Utente:Itasimoni/Sandbox

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FILIERA CORTA

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Con alimenti "a km zero" definiti anche a filiera corta (o canale corto o vendita diretta) si intendono tutti i prodotti locali che vengono venduti nelle vicinanze del luogo di produzione. Questi alimenti a km zero offrono la garanzia di freschezza, dato che vi è assenza di trasporto e di passaggio. La filiera corta[1] punta a stabilire una relazione fra il consumatore e il produttore, questo attraverso varie modalità: ad esempio consumatori singoli o quelli che formano i cosidetti “gruppi di acquisto” si rivolgono direttamente all’agricoltore o all’allevatore, per acquistare i loro prodotti; oppure, gli stessi produttori possono “aprire” i “farmer markets” cioè mercati locali.

La vendita diretta è dunque la massima espressione della filiera corta. L' obiettivo oltre a quello di fornire prodotti di qualità è quello di ridurre i costi del prodotto finale, così facendo tali costi gravano meno sia sul consumatore che sullo stesso produttore. La filiera corta è una strategia di produzione molto utilizzata nel settore agricolo, soprattutto per quanto riguarda la produzione agricola locale, permettendo di avere frutta e verdura biologica. Rappresenta un valore aggiunto per le aziende alimentari in quanto assicurano un'altissima qualità dei prodotti e spesso sono espressione del territorio in cui nascono, sono eccellenze gastronomiche o comunque alimenti che non vengono venduti nella grande distribuzione.

GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE

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Con gruppi di acquisto solidale si intendono associazioni senza scopo di lucro. Queste realtà associative nascono a partire dagli anni sessanta. Il loro fine era quello acquisto e distribuzione di prodotti a filiera corta. I due aspetti fondamentali erano la qualità del prodotto e la determinazione di un prezzo giusto che risponda alle esigenze sia del consumatore che del produttore.

AGRICOLTURA SOSTENIBILE

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Con "agricoltura sostenibile", nota anche come agricoltura eco-compatibile o integrata, si intende il rispetto degli standard di sostenibilità nell'agricoltura e nella produzione agroalimentare che sostiene quei processi naturali che possono preservare la "risorsa ambiente". Si basa su pratiche agricole che utilizzano solo sostanze naturali e utilizza la rotazione colturale per mantenere la fertilità del suolo e rispettare la stagionalità di frutta e verdura.Il concetto di agricoltura sostenibile si trova molto lontano da quello di agricoltura intensiva poiché non esercita pratiche dannose per il suolo e non ricorre all'uso di sostanze chimiche come pesticidi, ormoni ecc... L'agricoltura sostenibile comprende anche altri elementi positivi come il vantaggio economico che ne traggono gli agricoltori e il rispetto dell'ambiente, contribuendo a migliorare la qualità della vita sia degli agricoltori che dell'intera società. Ci permette di pensare da una prospettiva a chilometro zero: filiera corta, cibo sano e sostenibilità ambientale.

Ci sono tre obiettivi principali dell'agricoltura sostenibile:

- Rispettare e proteggere le risorse ambientali (acqua, fertilità del suolo, biodiversità) e di conseguenza tutelare la salute dei consumatori;

- supportare lo sviluppo di nuove politiche di welfare per tutelare la società e produrre cibo per tutti;

- creare un vantaggio economico per gli agricoltori e gli operatori che partecipano direttamente alla produzione agricola.

Per raggiungere questi obiettivi, esistono diverse tecnologie basate su principi, regolamenti e teorie molto specifici. In Italia, i modelli di agricoltura sostenibile più diffusi sono l'agricoltura biologica e l'agricoltura biodinamica. Negli ultimi anni, sull'esempio di altri Paesi, sono emerse anche la permacultura e l'agricoltura solidale o sociale.

AGRICOLTURA SOCIALE

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L'agricoltura sociale, anche nota come agricoltura solidale, comprende una serie di attività svolte da imprenditori agricoli e cooperative sociali, verso le persone più svantaggiate.

Possiamo identificare quattro tipi di attività:

- inserimento socio-lavorativo: ovvero l'inserimento di lavoratori con disabilità, svantaggiati e minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale;

- prestazioni e attività sociali per le comunità locali: con l'utilizzo di risorse materiali e immateriali dell’agricoltura per promuovere attività di inclusione sociale e lavorativa;

- interventi socio-sanitari: ovvero prestazioni che affiancano e supportano le terapie mediche, psicologiche e riabilitative finalizzate a migliorare le condizioni di salute e le funzioni sociali dei soggetti interessati, anche attraverso l’ausilio di animali allevati e la coltivazione delle piante;

- progetti basati sull'educazione ambientale e alimentare: grazie anche alla diffusione della conoscenza del territorio attraverso l’organizzazione di fattorie sociali come iniziative di accoglienza e soggiorno di bambini e di persone in difficoltà sociale, fisica e psichica.


CONSUMO DEL KM ZERO

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Da una analisi Coldiretti nel 2017 è emerso che sei italiani su dieci preferiscono il consumo di prodotti a km zero. Questi risultati sono stati condivisi dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e migliaia di agricoltori insieme al presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo e al presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia. La nuova tendenza ad acquistare a km zero è dovuta a una maggiore attenzione verso il proprio benessere e per la propria salute. Inoltre si denota una maggior volontà di valorizzare i prodotti locali del proprio territorio. La principale ragione per l'acquisto di prodotti a km zero è data dall’alta qualità dei prodotti che sono più freschi, saporiti e genuini.

ALTERNATIVE FOOD NETWORKS

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Nel dibattito internazionale relativo ai food studies, si indicano come Alternative Food Networks (AFN) le reti agroalimentari alternative alla filiera convenzionale del cibo, strutturata a partire dalle esigenze della produzione agroindustriale e della grande distribuzione organizzata. Queste reti assumono forme  e significati molto differenti a seconda dell'aspetto territoriale, culturale ed economico nel quale prendono forma. Vengono solitamente identificate come AFN le pratiche caratterizzate da una prossimità fisica, organizzativa o valoriale tra produttori e consumatori. Fanno parte quindi, di questa categoria, i farmers’ market, i gruppi di acquisto solidale, la vendita diretta nelle aziende agricole, i food hub, ma anche le filiere lunghe del commercio equo e solidale.

La ricerca AFNIA 2014/2016 ha indagato la diffusione e le caratteristiche delle Alternative Food Networks in Piemonte, con un approccio che ha messo in relazione e ambisce ad integrare quattro prospettive differenti: quella sociologica, economica, territoriale-geografica, ambientale-agronomica.

- prospettiva economica: attraverso questa prospettiva sono state approfondite le determinanti della scelta dei produttori di vendere i prodotti attraverso gli AFN, la sostenibilità economica delle reti alternative e le motivazioni non economiche della preferenza di una parte dei consumatori per questo tipo di modalità di acquisto di cibo;

- prospettiva territoriale-geografica: ha mappato le reti agroalimentari alternative in Piemonte, approfondendo il loro possibile ruolo verso una ri-territorializzazione del sistema del cibo e nuove relazioni di prossimità tra aree urbane e aree rurali produttive;

- prospettiva sociologica: grazie alla quale si è smontato il concetto di qualità del cibo diffuso attraverso gli AFN, approfondendo il modo in cui la definizione che i consumatori danno di qualità influenza le pratiche di produzione e di distribuzione nelle reti alternative, con un riferimento specifico ai prodotti ortofrutticoli e alla carne;

- prospettiva ambientale-agronomica: attraverso la quale è stato valutato il reale impatto ambientale dell’intera filiera delle reti alternative, dalla produzione all’acquisto da parte dei consumatori finali, effettuando una comparazione con le pratiche convenzionali.

La ricerca è stata effettuata da un gruppo di studio dell’Università di Torino.

Il territorio oggetto della ricerca è la regione Piemonte, con un focus sulla città di Torino ed il suo sistema territoriale del cibo.


  1. ^ Frutta Nelle Scuole, Sostenibilità - La filiera corta e i prodotti a km 0, su www.fruttanellescuole.gov.it. URL consultato il 6 maggio 2021.