Utente:Pina88/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La semiotica del cinema è una branca della semiotica che studia il linguaggio cinematografico.

Quest'ultimo permette combinazioni altamente dialettiche poiché utilizza una molteplicità di codici creandone nello stesso tempo di specificatamente cinematografici. La scala delle immagini sullo schermo, la velocità di ripresa, la natura e la direzione dell'illuminazione, il sistema del colore o dei modelli grafici sono le caratteristiche distintive di tali codici.



Metz: il linguaggio, i codici[modifica | modifica wikitesto]

L’atto di fondazione della semiotica del cinema si fa risalire a un celebre articolo di Christian Metz, Le cinéma: langue ou langage?, pubblicato nel 1964 sulla rivista "Communications". Il tentativo rivoluzionario della semiotica fu certamente quello di introdurre un reale approccio metodico allo studio del film.Metz, nel 1971, con Langage et cinéma, tratta del linguaggio cinematografico. Il film può essere scomposto in quattro parti: il testo, il messaggio, il codice (costruito dall’analista), il sistema singolare (come ciascun testo è organizzato). Il discorso, che finora si è sviluppato fluidamente, si complica e si schematizza allorché affronta i codici.


Codici cinematografici e codici non specifici[modifica | modifica wikitesto]

I cinematografici si suddividono in codici generali (presenti in tutti i film, come inquadratura, fotografia, illuminazione, movimenti di macchina, etc..) e in codici particolari (che compaiono soltanto in certi gruppi di film, come i grandi totali caratteristici del western, o i particolari movimenti di macchina che ricorrono unicamente nei film espressionisti , o i vari tipi di montaggio, ad ottati dal cinema americano “classico”, dai sovietici, dal neorealismo,etc). I codici non specifici spaziano su molti fronti e interessano i linguaggi più disparati: per esempio, i codici ionico – visivi (riguardano ovviamente le immagini e sono comuni al cinema, alla fotografia, alla pittura), i codici della duplicazione meccanica (la riproduzione della realtà attraverso un mezzo meccanico interessa, oltre al cinema, la fotografia),i codici della composizione audiovisiva ( che concernano i diversi modi della combinazione di immagine e suono) , i codici della messa in scena, della dizione, della recitazione, della narrazione, dei dialoghi, che il cinema condivide con il teatro, etc.

La natura del cinema, la svolta semiotica, la vertigine dei significati[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni 60’,si è sviluppata particolarmente,in Francia e in Italia, una grande discussione sul carattere comunicativo del cinema. Alcuni studiosi, hanno fondato la loro ricerca sul fatto che nel cinema interagiscono diversi codici, che si condizionano reciprocamente alla stesura e nell’attualizzazione del testo cinematografico. La semiotica del cinema, ha, allora, cercato di utilizzare quegli strumenti che, a titoli diversi e in quadri di ricerca altrettanto diversi, consentono di analizzare i testi narrativi. L ‘analisi semiotica del cinema, privilegia, aspetti diversi come le inquadrature, il montaggio, la messa in scena, la rappresentazione dello spazio e del tempo cinematografico, il punto di vista, l’enunciazione, etc.


Sistemi semiotici[modifica | modifica wikitesto]

Esistono due tipi di sistemi semiotici:

1. Sistemi mediati, che assumono significato attraverso la lingua umana, vale a dire quel linguaggio che possiede le più piccole unità linguistiche, ossia i monemi e i fonemi (per esempio una narrazione, anche cinematografica, significa "sotto la lingua");

2. Sistemi immediati, in cui il significato coincide in modo indissolubile col proprio significante, come nel caso delle immagini.

Sulla base di tale assunto è possibile intraprendere diverse direzioni di studio per quanto riguarda l'analisi del linguaggio cinematografico. Una di queste è quella interamente relativa all'immagine: per Gilles Deleuze è possibile una ricerca di "semiotica pura" che tratta l'immagine in quanto tale (senza considerare il regime narrativo) e che può trovare nella fotogenia il suo fondamento e la sua tradizione. L'immagine cinematografica può essere analizzata anche tenendo a mente la lezione greimasiana inerente alla semiotica dell'arte visiva, mentre il regime narrativo del cinema, ossia la narrazione cinematografica, va studiata non soltanto attraverso l'immagine, ma anche attraverso quel che le immagini raccontano, mediante differenti modalità.


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fernaldo di Giammatteo. Che cos'è il cinema, Bruno Mondadori, ISBN 88-424-9974-9
  • Maurizio De Ioanna. Elementi di semiotica, Editore Ellissi, ISBN 88-244-9434-X
  • Guglielmo Pescatore. Il narrativo e il sensibile, Hybrys ISBN 88-8372-108-X
  • Pierluigi Basso. Confini del cinema. Strategie estetiche e ricerca semiotica, Lindau. ISBN 88-7180-440-6
  • Gianfranco Bettetini. La conversazione audiovisiva, Bompiani.
  • Francesco Casetti. Teorie del cinema. 1945-1990, Bompiani. ISBN 88-452-2037-0


Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

http://www.edprisma.com/coll2_1.htm