Utente:Ipatia/Sandbox2

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Cretula con l'impronta del sigillo del re Lugalanda di Lagash (circa 2400 a.C.)

Per cretula si intende una massa di materiale fittile (comunemente argilla, ma anche gesso, ceralacca o persino sterco) che in origine veniva applicata a chiusura di contenitori stoccati o trasportati. Sulla cretula veniva in genere impresso un sigillo la cui integrità testimoniava la non manomissione del contenuto.

L'uso della cretula è testimoniato già in epoca preistorica (Sabi Abyad, Siria, VII millennio a.C.). Il suo scopo era principalmente quello di semplificare le operazioni di controllo e ragioneria sulle merci immagazzinate in assenza di scrittura: la forma impressa sulle cretulae conservate rendeva più agevole il conteggio e la diversificazione dei contenitori, oltre a fungere da ricevuta nel caso di una consegna. In questa accezione, assistiamo ad una sempre crescente diversificazione delle tipologie anche fisiche di cretula, in adattamento ad un sistema di mercato in evoluzione che prevede scambi sempre più complessi.

Accanto alla funzione prettamente amministrativa, e contemporaneamente ad essa, la cretula assume anche una funzione giuridica: applicata non solo sui contenitori ma anche su oggetti in modo che da essi pendesse, e a chiusura di documenti, l'integrità della forma impressa attesta la provenienza e conferma al destinatario la non manomissione del contenuto, con funzione paragonabile a quella del moderno sigillo. L'uso della cretula a questo scopo è attestato pressoché in tutte le civiltà antiche: Creta, Ugarit, Cartagine, Egitto e Nubia.


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]