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Eva Tea[modifica | modifica wikitesto]

Evangelina Tea (Biella 18 febbraio 1886 - Tregnago 29 luglio 1971), conosciuta meglio come Eva Tea, fu una storica dell'arte, archeologa e filantropa italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Eva Tea nacque il 18 febbraio 1886 a Biella. Suo padre era l'avvocato Alberto Tea mentre sua madre era Anna Ricci. Eva Tea aveva due sorelle, Silvestra e Maria, e un fratello, Giuseppe. Quando aveva due anni, la famiglia si trasferì a Verona perché il padre era diventato segretario capo dell'Amministrazione della provincia di Verona. Rimase sempre legata a questa città.

La propensione per l'arte arriverà dalla sua famiglia: la madre insegnava a disegnare, il padre era un artista dilettante, mentre la sorella Maria si affermerà come pittrice.

Vinse una borsa di studio per la Regia università di Padova, dove si laureò nel 1911 in lettere e filosofia. La tesi era sulla storia religiosa di Creta e fu pubblicata nel 1913. Grazie ad essa, Eva Tea ricevette un premio nazionale. Dopo la laurea si iscrisse all'ateneo di Roma alla scuola di perfezionamento in storia dell'arte medioevale e moderna. Successivamente vinse un ulteriore borsa di studio per perfezionarsi ulteriormente in storia dell'arte che poi insegnò al liceo Umberto I a Roma. Successivamente si trasferì alla scuola d'arte di Ravenna. Questa città le dedicherà una strada, lo stradello Eva Tea, nel centro della città.

Nel 1915, allo scoppio della Prima guerra mondiale, divenne membra della croce rossa. Nello stesso anno conobbe anche Giacomo Boni, che era l'archeologo italiano più importante del tempo. Questo incontro trasmise a Eva una grande passione per la disciplina di Boni e farà iniziare una collaborazione tra i due studiosi. Così Eva partecipò allo scavo del Palatino, contribuì alla pubblicazione degli esiti e un po' di tempo dopo, diventerà l'erede delle ricerche e degli studi del grande archeologo.

Dopo la guerra lavorò all'università di Roma, poi alle Gallerie dell'Accademia a Venezia e infine al museo civico di Treviso. Nel 1922 vinse un concorso per ottenere una cattedra di storia dell'arte all'Accademia di belle arti di Brera. Nel 1925 morì Giacomo Boni. Eva allora raccolse le opere incompiute dall'archeologo e scrisse una sua biografia: "Giacomo Boni nella vita del suo tempo". Successivamente Eva dona vari appunti e lettere di Giacomo Boni alla Regione Lombardia[1].

Dal 1927 al 1956 insegnò anche all'università Cattolica del Sacro Cuore. Nel 1929 inizierà a collaborare con Giuseppe Polvara per la Scuola d'Arte Beato Angelico. Nel mentre la sua fama accrebbe e divenne nota anche all'estero. Andrà in Germania, Svezia e Cecoslovacchia.

Nel 1941 ebbe come allievo Lorenzo Milani. La figura di Eva fu importante per la formazione di Lorenzo che diventerà poi un grande sacerdote. Nel 1944 venne rinchiusa nel carcere di San Vittore a causa del cognome tipicamente ebreo. Fortunatamente dopo poco venne liberata. Nel 1945 divenne vicedirettrice dell'Accademia di Brera. Nel 1956 fu collocata a riposo dalla sua attività, ma nonostante questo continuò ad occuparsi di arte.

Nel 1964 cadde e si ruppe un femore. Fu un colpo molto duro che determinò l'inizio della fine della sua vita. Nel 1967 si ritirò insieme alla sorelle Maria nella casa di riposo delle suore Orsoline a Tregnago, in provincia di Verona. Qui morì il 29 luglio 1971.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lascito Eva Tea - Giacomo Boni (sec. XX) – Archivi storici – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 9 luglio 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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