Utente:RealPain/Storia della Società Sportiva Lazio (1990-1999)

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Gli anni novanta[modifica | modifica wikitesto]

L'inizio dell'era Cragnotti[modifica | modifica wikitesto]

Cragnotti, uscito dalla Enimont, una società del gruppo Ferruzzi, con 100 miliardi di lire e all’epoca proprietario delle alimentari Cirio e Del Monte Food, con stile spregiudicato[1] costruirà una delle realtà calcistiche più forti a livello mondiale. Sergio Cragnotti arriva alla Lazio nel 1992, gli fu suggerito di investire nel mondo del calcio, dato che all'epoca si occupava di risanare e vendere società produttive ma in difficoltà decise di acquistare una Lazio reduce dalla serie B, con lo scopo di portarla in alto e rivenderla al miglior offerente, presto però Cragnotti, come racconta nel suo ultimo e unico libro, si ritrovò costretto a tenere la Lazio per lungo tempo e ad abbandonare l'idea di una sua pronta cessione. La sua prima stagione alla Lazio non è certo scintillante ma arrivano alcuni giocatori importanti come Gascoigne, Favalli, Winter e Signori che poi diverranno la base della Lazio per gli anni successivi e si classifica quinta a fine anno guadagnandosi l'ingresso in Europa che la Lazio non raggiungeva ormai da quasi vent'anni. L'anno successivo si caratterizza per un altro innesto, stavolta dalle giovanili, di fondamentale importanza: Alessandro Nesta. Il vero uomo guida per la Lazio fino alla sua triste cessione nel 31 agosto 2002. Quell'anno la Lazio guidata da Dino Zoff arriva quarta, in Uefa invece esce ai sedicesimi.

L'arrivo di Zeman[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1994 la Lazio decide di puntare su un tecnico emergente, che proviene da stagioni molto positive nel Foggia: è il turno di Zdeněk Zeman che, più tardi, dirà che la Lazio è la squadra più forte che abbia mai allenato.

Il suo arrivo scuote il gioco, si passa dal gioco difensivista di Zoff al 4-3-3 sbilanciato del boemo. L'emergente ex tecnico dei rossoneri alterna alcuni risultati nettamente posiviti tra i quali un 8 a 2 alla Fiorentina, un 7 a 1 al "suo" Foggia, un 5 a 1 al Napoli, un clamoroso 4 a 1 all'Inter a prestazioni decisamente meno convincenti. Troppo spesso la Lazio butta via delle partite nelle quali forse un po' più di elasticità tattica le sarebbe stata sufficiente per conquistare i 3 punti. dei tifosi giallorossi e gli sbeffeggiamenti invece dei biancoazzurri.

Alessandro Nesta indimenticato capitano biancoceleste

Il primo anno di Zeman si concluderà con un ottimo secondo posto a 10 punti dalla Juventus, tale risultato sarà oggetto di discussione negli anni successivi: i più accaniti fan di Zeman sostengono che tale scudetto andrebbe assegnato alla Lazio dato che la Juventus, quell'anno, fece uso di sostanze stupefacenti. In realtà tale titolo non fu mai oggetto di discussione e quello fu il miglior piazziamento di tutta la carriera del tecnico ceco. In Coppa Uefa la Lazio arriverà ai quarti di finale, fino ad allora mai raggiunti, eliminata da Borussia Dortmund per un gol subito negli ultimi minuti. la partita fu giocata di martedì ed alla Lazio, che la domenica sera precedente aveva giocato la partita di campionato con il Napoli, non fu concesso di spostare l'incontro.

Nella stagione a seguire, 1995/1996, la Lazio continua ad offrire uno spettacolo simile a quello della precedente stagione, con altrettanti bizzarri risultati, in Europa si ferma ai sedicesimi di finale ed in campionato conclude con un eccellente terzo posto, che la fa accedere alla Coppa Uefa. L'anno successivo segna la conclusione dell'avventura del tecnico boemo sulla panchina biancoceleste, una sconfitta per 2 a 1 con il Bologna segnerà la fine di 3 anni nei quali la Lazio aveva brillato come gioco ma non aveva ottenuto comunque nessun successo, l'unica magra consolazione è la vittoria di Giuseppe Signori nella classifica dei capocannonieri del 1995/1996. Il traghettatore di quella squadra diviene l'esperto Dino Zoff, che conclude comunque con un positivo quarto posto e la "solita" eliminazione ai sedicesimi di Coppa Uefa.

Il ciclo di Eriksson[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1997/1998 la Lazio decide che è giunta l'ora di puntare su un tecnico esperto sia a livello internazionale sia a livello nazionale, la scelta ricade su Sven Goran Eriksson. Un allenatore, fino a quel momento, che viene descritto come un eterno perdente, per lui il ritorno a Roma, stavolta sponda laziale, è però una vera benedizione. È infatti proprio nella Lazio che Eriksson conosce il suo periodo più felice, dal 1997 al 2001 non passa una stagione senza vincere un trofeo, è l'unico allenatore della Lazio a riuscirci. Il suo arrivo spinge ancor di più Cragnotti ad investire nel suo sogno, portare la Lazio a vincere il suo secondo scudetto. Arrivano 4 acquisti di una caratura notevole: Matias Almeyda, Vladimir Jugović, Roberto Mancini e Alen Boksic i quali vanno solo ad aggiungersi ad una squadra che era già piena di importanti giocatori come Pavel Nedved, Pierluigi Casiraghi, Paolo Negro e il già citato Alessandro Nesta. La Lazio per bocca del suo presidente punta già quell'anno al titolo, ed infatti lotta per lo scudetto fino a sette giornate dal termine quando viene sconfitta dalla Juventus in casa anche grazie ad un clamoroso errore dell'arbitro che non vede un evidentissimo fallo di mano in area dello juventino Mark Iuliano. La Lazio centra però la Coppa Italia e giunge ad un passo dalla Coppa Uefa. Curiosamente, nello stesso giorno della finale di Coppa Uefa, la Lazio entra in borsa. La Coppa Italia viene vinta ai danni del Milan dopo un'incredibile rimonta, in seguito ad una beffarda sconfitta con gol di Weah, nell'altra sfida contro i milanesi dell'Inter la Lazio esce sconfitta per 3 a 0, abbandonando il sogno di Cragnotti di portare il primo trofeo europeo a Roma. Ma il sogno è solo rinviato.

Birmingham, Villa Park, 19 maggio 1999

Lazio - Maiorca 2-1

Marcatori: 7' Vieri 11' Dani 80' Nedved

LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Mihajlovic, Favalli, D.Stankovic (56’ Sérgio Conceição), Almeyda, Mancini (90’ Couto), Nedved (83’ Lombardo), Salas, Vieri. Allenatore: Eriksson.

MAIORCA: Roa, Olaizola, Marcelino, Siviero, M.Soler, Lauren, Engonga , J.Stankovic, Ibagaza, Dani, Biagini (72’ Paunovic ). Allenatore: Cuper.

Arbitro: Benko (Austria)
Ammoniti: Mihajlovic, Siviero, Vieri e Marchegiani
Spettatori: 33.000

L'anno successivo avrà un sapore a metà tra il dolce e l'amaro. Arrivano Iván de la Peña, all'epoca considerato come un emergente fenomeno, Fernando Couto, Sinisa Mihajlovic, Sérgio Conceição, Dejan Stankovic, strappato alla Roma in extremis, e Marcelo Salas. Non pago, il presidente Cragnotti decide di comprare il giocatore italiano che meglio aveva fatto nei mondiali, appena terminati, di Francia '98: Christian Vieri. Al termine di una trattativa lampo il presidente romano brucia la Juventus, intenzionata a riprenderlo, e ufficializza l'acquisto del giovane Vieri proprio nello stesso giorno in cui la Roma annuncia l'arrivo di Gustavo Bartelt, causando le ire dei tifosi giallorossi e gli sbeffeggiamenti invece dei biancoazzurri.

Pavel Nedved

Sembra tutto pronto per la conquista dello scudetto, la stagione va confermandolo dato che la Lazio domina il campionato senza rivali e in Europa convince passando man mano tutti i turni della Coppa delle Coppe, giunta alla sua ultima edizione. Non tutto però va come sperato: la Lazio ha un finale di stagione un po' infelice e il Milan si avvicina passo passo, alla penultima giornata il vantaggio è ormai ridotto all'osso e un episodio sfavorevole condanna i capitolini a dire addio al sogno scudetto, almeno per quell'anno: Mirri atterra Salas in area, l'arbitro Treossi lascia proseguire e la Fiorentina ferma beffardamente la Lazio sull'1 a 1. La giornata successiva la Lazio batte inutilmente il Parma. Sembra vivere un incubo la Lazio, alla quale anche nello scontro diretto con il Milan era stata annullata una rete regolare di Vieri, proprio quando era ad un passo dal sogno. Tutt'oggi molti tifosi capitolini continuano a sostenere che la Lazio meritò più lo scudetto quell'anno che nell'anno successivo. Va comunque detto che l'episodio di Firenze e quello precedente, relativo allo scontro diretto contro il Milan, non furono gli unici sospetti di una stagione comunque fantastica, ma che contò uno strano e opposto comportamento da parte dei direttori di gara nei confronti delle candidate al titolo. La stagione però non è assolutamente da buttare: la Lazio affronta il Real Club Deportivo Mallorca di Hector Cuper, un giovane tecnico argentino che ha portato in finale una squadra da tutti considerati come una vera e propria sorpresa. Questa volta la Lazio non fallisce: i gol di Vieri e Nedved portano a Roma l'ultima edizione della Coppa delle Coppe, il primo trofeo europeo riconosciuto dall'UEFA vinto a Roma dopo quasi 100 anni dal'arrivo del calcio nella capitale. Il secondo posto della Lazio, inoltre, le garantisce l'accesso alla Champions League, grande sogno mai realizzato del presidente Cragnotti.

L'anno del centenario e del secondo scudetto[modifica | modifica wikitesto]

Tra i tanti anni di storia della Lazio non vi è dubbio che quello che i tifosi laziali ricorderanno come il più importante è proprio il 1999/2000, l'anno del centenario, del secondo scudetto e della terza Coppa Italia.

Durante il calciomercato estivo Cragnotti fa andare su tutte le furie la propria tifoseria, un'ira che non si vedeva dai tempi della cessione di Giuseppe Signori: l'italoaustraliano Bobo Vieri, eroe della finale di Coppa delle Coppe con il Mallorca, lascia Roma destinazione Inter. I 90 miliardi di lire comprensivi del cartellino di Diego Pablo Simeone non bastano a placare le ire del popolo biancoceleste, ferito dalla cessione di quell'attaccante che tanto ricordava l'indimenticato Giorgio Chinaglia. Al di là di questa pesante cessione la campagna acquisti laziale non si può proprio definire beffarda, arrivano Nestor Sensini, il già citato Simeone, Juan Sebastian Veròn e il giovane piacentino Simone Inzaghi, fratello del più noto Pippo. Sarà proprio Veròn l'indiscusso protagonista della brillante stagione laziale: in campionato dopo un inizio convulso ma alla pari con la Juventus quest'ultima prende il largo, i tanti punti di distacco accumulati dalla formazione laziale fanno pensare ad alcuni che per un altro anno il sogno scudetto rimarrà tale, è il neoacquisto Simeone a scuotere l'ambiente, prima a parole con la sua famosa frase "chi non se la sente alzi la mano" e poi con la testa che regala alla Lazio un insperato successo a Torino proprio contro i rivali diretti della Juventus.

La Lazio sogna la rimonta, e i risultati sembrano girare decisamente a suo favore: i torinesi inciampano in una serie di partite, bruciando in breve tempo il largo divario, perdendo contro formazioni nettamente inferiori (memorabile una sconfitta contro il Verona con protagonista Cammarata), si giunge così alla penultima giornata, il distacco è minimo ed è il Parma, in lotta per la Champions, il rivale della Juventus. La Lazio è a 2 punti, un pareggio della Juventus e una sua contemporanea vittoria le permetterebbero di raggiungere la Juventus e di sognare uno storico spareggio. La Juve passa in vantaggio con Del Piero, il Parma non si arrende e su un calcio d'angolo Cannavaro insacca, tra la Lazio e lo spareggio si frappone però De Santis (poi radiato in seguito alle vicende di Calciopoli) che annulla il gol di Cannavaro e sembra anticipare lo scudetto della Juventus, che vince 1 a 0 lasciando intatti i due punti che la separano dai romani. La furia del popolo laziale si abbatte sulla Federcalcio che però non interviene in alcun modo. Il 14 maggio 2000 i tifosi della Lazio, in occasione della partita casalinga con la Reggina, organizzano un funerale del calcio, morto, secondo loro, in seguito alla vittoria della Juventus sul Parma, trovando la solidarietà di molte tifoserie, scosse dalla decisione di De Santis.

Supercoppa Europea 1999

Montecarlo, Stade Louis II, 27 agosto 1999

Manchester Utd - Lazio 0-1

Marcatore: 35' Salas

MANCHESTER UTD: Van der Gouw, G.Neville, Berg, Stam ( 57’ Curtis), P.Neville, Beckham ( 58’ Cruijff), Keane, Scholes, Cole ( 77’ Greening), Sheringham, Solskjaer . Allenatore: Ferguson.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Nesta, Mihajlovic, Pancaro, D.Stankovic (56’ Sérgio Conceição), Veron, Almeyda, Nedved ( 66’ Simeone), Mancini (84’ Lombardo), S.Inzaghi ( 21’ Salas). Allenatore: Eriksson.

Arbitro: Wojcik (Polonia)
Ammoniti: Veron e Scholes
Spettatori: 20.000

Allo stadio Renato Curi, di Perugia i biancocelesti tovano però un'inaspettata sorpresa. Qui la Juventus, impegnata contro la squadra del focoso presidente Luciano Gaucci, si ritrova nel bel mezzo di un diluvio incredibile che, a metà partita, costringe l'arbitro Collina a sospendere l'incontro. Il direttore di gara dopo aver effettuato numerosi sopralluoghi, coll'intento di verificare l'esistenza delle condizioni necessarie per riprendere la partita, e nella speranza di evitare di effettuare un rinvio del match a data da destinarsi che causerebbe la lesione del principio di contemporaneità dell'ultima giornata, decide che la partita può riprendere: il diluvio si è fermato e le squadre possono scendere in campo. La Juventus fatica. Da una rimessa laterale, inizialmente accordata ai bianconeri ma poi concessa al Perugia in seguito ad un'ammissione di Pessotto, scaturisce l'inaspettato gol di Alessandro Calori. L'uno a zero del giocatore perugino segnerà la fine delle speranze scudetto della Juventus e porterà la Lazio ad un'incredibile, inattesa e incessante festa: dopo 26 anni lo scudetto è ritornato in mano alla compagine biancoceleste. L'ultimo impegno della stagione vedrà una Lazio decisamente in festa e con tutti i giocatori con i capelli tinti di strani colori pareggiare 0 a 0 con l'Inter di Moratti e Vieri e conquistare la sua terza Coppa Italia.

In Europa però la storia è un'altra: la stagione inizia nel migliore dei modi, un gol di Salas allo stadio Louis II di Montecarlo regala alla Lazio la Supercoppa Europea ai danni del Manchester United, la Champions League vede la Lazio trionfare nel suo girone con 14 punti, nella fase successiva sarà ancora prima con 11. Il sorteggio dei quarti sarà però beffardo per la Lazio: ancora Cúper, questa volta a Valencia, questa volta finisce 5 a 2 per l'argentino. La vittoria per 1 a 0 nel ritorno, a Roma, sarà solo una magra consolazione per i romani che salutano i sogni di gloria.

Il giorno che però i laziali ricorderanno con maggior piacere di tutta la stagione sarà il 9 gennaio del 2000, quando la Lazio, dopo aver battuto faticosamente i rossoblù del Bologna, festeggerà il suo centesimo compleanno. La festa, ben organizzata dal presidente Cragnotti, vedrà partecipare numerose autorità e scenderà in campo egli stesso realizzando anche un gol.

  1. ^ Nel 2003 lasciò, infatti, la società sull’orlo della bancarotta e con un debito fiscale di circa 40 milioni di euro, divenuto di 170 al termine della seguente gestione; in seguito fu protagonista di una serie di disavventure giudiziarie che portarono Cragnotti a un breve periodo di detenzione per custodia cautelare in vista del processo