Utente:Francedil/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Fossa comune di Tezno La fossa comune di Tezno (in croato: Pokolj u Teznom), alla periferia di Maribor, nell'odierna Slovenia, era una trincea anticarro scavata dai tedeschi dopo la fine della seconda guerra mondiale in Jugoslavia. In origine era lunga 1 km e larga circa 3-4 metri, in cui si ipotizza siano stati occultati i resti di oltre 15.000 soldati e civili, vittime di esecuzioni sommarie di massa perpetrate da unità di partigiani comunisti jugoslavi nel maggio del 1945.

Scoperta[modifica | modifica wikitesto]

Dalla caduta del comunismo in Jugoslavia ad oggi, circa 600 fosse comuni segrete sono state registrate in tutta la Slovenia, e si ritiene che in esse siano stati sepolti fino a 100.000 corpi. La fossa comune di Tezno è stata trovata nell'estate del 1999, nel corso di alcuni lavori svolti per la costruzione dell'autostrada A1 nella foresta di Tezno (a nord-est della nazione).

Città di Tezno in Slovenia

Gli operai si imbatterono in un fossato anticarro che si estendeva per 60 metri di lunghezza. È stato stimato che nella parte riportata alla luce destinata all'autostrada erano sepolti circa 600 cadaveri.

Scavi successivi hanno rivelato che 1.179[1] cadaveri erano sepolti in 70 metri di trincea; In media quindi sono stati trovati 17 cadaveri per ogni metro di lunghezza ricoperti di ghiaia e terra. Sulla maggior parte dei cadaveri erano ben visibili i segni delle corde utilizzate per legarne le braccia.

Nel 2007 la Commissione per fosse comuni nascoste in Slovenia ha riferito che i loro scavi hanno portato alla luce 940 metri di trincea. Sulla base di calcoli matematici e confronti con gli scavi effettuati nel 1999, stimarono che in definitiva la fossa conteneva i resti di circa 15.000 tra membri croati della Guardia Interna Croata (Hrvatsko domobranstvo), noti come Domobrani, e le forze del regime filo-nazisti (ustascia), che stavano cercando di fuggire dalla Jugoslavia alla fine della seconda guerra mondiale.

Secondo i funzionari sloveni, questa fossa comune potrebbe essere la più grande d'Europa[2], superando anche quella della città bosniaca di Srebrenica, dove nel 1995 le milizie serbe uccisero circa 8.000 uomini di religione mussulmana. Gli omicidi che hanno avuto luogo qui non hanno confronto in Europa. Nei due mesi successivi alla fine della guerra, sono state uccise più persone qui che in quattro anni di guerra, ha detto Jože Dežman, capo della Commissione per fosse comuni nascoste in Slovenia.

Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la fine della seconda guerra mondiale nasce la Jugoslavia con a capo Josip Broz detto Tito. Diventa una repubblica federale formata da sei repubbliche, una delle quali è la Slovenia (con capitale Lubiana) e lo sloveno diviene una delle tre lingue ufficiali insieme al serbo-croato e al macedone.

In Jugoslavia, nel maggio del 1945, i soldati superstiti dello Stato Indipendente di Croazia (soprattutto ustascia), assieme a migliaia di civili (minoranze ungheresi e soprattutto italiane) iniziarono a ripiegare verso l'Austria, dove si trovavano le forze britanniche, con l'intenzione di consegnarsi a loro piuttosto che ai dei partigiani jugoslavi. Insieme a molti civili, le forze armate croate combatterono per raggiungere il confine jugoslavo-austriaco e si arresero il 15 maggio all'esercito britannico che però li respinsero verso le posizioni titine (partigiani jugoslavi). L'evento simbolo di questo periodo è rappresentato dal massacro di Bleiburg nella cittadina austriaca di Bleiburg.

Prigionieri a Maribor

Tutti i croati non uccisi sul posto furono costretti a camminare per decine di chilometri (una marcia della morte in seguito denominata nella libellistica croata križni put, cioè Via Crucis) attraverso la Jugoslavia. Lungo il percorso gli ufficiali partigiani serbi organizzarono ripetute esecuzioni di massa di cui furono trovate tracce dopo l'indipendenza della Slovenia e della Croazia negli anni novanta. Molti ex-ustascia che si rifugiarono in paesi occidentali vennero scovati e uccisi da agenti dei servizi segreti jugoslavi. Alcuni di questi vennero uccisi anche in Italia.

Un gran numero di prigionieri marciarono invece verso la città di Maribor, in cui furono istituiti dei campi di transito. I prigionieri vennero spogliati di ogni bene di valore e non ricevettero né cibo né acqua. Al fine di raggiungere la destinazione più rapidamente, coloro che rimanevano indietro venivano uccisi. Alcuni o perché troppo stanchi per continuare a camminare o semplicemente per essersi presi una pausa venivano fucilati. Nel corso della marcia, piccoli gruppi di uomini venivano scelti portati via nelle foreste vicine e uccisi. Presto l'uccisione di piccoli gruppi si trasformò in esecuzioni di massa (Si stima che solo nel territorio dell'attuale Slovenia le vittime siano state 100.000).

Altri civili e soldati invece furono inviati a Tezno vicino a Maribor, dove si trovavano trincee anticarro abbandonate scavate dai tedeschi durante la guerra. La loro lunghezza era di diversi chilometri e si estendeva dal fiume Drava alle pendici dei monti Pohorje. Le loro mani venivano legate dietro la schiena con dei fili, spogliati dei loro abiti, allineati sul bordo delle trincee e uccisi con un colpo di fucile.

Quando le trincee erano piene, squadre speciali avevano il compito di ricoprirli con calce e terra mentre i restanti corpi venivano sotterrati in fosse comuni separate o in semplici buche nel suolo.

Commemorazione[modifica | modifica wikitesto]

Durante la Jugoslavia comunista, le commemorazioni, sia a Bleiburg che a Jasenovac divennero l’esempio di come la dittatura comunista di Tito monopolizzava perfino la narrazione storica attraverso i rituali pubblici. Ossia la commemorazione a Jasenovac serviva non per ricordare le vittime ma per elevare agli occhi della gente il partito comunista e legittimare il potere; inoltre qualsiasi domanda riguardante i reali avvenimenti storici era severamente vietata. Il reale numero delle vittime a Jasenovac fu nascosto senza che nessuno lo mettesse in discussione perché psicologicamente maggiore è il numero delle vittime più è orribile il crimine commesso.

Bleiburg, d'altra parte, è stato un argomento tabù, vietato e sistematicamente cancellato dalla memoria culturale e storica in Jugoslavia, ma è stato tenuto in vita nella comunità della diaspora croata. Infatti in contrasto con i rituali sponsorizzati dallo stato a Jasenovac, molte persone rendevano omaggio alle vittime a Bleiburg a rischio della loro stessa vita.

La prima commemorazione a Bleiburg si è verificata nel 1952 nel giorno di Tutti i Santi, quando tre sopravvissuti deposero una corona sulle tombe dei soldati croati nel cimitero di Unter-Loibach. Il flusso di persone che vi si recavano è cresciuto nel corso di pochi anni; molti agenti dei servizi segreti jugoslavi perseguirono gli emigrati croati coinvolti nella cerimonia di Bleiburg.

Il crollo del comunismo, la guerra del 1990 in Croazia, e gli sforzi del dopoguerra per la riconciliazione e l'integrazione europea hanno contribuito a cambiare il significato simbolico e politico degli eventi commemorativi a Bleiburg. Il raduno annuale, da una commemorazione illegale frequentato in gran parte da emigrati è diventato simbolo di orgoglio per tutti i croati che si erano sacrificati per la libertà e l'indipendenza dello stato croato.

La prima commemorazione ufficiale in memoria delle vittime del dopoguerra si è tenuto presso Kočevski Rog nel luglio 1990. L'evento, noto come la cerimonia di riconciliazione, è stato affrontato da Milan Kucan, l'allora presidente della Slovenia, che ha sottolineato come un atto così simbolico sarebbe dovuto avvenire molto prima.

Solo recentemente questi eventi commemorativi sono diventati meno di rilievo politico ed infatti la messa a fuoco della commemorazione viene rivolta soprattutto alle vittime reali dei rimpatri. Molti politici di alto livello, cattolici e religiosi musulmani (Un imam musulmano è sempre presente alla cerimonia annuale perché un certo numero di bosniaci musulmani dalla Bosnia-Erzegovina sono stati uccisi) visitano Bleiburg ogni anno. Il primo ministro Ivica Račan ha visitato il sito nel 2002 mentre il primo ministro Ivo Sanader ha partecipato alla commemorazione nel 2004.

Per le commemorazioni del 60° anniversario nel 2005 una grande folla si è presentata; hanno partecipato anche il presidente del parlamento croato Vladimir Seks e il capo della comunità musulmana della Croazia, Mufti Ševko Omerbašić.

Dopo la scoperta delle tombe, molti monumenti sono stati eretti per commemorare la morte delle vittime. Nel settembre del 2007, il governo sloveno ha iniziato un piano per rendere la fossa comune di Tezno un parco memoriale e un cimitero. Il presidente croato Ivo Josipović ha visitato il sito nel giugno del 2010 deponendo una corona per le vittime.

Josip Leko, membro del parlamento croato al parco memoriale di Tezno nel 2015

Nel corso degli anni, la commemorazione a Bleiburg ha suscitato diverse polemiche come quella del 2009 in cui il presidente croato Stjepan Mesic ha criticato i rappresentanti del Parlamento che non hanno reagito a coloro che in mezzo alla folla si sono presentati indossando le uniformi appartenenti alle truppe ustascia della Croazia (apparentemente illegale nel paese) sottolineando il loro odio per i serbi e i comunisti.

Nel 2012, sotto il governo di centro-sinistra di Zoran Milanović, il Parlamento croato ha deciso di revocare il finanziamento per la commemorazione annuale delle vittime a Bleiburg. La giustificazione data da Milanović stava nel fatto che il governo non avrebbe più finanziato quello che era diventato un evento politico invece di un simbolo di lutto per le vittime. Cosi da quel momento la dirigenza croata ha deposto delle corone solo al monumento di Tezno.

Nel 2015 tantissime persone provenienti da tutta la Croazia, dalla Bosnia-Erzegovina e da altri paesi si sono riuniti in un campo vicino alla città di Bleiburg, nel sud dell'Austria per commemorare il 70° anniversario delle uccisioni alla fine della seconda guerra mondiale.

Alla commemorazione organizzata dal centro-destra croata ha partecipato anche la Chiesa cattolica con l'arcivescovo di Zagabria Josip Bozanic che ha celebrato la santa messa per le vittime. "Oggi ci siamo riuniti in questo campo, dove è iniziata la tragedia del popolo croato; un crimine contro l'umanità che è stato perpetrato sistematicamente dall'esercito jugoslavo sotto il segno della stella rossa a cinque punte", ha detto l’arcivescovo. Inoltre ha affermato che la fine della seconda guerra mondiale e l'inizio del comunismo in Jugoslavia ha segnato "l'inizio della persecuzione, la prigionia e l'uccisione di persone innocenti".

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paul Mojzes, Balkan Genocides: Holocaust and Ethnic Cleansing in the Twentieth Century, Rowman & Littlefield, 2011.
  • John Corsellis,Marcus Ferrar, Slovenia 1945: Memories of Death and Survival After World War II, I.B.Tauris, 2015.
  • Zdenko Čepič, Damijan Guštin, Nevenka Troha, La Slovenia durante la seconda guerra mondiale, Udine, Ist.Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 2012, ISBN 978-88-87388-36-7.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Seconda guerra mondiale: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della seconda guerra mondiale

Categoria:Crimini perpetrati durante la seconda guerra mondiale Categoria:Storia della Jugoslavia