009, pp. p. 63.
    • Lorenzo Leone 3/5 - Massimo Causo 2/5 - Andrea Frambrosi 4/5
  • Lorenzo Leone, Kynodontas (Dogtooth) di Yorgos Lanthimos, in Cineforum, n°485, giugno 2009, pp. p. 75.
    • Salito alla ribalta con un'opera estremamente interessante basata su un triangolo di corpi più che di personaggi (Kinetta, 2005), il regista greco Yorgos Lanthimos sembra ripartire con questa sua seconda opera più o meno dove si era interrotto il discorso con il suo film precedente. In effetti Kynodontas sembra essere solamente un controcampo borghese del ben più rdicale Kinetta, pur se immerso nel medesimo universo claustrofobico e moralmente desertico, un mood che il regista greco riesce comunque a mantenere bene. Lo spazio dove i personaggi sono rinchiusi stavolta è una tranquilla villa di perferia, immersa in un verde misteriosamente candido, e non in un hotel dove si ammassano corpi senza nome, come nella sua opera precedente. Qui è tutto apparentemente molto normale, fatto salvo per i tre figli della coppia protagonista che praticamente vivono reclusi nella residenza senza sapere che lì fuori c'è un mondo che respira e a volte vive. Proprio come nel The Village shyamalaniano, dunque, i genitori imbastiscono una serie di fenomenali balle per far credere ai propri figli che superare il cancello di casa significa perdizione, dolore, morte. Pur non possedendo certo la varietà di sguardo di Shyamalan, Lanthimos mette in scena questa sua storia quasi disinteressandosi di donarle uno sviluppo narrativo unitario e composito, preferendo far scivolare il film per brevi sketches, lacerti formalmente ineccepibili di un pizzle che visto nella sua interezza è di rara efficacia nel creare un effetto disturbante. Kynodontas è, in sintesi, un viaggio rigoroso e asettico che il regista conduce assai abilmente, come se tutto fosse figlio di una (a)normalità stupefacente, dove ad emergere è la lucida follia di un microcosmo paradossale e anche comico, volendo. I personaggi dunque non sembrano essere nient'altro che particelle disgregate di un universo surreale e assurdo, che giacciono, come sospese, o meglio, racchiuse/rinchiuse in una gabbia dove ad esser prigionieri non sono i loro corpi ma le loro menti. E dove anche la fuga non può che essere beffarda.
  • Lorenzo Leone, Cannes 2009: Un Certain Regard. Sguardi Incrociati, in Segnocinema, n°158 - anno XXIX, luglio-agosto 2009, pp. p. 59.
    • [...] è un'idea narrativa non banale ma viziata da andamento troppo lento e, in alcuni snodi, altrettanto prevedibile.

Funny Games (1997)

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  • Alberto Barbera, CANNES '97 Film in concorso. Funny Games di Michael Haneke, in Cineforum 363, anno 37 - n°4, maggio 1997.
    • Uno dei pochi film di Cannes che hanno davvero diviso e sconcertato il pubblico, anche quello dei critici. Una divisione inscritta, per così dire, nel progetto stesso del film che si propone deliberatamente di "destabilizzare lo spettatore". L'inizio è degno del miglior Hitchcock, con una bella/odiosa famiglia borghese che raggiunge il cottage per una vacanza sul lago e la progressiva intrusione degli elementi inquietanti in un universo di ordinaria quotidianità. Il seguito è degno di Non aprite quella porta, con la differenza che quel film tutt'al più metteva qualche brivido, mentre quello di Haneke risulta letteralmente insostenibile. Due criminali giovani e ben vestiti prendono in ostaggio la famiglia (si scoprirà in seguito che hanno già elimitao quella del vicino) e procedono metodicamente, scrupolosamente, gratuitamente al suo sterminio, secondo i tempi e le modalità enunciate con fredda determinazione. Si capisce presto che la violenza assurda è del tutto immotivata, anche perché il regista - per bocca di uno dei criminali - si premura di ridicolizzare tutte le possibili spiegazioni (sociologiche, psicologiche, filosofiche) che di solito giustificano non già la violenza in quanto tale, ma la sua rappresentazione sullo schermo. Fatta tabula rasa di tutte le nostre difese di spettatori asuefatti, Haneke porta alle estreme conseguenze l'assunto, esplicita le convenzioni di genere denunciandone la disonestà intellettuale, non rinuncia a nessun procedimento provocatorio usato in funzione pedagogica (come quando simula un effetto di riavvolgimento del film, per modificare la conclusione di una sequienza, sfavorevole a uno dei due ragazzotti). Insivibile in quanto tale (il film non mostra mai direttamente l'orrore della carneficina) la violenza è presente sullo schermo solo nelle conseguenze più atroci e devastanti ch'essa ha sugli individui. l'umiliazione, la soferenza fisica, il dolore. L'estremismo di Haneke, cioè la misura dell'efficacia del suo discorso (avviata con la trilogia Il settimo continente, Benny's Video e 71 frammenti di una cronologia del caso), è agli antipodi dell'ingenuità di Kassovitz, che crede di poter creare effetti di saturazione semplicemente mostrando un surplus di effetti gore. Impossibilitato a consumare la violenza (perché incapace, questa volta, di godere della sua rappresentazione), lo spettatore assiste impotente alla messa in questione del proprio ruolo. Ed è in questa determinazione scevra da ogni compiacimento intellettuale e formale, che risiede l'onesta del progetto di Haneke, il punto di vista morale che manca del tutto alle grossolane traiettorie dell'analoga provocazione di Kasovitz.
  • http://independentfilmquarterly.com/index.php?option=com_content&task=view&id=362&Itemid=115 DVD

Il settimo continente

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http://sensesofcinema.com/2009/book-reviews/michael-hanekes-cinema-the-ethic-of-the-image-by-catherine-wheatley/ http://sensesofcinema.com/2010/great-directors/michael-haneke/ http://sensesofcinema.com/2005/cteq/71_fragments/ http://sensesofcinema.com/2005/cteq/seventh_continent/ http://www.kinoeye.org/04/01/bingham01_no2.php http://www.ce-review.org/kinoeye/kinoeye5old.html http://www.kinoeye.org/04/01/interview01.php

http://movies.nytimes.com/movie/review?res=9C0CE3D8103CF935A15750C0A966958260 http://www.nytimes.com/1990/04/01/movies/film-view-with-movies-like-these-one-never-knows.html?pagewanted=2 http://www.chicagoreader.com/chicago/the-seventh-continent/Content?oid=885931 http://www.slantmagazine.com/film/review/the-seventh-continent/2138 http://articles.chicagotribune.com/1994-11-04/entertainment/9411040161_1_seventh-continent-robert-bresson-trilogy

http://www.thefilmjudge.com/2010/08/the-seventh-continent-1989/ http://www.avclub.com/articles/four-films-by-michael-haneke,8997/ http://www.futuremovies.co.uk/review.asp?ID=637 http://www.nickschager.com/nsfp/2007/04/the_seventh_con.html http://www.pellicolascaduta.it/wordpress/?p=2125 http://nextprojection.com/2011/12/20/review-the-seventh-continent-1989/ http://notcoming.com/reviews/seventhcontinent/ http://www.filmref.com/directors/dirpages/haneke.html http://www.talkingpix.co.uk/ReviewsSeventhContinent.html http://www.emanuellevy.com/review/seventh-continent-the-5/ http://www.austinfilm.org/page.aspx?pid=699

http://www.allmovie.com/movie/v120413

Cineforum Numero 450 dicembre 2005 p. 21 Cineforum Numero 436 luglio 2004 p. 27

http://www.youtube.com/watch?v=PLsqQc4PzC8

http://muse.jhu.edu/login?auth=0&type=summary&url=/journals/framework_the_journal_of_cinema_and_media/v047/47.2sharrett.pdf

http://cinemissile.blogspot.it/2010/02/il-settimo-continente-michael-haneke.html http://pensieriframmentati.blogspot.it/2009/04/il-settimo-continente.html

http://www.eyeforfilm.co.uk/review/the-michael-haneke-trilogy-film-review-by-keith-hennessey-brown http://www.slantmagazine.com/dvd/review/the-seventh-continent/919 http://archives.citypaper.net/articles/2006-06-22/movies2.shtml http://independentfilmquarterly.com/index.php?option=com_content&task=view&id=365&Itemid=115 http://www.artificial-eye.com/film.php?dvd=ART423DVD