Utente:Piero Montesacro/WorkInProgress8

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Cronologia degli attacchi condotti dalla Resistenza romana[modifica | modifica wikitesto]

Sono elencati di seguito i principali attacchi partigiani e scontri occorsi tra Resistenza italiana e occupanti nazifascisti durante l'occupazione tedesca a Roma, durante la seconda Guerra mondiale[1].

1943[modifica | modifica wikitesto]

Settembre[modifica | modifica wikitesto]

(mancata difesa di Roma)

20 settembre - Via Eleonora Duse, Parioli - Primo attacco della guerriglia cittadina. Un ordigno esplosivo viene fatto esplodere dalle Squadre Partigiane del Partito d'Azione contro la caserma della ricostituita MVSN, provocando morti e feriti. Ne sono responsabili Pilo Albertelli e Giovanni Ricci. Il Comando tedesco dispone di non diffondere notizia delle perdite; il giorno seguente fa affiggere in città manifesti che intimano ai civili, pena la morte, la consegna entro 24 ore dei fucili da caccia detenuti.

24 settembre - Zona San Giovanni e Piazza Fiume - Nella notte, scontri tra la polizia (passata agli ordini del gerarca fascista Guido Buffarini Guidi) e gruppi di partigiani.

Ottobre[modifica | modifica wikitesto]

4 ottobre - Zona di Ponte Milvio - attacco di un gruppo di partigiani di Bandiera Rossa contro una colonna di automezzi tedeschi in transito. L'azione è condotta sotto la guida del maresciallo della Regia Aeronautica Vincenzo Guarniera, detto Tommaso Moro.

17 ottobre - Diverse vie di comunicazione verso sud (in particolare quelle verso Cassino) - Per la prima volta - l'azione si ripeterà di frequente in seguito - i partigiani cospargono di chiodi a quattro punte le principali strade che conducono verso Cassino, al fine di squarciare i pneumatici degli automezzi che compongono le colonne tedesche che alimentano il fronte, interrompendone la marcia. L'idea originale è di Lindoro Boccanera, che lavorando presso il Museo Storico dei Bersaglieri a Porta Pia, ha tratto l'idea da analoghi chiodi prodotti dagli austriaci durante la prima guerra mondiale, custoditi presso il museo come cimeli. I chiodi impiegati dalla Resistenza vengono prodotti innanzitutto da Enrico Ferola presso la sua officina di Trastevere, in via della Pelliccia, ma si estende poi ad altre officine anche fuori Roma. Ferola, catturato il 19 marzo 1944 dalla banda fascista di Pietro Koch, sarà trucidato alle Fosse Ardeatine). Specialmente presi di mira i trasporti diretti al fronte di Cassino. La fabbricazione dei chiodi si estenderà ad altre officine anche fuori Roma. A seguito di tali attacchi, i tedeschi diramano attraverso la stampa un comunicato che denuncia "i teppisti e gli incoscienti" autori del fatto, minacciando di effettuare gravi ritorsioni verso i civili che vivono lungo le strade ove avvengono gli attacchi, cui viene attribuita la responsabilità della fame che comincia a farsi sentire in città.

19 ottobre - Via Salaria - Azione partigiana di fronte all'aeroporto del Littorio: viene ucciso un portaordini motociclista dell'esercito tedesco.

20 ottobre - Tiburtino - Un folto gruppo di partigiani del gruppo Bandiera Rossa con base a Pietralata assalta il Forte Tiburtino, presidiato da soldati tedeschi, allo scopo di impadronirsi di armi, munizioni e viveri ivi abbandonati dall'Esercito Regio dopo l'8 settembre. L'attacco fallisce per l'intervento dall'esterno di un reparto di SS. Solo 3 attaccanti riescono a fuggire, mentre 22 sono catturati: 10 di essi subiscono un simulacro di processo e sono condannati a morte (saranno fucilati due giorni dopo assieme ad un passante innocente capitato per caso sul luogo dell'esecuzione, presso Rebibbia), altri 9 sono deportati in Germania. - Nello stesso giorno Pietro Badoglio, sette giorni dopo la dichiarazione di guerra dell'Italia alla Germania (13 ottobre), lancia un proclamo destinato agli italiani sotto occupazione tedesca, incitandoli a cagionare con ogni mezzo e dovunque danno al nemico.

25 ottobre - Via Salaria - Durante un conflitto a fuoco con un gruppo di partigiani restano feriti alcuni ufficiali tedeschi.

28 ottobre - Intera città - In occasione delle celebrazioni fasciste per l'anniversario della Marcia su Roma, i partigiani dei GAP attaccano con un bombe a mano e colpi d'arma da fuoco un corteo fascista che sfila passa nei pressi di Sant'Andrea della Valle, in pieno centro, ferendo dodici fascisti. Analoga tecnica viene impiegata contro i militi della guardia della caserma di via Brenta, al quartiere Trieste. Un altro assalto viene portato contro una pattuglia fascista che transita di fronte alla scuola Gelasio Gaetani, in viale Mazzini, quartiere Della Vittoria. Altri attacchi partigiani colpiscono i fascisti in Trastevere e a Piazza Sonnino. In seguito ad analoghi attacchi un fascista resta ucciso al quartiere Flaminio, presso il ponte Littorio, attualmente dedicato a Giacomo Matteotti.

31 ottobre - Centro città - I partigiani attaccano ed uccidono diversi fascisti in pieno centro: cadono un capomanipolo in corso Umberto, un centurione in via del Plebiscito e un milite in piazza Vittorio.

Novembre[modifica | modifica wikitesto]

7 novembre - Vari quartieri - In occasione dell'anniversario della Rivoluzione d'ottobre i GAP tengono comizi lampo a Piazza Fiume quartiere Salario, ove interviene Franco Calamandrei, in pieno centro storico a largo Tassoni con Mario Leporatti e presso San Giovanni in Laterano, con Carlo Salinari. Un partigiano di Bandiera Rossa innalza una bandiera con la falce e martello su un edificio presso l'Alberone, nel quartiere Appio Latino.

8 novembre - Viale Marconi - Partigiani colpiscono una vettura militare tedesca. Nello stesso giorno viene disposta la chiusura dei negozi alle 17:30.

14 novembre - Via IV Novembre - Partigiani lanciano bombe a mano in pieno centro contro un automezzo tedesco. Nella stessa giornata i nazifascisti conducono un rastrellamento nella zona di piazza Fiume.

18 novembre - Piazza Cavour - I GAP riescono a porre un estintore pieno di tritolo sotto il palco del cinema "Adriano", ove il maresciallo Rodolfo Graziani e il generale tedesco Rainer Stahel, a capo del Comando tedesco di Roma. Per un difetto dell'innesco la bomba non esplode e l'attentato fallisce.

20 novembre - Aurelia - Poco fuori Roma, al XIII chilometro della via Aurelia, una formazione partigiana di Bandiera Rossa guidata a da Vincenzo Guarniera conduce un'imboscata contro una colonna motorizzata tedesca. Diversi automezzi vengono distrutti e cadono due ufficiali tedeschi. effettua un' imboscata al 13 km dell'Aurelia, al comando un reparto di partigiani di Bandiera Rossa. Alcuni autocarri di una colonna tedesca vengono distrutti, due ufficiali uccisi. Nella stessa giornata la polizia della RSI, scoperta la stamperia clandestina ove si stampa l'organo del Partito d'Azione "Italia Libera", in via Basento 55, arresta Leone Ginzburg, Giuseppe Martini, Carlo Muscetta, Giuseppe Orlando e Manlio Rossi Doria.

30 novembre - Gianicolense - In un'operazione estremamente audace e coronata da completo successo, un gruppo di partigiani di Bandiera Rossa guidato da Vincenzo Guarniera assalta un autocarro della Polizia dell'Africa Italiana che conduce un plotone d'esecuzione al Forte Bravetta[2], nel suburbio Gianicolense, per fucilare sette partigiani. Catturato il mezzo, i partigiani indossano le uniformi dei militi disarmati ed accedono al Forte in loro vece, ove hanno ragione del presidio, liberano i sette condannati a morte e fuggono insieme ad essi.

Dicembre[modifica | modifica wikitesto]

3 dicembre - Aurelia - Poco fuori Roma, al X chilometro dell'Aurelia, viene ucciso dai partigiani un milite fascista. Il giorno seguente, in Piazza di Spagna, un fascista uccide il magistrato Mario Fioretti, esponente del PSIUP.

5 dicembre - Centro città - Di fronte al Teatro dell'Opera i GAP attaccano una pattuglia tedesca e danno alle fiamme due loro automezzi. In giornata viene arrestato il generale Vito Artale, del Fronte Militare Clandestino.

6 dicembre - Intera città - In sessanta cinema romani vengono lanciati volantini contro i nazifascisti. L'azione è eseguita da militanti di Bandiera Rossa. Due degli organizzatori ed esecutori dei lanci vengono catturati: Romolo Jacopini e Quirino Sbardella. Mentre le autorità organizzano posti di blocco permanenti ai principali accessi della capitale, arriva a Roma da Pesaro (dove era clandestinamente giunta per mezzo del sommergibile italiano Axum), una missione dell'OSSdotata di radio ricetrasmittenti, guidata dagli ufficiali del SIM, capitano Enrico Sorrentino e sottotenente Arrigo Paladini.

7 dicembre - Dintorni di Roma - I partigiani realizzano sabotaggi cospargendo di chiodi a quattro punte le vie Appia, Nettunense e Ardeatina.

8 dicembre - Appio Latino e Pantano Borghese - I partigiani attaccano un'autorimessa occupata dall'esercito tedesco in via Albalonga (quartiere Appio Latino), lanciando bombe a mano e incendiando i mezzi. Grazie ai collegamenti radio frattanto stabiliti con gli Alleati, i blocchi della circolazione realizzati cospargendo le strade con chiodi a quattro punte (di solito nei tratti in curva e impegnando una 40ina di metri di carreggiata) si fanno micidiali: sulle colonne tedesche bloccate, infatti, si avventano i cacciabombardieri angloamericani, avvertiti via etere. Nel primo significativo episodio di questo tipo un'autocolonna tedesca viene bloccata a Pantano Borghese sulla via Casilina e sottoposta al fuoco dei partigiani che la inchiodano sul posto sino al sopraggiungere degli aerei alleati, che la distruggono.

12 dicembre - Centro città - Il Fronte Militare Clandestino sottrae al Poligrafico dello Stato, in piazza Verdi, una notevole riserva di carta filigranata del tipo impiegato per stampare carte annonarie, quanto mai preziose per la crescente fame in città (nello stesso giorni i fornai ricevono l'ordine di panificare solo a giorni alterni, per carenza di farine). Con la carta sottratta verranno clandestinamente realizzate e distribuite mezzo milione di tessere contraffatte. All'ospedale San Giovanni muore un milite fascista ferito dai partigiani alcuni giorni prima.

17 dicembre - Centro città - In via Veneto, al rione rione Ludovisi, i GAP uccidono un ufficiale tedesco, mentre due fascisti subiscono la stessa sorte in via Donizetti (quartiere Pinciano) e in via Cola di Rienzo (rione Prati).

18 dicembre - Centro città - Azione partigiana contro la trattoria "Antonelli" in via Fabio Massimo 101 (rione Prati), affollata di militari tedeschi e fascisti: il bilancio è di 10 morti e numerosi feriti. Altri otto militari tedeschi restano uccisi e numerosi feriti all'uscita dal cinema "Barberini", in piazza del Tritone, quando i GAP lanciano contro di loro una bomba.

19 dicembre - Centro città - In via Veneto un gruppo di partigiani aderenti ai GAP (Maria Teresa Regard, Ernesto Borghesi e Franco Calamandrei), coadiuvati da Antonello Trombadori, depongono tre ordigni su davanzali delle finestre dell'Albergo Flora, ove ha sede il Tribunale Militare tedesco, riuscendo a dileguarsi. Due degli ordigni esplodono, causando notevoli danni al pianterreno dello stabile e un numero di vittime all'interno non precisato dai tedeschi.

20 dicembre - Centro città e dintorni di Roma - Attacco dei GAP al comando militare tedesco in Corso d'Italia. I partigiani delle Brigate Garibaldi e del Fronte Militare Clandestino operanti ad Albano, Genzano e Marino attaccano con esplosivi (confezionati dal minatore Marcaurelio Trovaluci) le linee ferroviarie Roma-Formia e Roma-Cassino, attraverso le quali viene rifornito il fronte della Linea Gustav. Tali azioni sono condotte da Salvatore Capogrossi, Pino Levi Cavaglione, Ferruccio Trombetti, Alfredo Giorgi, Enzo D'Amico, Giuseppe, Giuseppe Mannarino, Amedeo Bianchi, Dante Appetiti, Ippolito Silvagni, Neglio Lommi. I danni inflitti alle forze germaniche sono imponenti: la distruzione del ponte "Setteluci" sulla linea per Cassino al passaggio di un treno provoca la morte di 400 militari che effettuavano un avvicendamento al fronte. Tra Colonna e San Cesareo la mina viene invece fatta brillare contro un treno carico di munizioni e di armi diretto a sud. Il giorno successivo il comandante tedesco della piazza di Roma vieta l'uso delle biciclette (normalmente impiegate dai partigiani per i loro spostamenti e per condurre attacchi in città) tra le 17 e il mattino. Il 22, sempre allo scopo di individuare i partigiani, che si spostano in continuazione, viene vietato qualsiasi cambio di domicilio senza autorizzazione e per i portieri degli stabili ritenuti responsabili dell'osservanza del divieto viene disposta la deportazione in Germania.

24 dicembre - Centro città - Scontro a fuoco tra partigiani e militari tedeschi in via di Porta Castello, (rione Prati), presso Castel Sant'Angelo e via della Conciliazione.

24 dicembre - Centro città - Mario Fiorentini, partigiano dei GAP, giunto in bicicletta sul lungotevere che sovrasta via della Lungara, nel rione Trastevere, lancia un ordigno esplosivo contro l'ingresso del carcere di Regina Coeli, mentre 28 militari tedeschi sono impegnati nel cambio della guardia. Nei pressi sono pronti all'azione Carla Capponi (che poco prima gli ha affidato il tubo metallico pieno di esplosivo), Lucia Ottobrini, Franco di Lernia e Rosario Bentivegna. Otto militari tedeschi restano uccisi, molti altri feriti. Fiorentini, inforcata la bici, si dà alla fuga e riesce a sfuggire incolume al fuoco cui viene fatto segno da altri militari affacciatisi alle finestre, riuscendo a riparare in via Sant'Agostino, presso la libreria antiquaria di Fernando Bertoni. A seguito di questo ennesimo attacco, il comando tedesco ordina a militari e polizia di aprire il fuoco contro ogni ciclista che non si fermi immediatamente all'alt. Poco dopo viene totalmente vietato ai civili l'uso delle biciclette.

30 dicembre - Centro città - Una centralina elettrica sita nel piazzale della stazione Termini viene messa fuori uso dai partigiani. Il comando militare della Resistenza segnala che durante il mese di dicembre le formazioni partigiane attive in città hanno ucciso 17 militari germanici.

1944[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rete Civica di Roma - Cronologia Resistenza romana
  2. ^ Un monumento posto accanto l'ingresso del Forte ricorda oggi i 77 patrioti ivi fucilati durante l'occupazione nazifascista, tra il 1943 e il 1944. La lista dei nomi dei condannati è disponibile presso il sito dell'A.N.F.I.M..