Utente:Scilla Lenzi/Sandbox

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Sirio Santucci (Livorno, 7 novembre 1901 - 17 marzo 1959) è stato un compositore italiano, particolarmente noto per essere l'autore dell'opera lirica Esmeralda, eseguita al Teatro Goldoni di Livorno nel 1946 e interpretata dal tenore Mario Del Monaco.


Biografia

Gli anni della formazione

Sirio Santucci nacque a Livorno il 7 novembre 1901 da Amleto Santucci e Antinisca Morandi, la quale proveniva dalla Corsica dove si esibiva come cavallerizza nel Circo della sua famiglia “Morandi”. Amleto era impiegato presso il pastificio Crecchi e aveva conosciuto Antinisca quando il Circo era giunto a Livorno. Antinisca decise di lasciare l'impiego nel Circo e di stabilirsi a Livorno, trovando lavoro come commessa nel pastificio stesso. I due si sposarono nel 1901 e dal matrimonio nacquero i figli Sirio, Mirta, Ilva e Saffo.

Sirio frequentò le scuole industriali e a 12 anni inziò lo studio della musica, verso la quale si sentiva istintivamente attratto. Ma, come spesso all’epoca accadeva, fin dall’adolescenza fu costretto al lavoro manuale di elettricista per contribuire al bilancio familiare. A 15 anni Sirio, già sbozzolato nella tecnica delle costruzioni di zone isolate per la massa ed i rotori delle dinamo ed affini, sotto la sorveglianza del più esperto compagno di lavoro Elio Boschi (futuro giornalista), insegnava le nozioni artigiane ai mutilati delle estremità inferiori, per ferite o congelamento, vittime della Prima Guerra Mondiale. A Villa Corradini, in via Marco Mastacchi, sede della rieducazione dei mutilati di guerra, Sirio insegnava agli operai sedentari il lavoro di precisione e pazienza consistente nel frammistare nelle masse ferrose di lamierino, i fili conduttori di rame, isolati. Contemporaneamente, nei ritagli di tempo, invece di dedicarsi allo sport o al divertimento, Siro coltivò lo studio della musica facendo pratica di strumenti a corda tra i quali il violino ed il mandolino, ma anche della fisarmonica ottenendo ottimi risultati. In particolare per lo studio del mandolino fu allievo di Luigi Piattoli (Livorno, 1871 – 1958) presso il Circolo Mandolinistico Giuseppe Verdi. In questo periodo Sirio scrisse alcune composizioni, in parte disperse o rimaste inedite, tra le quali si trova la “Serenata toscana” un valzer lento in re minore, scritta per piccola orchestra a plettro.

Dopo aver svolto il regolare servizio militare, nel 1918 il giovane Santucci dovette rinunciare alla sua grande aspirazione di diventare musicista, perché nuovamente le necessità familiari lo obbligarono a trovare un lavoro, impiegandosi nelle Ferrovie dello Stato in qualità di macchinista. Il vedersi costretto a seguire una strada diversa da quella che lui avrebbe desiderato accese in lui un desiderio ed un amore ancora più grande per la musica.

Nel 1924 Sirio si unì in matrimonio con Angiolina Arrighetti (1903 - 1964) che lavorava come sarta.

Dal matrimonio nacquero i figli Ombretta (1925), Marisa (1930) e Sergio (1940).

Il destino riservò a Sirio un percorso assai diverso da quello di ferroviere. Il 20 dicembre 1926 alla Stazione di Sarzana, durante un turno di sostituzione ad un collega, mentre allestiva un locomotore elettrico per la partenza, rimase investito da una scarica di corrente elettrica ad alta tensione. Urgentemente trasportato all’Ospedale di Livorno si temette per la sua vita, ma la natura del giovane Sirio era forte e riuscì miracolosamente a sopravvivere al tragico evento anche se rimase mutilato del braccio destro e del piede sinistro. Informato di quanto era avvenuto, S.E. Costanzo Ciano, allora Ministro delle Comunicazioni e livornese di nascita, si recò all’Ospedale, porgendo a Santucci parole di conforto ed interessandosi personalmente dell’incidente, raccomandò ai medici curanti che fossero usate tutte le cure che il caso grave e preoccupante richiedevano. Ma il suo interessamento non finì qui. Uscito dall’Ospedale, ormai inabile per ogni tipo di lavoro, Sirio si vide assegnata dalle Ferrovie dello Stato una pensione con la quale però non riusciva a provvedere al mantenimento della famiglia. Scrive: “Quanto al cuore (grazie a Dio!) ne posseggo uno che ha sbalordito alcuni scienziati che non hanno saputo spiegarsi come era possibile che un così delicato organo vitale abbia potuto resistere e regolarmente funzionare sotto una scarica elettrica di ben 3600 Volt.Se c'è una debolezza nel mio cuore c'è per tutto ciò che è bello e buono, che spiritualmente affratella e che ha il potere di rendere l'umnaità più giusta e degna di vivere.”

Fu nuovamente S.E. Ciano con un aiuto materiale a risollevare le sorti del malato. In seguito all’incidente avvenuto a Sarzana anche l’Istituto per l’Assistenza ai Grandi Invalidi del Lavoro lo aiutò con frequenti sussidi. Purtroppo i continui aiuti e la pensione che il maestro percepiva non riuscivano a togliergli le preoccupazioni che le necessità della vita ed i doveri verso una famiglia numerosa gli causavano. Questo stato di sofferenza rese il suo primitivo desiderio d’arte ancora più intenso e attinse nuove energie che impiegò per formarsi una solida cultura musicale riprendendo gli studi musicali interrotti nei primi anni della sua giovinezza. Sono anni durante i quali, con enorme fatica, Sirio dovette abituarsi all'uso della mano sinistra nella quotidianità e anche per scrivere la musica. Nel frattempo riuscì ad ottenere un impiego presso la Società Acque della Salute, nota come Terme del Corallo di Livorno.

Fu in quel periodo che Sirio decise di contattare l'insegnante di composizione Antonio Mori di Firenze il quale lo presentò al celebre Vito Frazzi (San Secondo Parmense 1888 - Firenze 1975), Direttore del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze e docente di composizione. Sirio si iscrisse dunque al Conservatorio fiorentino dove studiò composizione diplomandosi sotto la guida del Maestro Frazzi.


Gli anni della maturità e l'opera Esmeralda

La personalità artistica di Sirio, ormai formata, si riflesse nella prima importante composizione, l’opera Esmeralda, al cui soggetto, tratto dal romanzo di Victor Hugo Notre-dame de Paris, aveva pensato da molti anni prima, ancor prima di intraprendere gli studi al Conservatorio. La storia di Quasimodo, deforme campanaro della cattedrale di Notre-Dame di Parigi, aveva colpito la sua immaginazione e probabilmente nella deformità del campanaro, Siro aveva rivisto se stesso e la sua sfortunata condizione di mutilato.

La stesura del libretto, da parte di Sirio stesso, e la composizione dell’opera ebbero inizio nel 1936 e terminarono nella primavera del 1939. Memore e grato per il bene ricevuto, Santucci decise di dedicare a S.E. Costanzo Ciano l’opera appena terminata, ma non ebbe occasione di presentargliela di persona perché questi morì improvvisamente il 26 giugno 1939.

Il 12 gennaio del 1938 il pubblico livornese aveva potuto apprezzare in anteprima il Preludio dell'Atto Secondo, durante il quinto concerto sinfonico dato al Teatro Goldoni con l'Orchestra Labronica diretta da Emilio Gragnani. Nell'occasione furono presentati due brani significativi dell’Opera: il Preludio del secondo atto e l’Interludio del quarto atto.

A scopo di propaganda nel 1942 al Teatro Comunale S. Marco di Livorno vennero eseguiti alcuni brani fra i più salienti di Esmeralda, dai quali emersero le caratteristiche generali dell'opera. Ma le difficoltà di rappresentare l'opera completa durante il periodo bellico furono notevoli in quanto i principali teatri livornesi dell'epoca (Teatro delle Commedie, Teatro degli Avvalorati, Teatro San Marco, Teatro Rossini, Teatro Goldoni) furono distrutti o subirono gravi danneggiamenti durante i bombardamenti che la città subì. L'unico teatro sopravvissuto fu il Goldoni, impegnato in produzioni organizzate dai reparti speciali delle truppe alleate che tra il 1945 ed il 1947 recarono al soprannominato “Goldoni Theater” infiniti artisti ed un non ancora del tutto noto Frank Sinatra, protagonista di un memorabile concerto che mandò in delirio i molti “swingers” livornesi.

In questo scenario, grazie all'aiuto dell'Onorevole Ilio Barontini e dell'Associazione Nazionale Mutilati del Lavoro, Esmeralda venne rappresentata il 28 novembre 1946 al Teatro Goldoni di Livorno. Seguirono due repliche: il 30 Novembre e il 1 Dicembre. L’opera ebbe la direzione di Emidio Tieri, con la regia di Ugo Bassi e un cast di alto livello: Mario Del Monaco, Liliana Cecchi, Aurora Buades, Giovanni Inghilleri e Carlo Badioli. Il direttore d'orchestra Emidio Tieri selezionò, tramite un'audizione, i musicisti che formarono l'orchestra e Lido Nistri fu il direttore del coro “Unione Corale P. Mascagni”. Le scene furono realizzate dalla “Sormani” di Milano ed i costumi dalla “Casa d'Arte Cerratelli” di Firenze.

L'opera Esmeralda riscosse un grande successo di pubblico e di critica. Sirio aveva dapprima pensato di affidare la parte di Febo al celebre tenore concittadino Galliano Masini il quale, in un primo momento, aveva accettato di interpretare il ruolo del protagonista maschile, ma in seguito dovette rinunciare a causa dei suoi inderogabili impegni. Allora Sirio si rivolse al giovane tenore Mario Del Monaco che era agli inizi della sua carriera ma si era già fatto notare per le sue notevoli doti vocali. Del Monaco rimase legato a Sirio da una profonda e duratura amicizia unita ad una grande stima, come testimonia la lettera che inviò alla famiglia Santucci nel 1972.


Gli anni Cinquanta

Oltre alla sua “creatura”, come lui stesso definiva Esmeralda, Sirio fu compositore di numerose altre composizioni andate perdute durante i bombardamenti della Guerra. Fu autore di musiche per spettacoli di varietà che andarono in scena nei teatri livornesi, seguendo i gusti del pubblico dell'epoca. Fu contattato da Cinecittà per comporre musiche per film ma la richiesta non venne accolta.

Sirio si dedicò inoltre all'insegnamento e fu molto stimato come eccellente insegnante di Solfeggio e Armonia, alla cui scuola si formarono musicisti e futuri docenti di Conservatorio. Molto attivo nella vita musicale cittadina fu conosciuto ed apprezzato dai colleghi musicisti livornesi dell'epoca quali citati Luigi Piattoli, Salvatore Orlando, Rodolfo Del Corona, Cesare Chiti, Emilio Gragnani. Fu tra i primi musicisti che fin dal 1945 si riunirono per elaborare il progetto di fondare la "Scuola Musicale Pietro Mascagni", prima scuola di musica pubblica nella storia della città di Livorno che avrebbe dovuto fornire elementi nuovi all'Orchestra Labronica. La Scuola nacque nel febbraio 1953.

Sirio fu particolarmente legato da amicizia a Emilio Gragnani con il quale condivise le battaglie per difendere la memoria del concittadino Pietro Mascagni. Santucci, infatti, si prodigò affinché le opere del noto concittadino venissero valorizzate e rappresentate nei vari teatri italiani ed in particolare a lteatro Comunale di Firenze. Intraprese anche una schermaglia letteraria con il tenore Giacomo Lauri Volpi, il quale sosteneva che cantare le opere di Mascagni avrebbe provocato la lacerazione della laringe.

Frequentatore di salotti musicali cittadini, fu durante uno di questi incontri che conobbe la pianista Neva Guidotti con la quale intraprese una relazione durata per alcuni anni. In questo periodo Sirio si allontonò dalla sua famiglia, per andare a convivere con la Guidotti con la quale condivideva la stessa passione per la musica. La relazione terminò negli anni Cinquanta e Sirio si riavvicinò alla famiglia, cercando di ricomporre l'armonia familiare.

Nell'ottobre del 1951 Sirio coronò il sogno di recarsi a Parigi per visitare quei luoghi a lui tanto cari, dove si ambienta la sua opera Esmeralda.

Negli anni Sirio volle apportare delle modifiche a Esmeralda, anche dietro consiglio di Mario Del Monaco. Il progetto di rifacimento dell'opera prevedeva una riduzione da quattro a tre atti ed un maggiore numero di arie dedicate al ruolo di Febo, in previsione di riproporla al pubblico nel mese di settembre del 1959.

Nel frattempo Sirio si apprestava a comporre un’altra opera lirica dal titolo Heathcliff tratta da Cime tempestose di Emily Bronte, quando morì improvvisamente d'infarto il 17 marzo1959, lasciando solo alcuni appunti per il libretto rimasto incompleto.

Sirio Santucci riposa nel cimitero comunale “La Cigna” detto “dei Lupi” con una lapide che cita “Compositore Sirio Santucci 1901- 1959” e riporta le prime quattro battute dell'opera Esmeralda.

La famiglia oggi porta avanti la memoria del Maestro ed in particolare la nipote Scilla Lenzi, pianista e ricercatrice, ha più volte suonato in concerto il Preludio e l'Interludio dell'opera Esmeralda, nella trascrizione per pianoforte. Oltre ai brani dell'opera, Scilla Lenzi ha riproposto più volte in concerto i brani “Angelo cieco”, “Marisa”, “Straccetto”, “Serenata castigliana”.


Composizioni

OPERE LIRICHE

  • “Esmeralda” opera lirica in quattro atti: musica e libretto di Sirio Santucci tratto da “Notre Dame de Paris” di Victor Hugo.
  • “Heathcliff” dramma lirico tratto da “Cime tempestose” di Emily Bronte: solo libretto incompleto

ARIE PER CANTO E PIANOFORTE

  • “Angelo cieco” Valzer lento in Mi maggiore
  • “Marisa” tempo di Tango in Do# minore
  • “Straccetto” Valzer lento in Fa maggiore
  • “Serenata Castigliana” Valzer lento in re minore
  • “Prima che fugga” tempo di Fox-Trot moderato in Do maggiore
  • “Malika” tempo di Tango in re minore
  • “La canzone delle sartine” (solo testo, musica perduta)
  • “Natale in Siberia” Valzer lento in re minore (testo perduto, parte del pianoforte incompleta)
  • “Dimmi perchè” in Sib maggiore (testo perduto, presente la parte del pianoforte)
  • “Simba” in Mib maggiore (testo perduto, parte del pianoforte incompleta)

COMPOSIZIONI PER PIANOFORTE

  • “A ' Serenata” Allegretto agitato in re minore, per pianoforte
  • “Milady” tempo di Fox-Trot in Sol maggiore, per pianoforte
  • “Fascino” Tango in la minore, per pianoforte
  • “Frecce nere” tempo di Fox-Trot in Re maggiore, per pianoforte
  • “Habanera” in sol minore, per pianoforte
  • “Sciando” Valzer in Re maggiore, per pianoforte
  • Composizione senza titolo in sib minore per pianoforte, datata “Livorno 1 maggio 1942”

COMPOSIZIONI VARIE

  • “Serenata toscana” Valzer lento in re minore, per piccola orchestra a plettro
  • “Prima che fugga” Fox-trot moderato in Do maggiore. Partitura: Violino I e II, Violoncello, Contrabbasso, Flauto, Clarinetto in Sib, Trombone
  • “Straccetto” Valzer lento in Fa maggiore. Partitura: Violino I e II, Violoncello, Contrabbasso, Flauto, Clarinetto in Sib, Tromba in Sib, Trombone, Percussioni
  • “Marisa” tempo di Tango. Partitura: Violino I e II, Violoncello, Contrabbasso, Flauto, Clarinetto in Sib, Tromba in Sib, Trombone, Percussioni
  • “Milady” tempo di Fox-Trot in Sol maggiore. Partitura incompleta: Violino I
  • “Angelo cieco” Valzer lento. Partitura incompleta: Violino I
  • “Bingle call rag (fox-trot)”.Partitura incompleta: Tromba in Sib
  • “Jazz in fiamme” (fox fast caratteristico) Allegro in Re maggiore. Partitura incompleta Tromba in Sib
  • “Valzer dei fiori” in Re maggiore. Partitura incompleta: Violino I
  • “I doveri di Rosetta” in Sol maggiore Partitura incompleta: Violino I
  • “Isacco” tempo di Fox-Trot in Fa maggiore. Partitura incompleta
  • “Ah! La moda!” Allegretto in Fa maggiore. Partitura incompleta: Contrabbasso
  • “Direttissimo”. Partitura incompleta: Sax tenore

TRASCRIZIONI

  • Dall'opera "Esmeralda" Preludio Atto II: partitura per banda

SCRITTI

  • Lettera a Giorgio la Pira (6 marzo 1952)
  • Controcritica su Pietro Mascagni (1953)
  • Lettera indirizzata ad una non specificata "Gazzetta", in risposta a Lauri Volpi (1953)

Collegamenti esterni

http://www.operaesmeralda.it/

http://scillalenzi.it/