Utente:Lorelorelore/Sandbox/Corto Maltese/Stile narrativo e tematiche

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Tematiche e stile narrativo

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Cortomaltese si contraddistingue per essere un fumetto abbastanza popolare, ma ciononostante anche un'opera impegnata dagli aspetti profondi e condita di illustri riferimenti culturali. Una apperente contraddizione che porta Gianni Bunoro a teorizzare l'esistenza di due piani di lettura possibili per Cortomaltese: uno più "epidermico", interessato al mero svolgersi della vicenda di cui si sta leggendo, e un altro più approfondito che riesce a cogliere gli aspetti più profondi del fumetto, permettendone la fruizione da parte di un pubblico culturalmente maturo[1]. Ma a differenza di altri fumetti definiti "seri", - nota Umberto Eco[2] - Cortomaltese non si limita alla citazione colta, quasi parassitaria, ma diviene opera autonoma "che racconta qualcosa per conto proprio". Con Cortomaltese, grazie alla sua abilità narrativa e ai profondi contenuti, Pratt ha contribuito a nobilitare il fumetto in quanto genere letterario.

Letteratura disegnata

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L'opera fumettistica di Pratt, anche e soprattutto per quanto riguarda la saga Cortomaltese, è caricata di una consistenza letteraria: grazie a un particolare progresso stilistico e tematico si possono definire le sue opere con l'espressione "letteratura disegnata", coniata dallo stesso autore veneziano[3]. Nel proseguire della sua carriera infatti i fumetti di Pratt assumono sempre di più i connotati del romanzo.

Gianni Brunoro osserva come già nel 1967 la Ballata del mare salato consista nel primo esempio assoluto italiano di romanzo grafico (o graphic novel) e che si possono evidenziare gli elementi che la possono categorizzare come un vero e proprio romanzo, un'opera letteraria, corredato però da illustrazioni e disegni[4]. Innanzitutto, come un'autentica opera letteraria, la Ballata non si basa su una vaga ambientazione alla stregua dei fumetti classici, ma su una precisa realtà storica (l'inizio del XX secolo), e di questa ambientazione vengono sottolineati gli aspetti politici, sociali, economici e umani. Inoltre nella Ballata l'autore effettua un'analisi introspettiva della psicologia dei vari personaggi. Infine l'opera si presenta come un racconto corale caratterizzato da grande equilibrio narrativo dove tutti i personaggi hanno spazio e nessuno prevarica l'altro, nemmeno lo stesso Corto Maltese, come in una matura opera letteraria (il marinaio maltese diventerà unico protagonista solo dalla ripresa della saga sulla rivista Pif Gadget).

L'esigenza di dare autorità letteraria al fumetto porta Pratt a cambiamenti tematici e stilistici che si notano soprattutto a partire da Favola di Venezia[5]. Da una parte il disegno si fa sempre più scarno ed essenziale, ma non meno espressivo; dall'altro la componente testuale diviene sempre più ricca di nozioni storiche e riferimenti culturali, iniziando a trattare temi più seri e profondi, dai risvolti umani, sociali, letterari e misterico-esoterici (come la massoneria o l'immortalità). Le storie acquistano sempre più caratteristiche appartenenti al genere del romanzo avvicinandosi agli odierni graphic novel.

L'integrazione tra letteratura e fumetto e la nobilitazione di quest'ultimo divennero il primo e unico scopo dei suoi ultimi anni di carriera. È in questo processo che si inserisce la trascrizione in romanzo della Ballata del mare salato (1995) e di Corte sconta detta arcana (1996)[6].

Magia ed esoterismo

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Se si esclude Una ballata del mare salato, storia dai canoni tipici del tradizionale genere d'avventura, la saga di Cortomaltese presenta innumerevoli elementi appartenenti alla sfera del magico, del sogno e dell'esoterico. Spesso Corto Maltese è alla ricerca di leggendarie città e tesori, incontra stregoni e maghe e vive esperienze a metà fra sogno e realtà. Ciò riflette la formazione e la cultura di Pratt, il quale già in gioventù fu iniziato all'esoterismo e alla massoneria[7].

Questo background culturale viene esportata dall'autore nelle storie di Corto Maltese nello stesso personaggio, il quale presenta egli stesso un retaggio da questo punto di vista molto significativo: la madre è gitana, erede quindi di una cultura dagli elementi magici come quella degli zingari, mentre il padre è inglese, originario di una terra in cui si ritrovano gli elementi magici della cultura celtica, come stregoni, fate e fantasmi. Si crea quindi nel personaggio di Corto Maltese una contrapposizione tra razionalità - di cui egli si fa in qualche modo bandiera - e irrazionalità; ben rappresentativo, secondo Brunoro, è l'episodio in cui un giovanissimo Corto Maltese, una volta appreso dalla maga Amelia che egli non possedeva la linea della fortuna sulla mano sinistra, si incide egli stesso la sua linea della fortuna con un rasoio. Da questo episodio si denota sia la determinazione tipica delle personalità razionali, sia la prudenza e l'attenzione nei confronti di quegli elementi della realtà non ascrivibili a categorie logico-razionali[8].

Emblematica è l'ultima avventura di Corto Maltese, "Mu", in cui la dimensione onirica e le tematiche mistico-esoteriche costituiscono la sostanza stessa della storia. Qui ritroviamo infatti Corto Maltese alla ricerca di un accesso al continente scomparso di Mu; una volta trovato, per lui inizia un'esperienza allucinogena durante la quale incontrerà leggendarie popolazioni e personaggi fantastici. Ma al di là dell'elemento onirico, il percorso nel regno sotterraneo di Mu assume le caratteristiche di un rito iniziatico, composto da passi e prove cui sottoporsi, come il "labirinto armonico" e la lotta di Corto contro la propria ombra. Gianfranco De Turris nota come questa lettura in chiave mistico-esoterica sia coerente con la formazione culturale dell'autore, sia con lo stile disegnativo da lui usato: dal tratto tradizionale e corposo della Ballata, ad uno rapido ed essenziale[9].

  1. ^ Gianni Brunoro, pag.190-191
  2. ^ Umberto Eco, Prefazione, in Le Etiopiche, Milano, Bompiani, 1980.
  3. ^ Gianni Brunoro, pag.225
  4. ^ Gianni Brunoro, pag.228-229
  5. ^ Gianni Brunoro, pag.235
  6. ^ Gianni Brunoro, pag.237
  7. ^ Bruno Auricchio, L'arte di Hugo Pratt, in Officinae, n°2, 1997.
  8. ^ Gianni Brunoro, pag.168
  9. ^ Gianfranco De Turris, L'avventura esoterica di Corto Maltese, in S. Mecenate (a cura di), Il drago in bottiglia. Mito, fantasia, esoterismo, Ibiskos Editrice Risolo, 2007, ISBN 8854601888.