Utente:Jade.collins/Sandbox

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Biocosmesi[modifica | modifica wikitesto]

La biocosmesi è un ramo della cosmetica che utilizza prodotti che contengono ingredienti biologici, completamente naturali, senza aggiunta di essenze artificiali. ICEA, in collaborazione con l'Istituto di Cosmetologia dell'Università di Ferrara, ha elaborato un disciplinare al fine di definire i prodotti cosmetici bio. Quest'ultimi devono essere privi di materie prime dannose per l'ambiente, ogni ingrediente deve provenire da agricoltura biologica certificata ed è selezionato in base a criteri di sostenibilità ambientale. Gli imballaggi devono contenere materiali riciclabili o possono essere collegati ad un sistema di restituzione dei vuoti. Molte sostante, come siliconi e petrolati, sono vietati e allo stesso tempo non possono essere utilizzate piante, o loro parti, quando l'utilizzo può contribuire a porle a rischio di estinzione. Non possono essere utilizzate materie prime proveniente da animali, quando queste ne comportano la soppressione, un prodotto non deve, inoltre, essere testato sugli animali.

Requisiti legali dei prodotti[modifica | modifica wikitesto]

Un cosmetico non è un farmaco e non ha proprietà terapeutiche, quindi, per esempio, una lozione idratante è un cosmetico, mentre una pomata antibiotica è un farmaco. Un cosmetico è una miscela finalizzata ad un utilizzo esterno, come un fondotinta, oppure sui denti, come un dentifricio. Ci sono casi in cui un cosmetico può contenere principi attivi volti a curare uno specifico problema, come lo shampoo antiforfora che contiene ketoconazolo[1]. Questa distinzione si traduce in percorsi diversi per l'ammissione in commercio del prodotto. Nell'Unione Europea ci sono norme specifiche per la vendita di prodotti cosmetici: è necessario che siano presenti il nome, l'indirizzo del responsabile e il lotto di produzione in modo che gli organismi di controllo possano intervenire tempestivamente nel caso si verificassero problemi con un particolare prodotto. Inoltre devono essere presenti necessariamente informazioni utili al consumatore, come la quantità del prodotto, le precauzioni di impiego e la data di scadenza. Ci deve essere anche la lista degli ingredienti in ordine decrescente, da quello presente in quantità maggiore, a quello presente in quantità minore, con il loro nome universale, ovvero quello catalogato dall'INCI, International Nomenclature of Cosmetic Ingredients[2]. A seguito della vendita di molti prodotti cosmetici con ingredienti dannosi per la salute dei consumatori, nel 1938 negli Stati Uniti è stato formulato il Federal Food, Drug, and Cosmetic Act, il primo tentativo al mondo di regolamentare il mercato di questi articoli.

Sistemi per la conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1920 i parabeni sono stati introdotti nell’industria cosmetica come conservanti, il loro utilizzo è volto a impedire le contaminazioni che i microbi potrebbero comportare. Questi corpi estranei sfruttano l’acqua per riprodursi, causando infezioni. Esistono vari tipi di parabeni, ognuno con il suo principio attivo, ma tutti provengono dall’acido paraidrossibenzoico. Questi, vengono utilizzati principalmente per la loro funzione conservativa, impedendo la formazione di muffe e batteri, di fatti la data di scadenza dei prodotti cosmetici viene prolungata. Negli ultimi anni sono stati fatti molti studi che hanno messo in dubbio la pericolosità dei parabeni, i ricercatori non sono in grado di dimostrare che sono sicuri al 100%, però possono affermare che prevengono le contaminazioni microbiche e quindi hanno una loro utilità. I prodotti senza parabeni sono molto diffusi, ma nessuna azienda assume il rischio di mettere sul mercato prodotti senza un opportuno sistema conservante. Se non sono presenti parabeni, sarà presente un altro conservante per non compromettere la sicurezza del prodotto. Alcune aziende hanno preferito togliere l’acqua dagli shampoo, poiché crea un ambiente favorevole alla proliferazione dei batteri. Un altro metodo è quello di sfruttare il packaging e rendere il prodotto inaccessibile ai microrganismi, ad esempio una crema in tubetto ha meno bisogno di conservanti rispetto ad una crema conservata in barattolo nel quale infiliamo ogni giorno le mani; entrambe perdono nei confronti dei flaconcini monodose ma dal punto di vista dell’impatto ambientale risulta dannoso. Un altro aiuto lo danno anche gli ingredienti stessi, come l’alcol oppure il glicerolo che ha un effetto simile a quello dello zucchero nelle confetture, o gli agenti chelanti che indeboliscono le membrane dei microrganismi. Anche acidi come l’acido citrico rendono l’ambiente ostile alla crescita di batteri e muffe. Gli ostacoli a disposizione sono tanti e, se ben studiati, possono tutti assieme sostituire l’azione dei parabeni. Spesso si legge che un cosmetico deve avere pochissimi ingredienti per essere un buon prodotto, ma purtroppo per sostituire un determinato elemento, che ai consumatori non piace, abbiamo bisogno di un maggior numero di ingredienti.

Cruelty-free[modifica | modifica wikitesto]

Sulla confezione di molti prodotti in commercio è presente il simbolo di un coniglietto stilizzato, rappresenta un marchio, ossia che il prodotto non è stato testato sugli animali. Tuttavia i prodotti con questo simbolo non sono gli unici a non essere testati sugli animali. Dal Marzo 2013 è vietato commercializzare sia i prodotti finiti che siano stati testati sugli animali, sia quelli che contengono ingredienti testati sugli animali, il che significa che ogni cosmetico che compriamo oggi può essere definito cruelty-free. Per i produttori è ancora possibile effettuare sperimentazioni in paesi al di fuori dell'Europa e utilizzare gli ingredienti per confezionare prodotti da vendere sul mercato comunitario. Negli Stati Uniti la sperimentazione animale non è vietata ma non è nemmeno obbligatoria, quindi la decisione resta alle aziende. In Giappone, invece, i test sono obbligatori per prodotti che contengono nuovi coloranti, filtri solari o nuove molecole. In Cina, infine, solo nel 2014 è passata una legge per limitare l'obbligo di effettuare test sugli animali. Questo è il motivo per il quale grandi marchi internazionali non si trovano in Europa.

Zero Waste[modifica | modifica wikitesto]

Generare il minor impatto ambientale è possibile attraverso la riduzione di sprechi e rifiuti. Non comprare niente di nuovo e utilizzare solo quello che si ha già a disposizione, non gettare via oggetti che si possono riutilizzare, fare la spesa evitando confezioni e involucri in plastica. Questo è uno dei pilastri fondamentali della bio cosmetica. Si preferiscono shampoo solidi, senza imballaggi in plastica, si preferiscono burri e oli essenziali ai classici balsami e sieri. I contenitori quando sono indispensabili, vengono preferiti in legno, vetro, carta e bioplastica, perfetti per mantenere un basso impatto ambientale.

Ingredienti[modifica | modifica wikitesto]

Gli ingredienti dei cosmetici naturali sono principalmente di origine vegetale, a volte anche di origine minerale o animale. Gli ingredienti più importanti sono gli oli, come quello di argan, di oliva, di mandorle, di ricino, di soia, e i burri, come quello di karitè, di cacao e la cera d'api. Esistono anche vari oli essenziali per deodoranti e profumi. Vengono utilizzati estratti di erbe, acque floreali e aromi naturali. L'uso di emulsionanti e conservanti è limitato a sostante naturali o quasi naturali. Le materie prime dovrebbero, preferibilmente, provenire da coltivazioni biologiche controllate o da raccolte selvatiche, ma non sempre questo è un requisito. A causa dell'assenza di tensioattivi detergenti o della loro sostituzione con tensioattivi più delicati, i detergenti naturali sono più delicati sulla pelle, ma hanno un potere detergente inferiore.

Certificazioni[modifica | modifica wikitesto]

Occorre indicare chiaramente quali sono le certificazioni.

AIAB[modifica | modifica wikitesto]

L'Associazione dell'agricoltura biologica è stata fondata nel 1988 a Torino. Salvaguardia le materie prime: evita i prodotti ritenuti dannosi per la salute dell’uomo, gli OGM e i prodotti testati sugli animali. Aiab contribuisce alle norme di produzione dell'agricoltura biologica, creando nuovi modelli di sviluppo e marchi qualità. Questa associazione certifica i prodotti cosmetici che utilizzano materie prime vegetali non allergizzanti, l’agricoltura biologica, che rispettano l’ambiente, gli animali e la salute del consumatore.

CCPB[modifica | modifica wikitesto]

Il Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici certifica in tutto il mondo i prodotti biologici ed eco sostenibili. Questa associazione è riconosciuta dalla Commissione Europea come organismo di certificazione equivalente. CCPB garantisce prodotti naturali, con una presenza ridotta di sostanza chimiche. Salvaguardia le risorse ambientali, verificando che le norme dell’agricoltura biologica vengano rispettate.

NATRUE[modifica | modifica wikitesto]

Questa associazione è stata creata nel 2007 dall’Interational natural and organic cosmetics association e ha sede a Bruxelles. NATRUE fornisce standard per il settore dei prodotti cosmetici naturali e biologici, creando così uno standard internazionale, stabilendo requisiti rigorosi per quanto riguarda le formulazioni dei prodotti, gli imballaggi, contribuendo anche a combattere il greenwashing. I prodotti certificati da questa associazione sono 100% naturali, privi di acqua poichè esclusa dalla lista degli ingredienti naturali. Per sostanze naturali, NATRUE. intende ingredienti privi di OGM, non sono ammessi oli minerali, sostanze petrolchimiche, profumi sintetici e conservanti artificiali.

ICEA[modifica | modifica wikitesto]

L'Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale si impegna per un’economia sostenibile e solidale, infatti lavora sui concetti dell’etica e della competenza, come i diritti dei consumatori e dei lavoratori. ICEA è un organo riconosciuto in tutti i Paesi europei, nasce dall’esperienza di AIAB. Si occupa di certificare prodotti e aziende che producono cosmetici seguendo l'etica della sostenibilità, del rispetto per l'ambiente e della salvaguardia del consumatore.

COSMOS[modifica | modifica wikitesto]

Cosmetic organic standard definisce lo standard per la cosmesi biologica e naturale. Nell’etichetta dei prodotti certificati da questo ente è presente la percentuale degli ingredienti biologici contenuti. COSMOS ha due diversi standard che si dividono in COSMOS ORGANIC e COSMOS NATURAL.

DEMETER[modifica | modifica wikitesto]

L'Associazione per la tutela della qualità biodinamica in Italia è un'associazione privata di produttori. Questo ente controlla la commercializzazione dei prodotti bio, seguendo passo passo la creazione di un prodotto fino al rilascio della certificazione. Gli ingredienti sono per la maggior parte di derivazione vegetali, vengono evitati materiali geneticamente modificati e di origine animale.

ECOLABEL UE[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1992 tiene conto della natura dei prodotti, analizzandone l’impatto ambientale durante tutto il processo di produzione.

Agricoltura Biologica[modifica | modifica wikitesto]

L’agricoltura biologica comprende l’utilizzo di prodotti naturali, presenti in natura, evitando tutte quelle sostanze chimiche che sono nocive alla salute dell’uomo. Questo tipo di agricoltura rispetta le risorse naturali, come il suolo, l’acqua e l’aria, tramite risorse rinnovabili e durative nel tempo. I modelli di produzione utilizzati vengono controllati in base a leggi europee e nazionali, regolarizzandone così i processi di svolgimento.

Packaging Sostenibile[modifica | modifica wikitesto]

A causa dell'eccessivo consumo di plastica e del cambiamento climatico, gli imballaggi e le confezioni hanno un ruolo significante nel mondo della cosmetica. Le aziende si stanno impegnando a realizzare imballaggi ecologici e planet-friendly. Lo scopo è creare un ciclo formulativo in cui ogni aspetto è rispettoso dell'ambiente. Ci sono imprese che da anni si impegnano per un mondo più green, usando vasetti realizzati in polipropilene, un materiale versatile e duraturo, ma soprattutto riciclabile. Un'altra alternativa sono le confezioni in sughero e in tessuto. L'importanza del packaging è fondamentale non solo dal punto di vista estetico, ma anche funzionale: il suo scopo è di proteggere il prodotto. Spesso però sostituire la plastica non è sufficiente, ad esempio scegliere il vetro non è garanzia di maggiore sostenibilità: essendo delicato ha bisogno di un pack secondario, che non farebbe altro che aumentare lo spreco. La bellezza sostenibile è fatta soprattutto di progetti e iniziative che guardano al futuro del mondo della cosmetica. Molti brand hanno deciso di eliminare spatole e foglietti illustrativi risparmiando così 13 tonnellate di plastica e 33 di carta.

Clean Beauty[modifica | modifica wikitesto]

Un'idea basata sul concetto che nei cosmetici spesso troviamo ingredienti che non portano benefici alla nostra pelle. Alcuni brand hanno deciso di puntare sull'esclusivo utilizzo di elementi di origine biologica, a una maggiore trasparenza a livello di ingredienti, a una visione basata sull'autenticità dei prodotti. Questa iniziativa nasce anni fa negli Stati Uniti, riguarda un nuovo modo di rapportarsi con chi acquista prodotti cosmetici, promuovendo uno stile di consumo consapevole.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Beatrice Mautino: il trucco c'è e si vede. Inganni e bugie sui cosmetici. E i consigli per difendersi. ISBN 8861909086

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ketoconazolo, in Wikipedia, 9 ottobre 2020. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  2. ^ INCI, in Wikipedia, 22 novembre 2019. URL consultato il 23 dicembre 2020.