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Adolfo Mutti (Brescia, 16 gennaio 1893 - Brescia, 25 aprile 1980) è stato un pittore italiano

Tra i maggiori pittori bresciani del Novecento è stato allievo prima di Arturo Castelli a Brescia e quindi di Ponziano Loverini presso l'Accademia Carrara a Bergamo

Biografia

Adolfo Mutti nasce a Brescia il 16 gennaio 1893 da Vittoria Zucchi e Giacomo (1855-1917) apprezzato decoratore mantovano che giunse a Brescia verso la fine di quel secolo.

Nel 1910 Adolfo si diploma all'Istituto magistrale, presso la Scuola normale di Treviglio. L’attitudine al disegno e la sensibilità artistica lo portano ad iscriversi successivamente ai corsi di disegno della scuola Moretto, dove trova come insegnante il pittore Arturo Castelli (1870-1919).

Nel 1911 vince il Legato Brozzoni con una Testa femminile di profilo che gli consente di entrare come studente all'Accademia Carrara di Bergamo - in quegli anni diretta da Ponziano Loverini (1845-1929) - che frequenta fino al 1914. Questi anni, fondamentali per la sua formazione artistica, risultarono importanti anche per le amicizie, in particolare con lo scultore bergamasco Nino Galizzi (1891-1975), suo condiscepolo negli anni alla Carrara.

La Prima guerra mondiale interrompe gli studi, frequenta il corso allievi ufficiali a Bari e viene poi inviato come capitano di fanteria nella zona del Pasubio, in trincea sul monte Castellieri. Anni dopo, nel 1969, la partecipazione al conflitto gli sarebbe valsa l'onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto. Compie il suo dovere, pur nella coscienza della lontananza della guerra dai valori che professa nella sua vita d'artista. E’ qui che conosce l’avvocato bergamasco Silvio Barbieri (1896-1986) il quale, pubblicando le sue memorie nel 1968, ricorda: "lo - dichiarò una volta Mutti - credo che vi sia assoluta incompatibilità fra la vita militare e la pittura; o per lo meno, tra la vita militare e il pittore Mutti, v'e incompatibilità assoluta".

Nel 1920, smobilitato, rientra a Bresciaed entra a far parte del laboratorio di restauro dell'antiquario Ottorino Vitale in via S. Faustino dove continua a collaborare fino al 1925, anno in cui si sposa.

Nel 1921 partecipa alla Mostra nazionale della Società amatori e cultori d'arte di Torino alla quale vengono accettati due ritratti di giovani donne  (una con camicetta bianca ed una con camicetta violetta) che furono poi acquistati da Alberto Magnocavallo (1868-1935) e dal collega Virgilio Vecchia (1891-1968).

Nel marzo del 1925 si sposa con la diciannovenne Ilda Guerini (1906-1954), di cui realizzerà splendidi ritratti; abitano a Brescia in via Mazzini 38 dove nel '27 nasce il figlio Giacomo (1927-2013).

Sempre nel 1925 una nuova vittoria al Legato Brozzoni, e quindi la partecipazione a diverse collettive alla Bottega d'arte Dante Bravo e alla Galleria di Cesare Campana (1891-1969).

Nonostante le sollecitazioni delle autorità cittadine, il giovane Mutti - allergico, come lui stesso avrebbe detto in seguito, al "saluto romano" - non aderisce al fascismo. Diviene amico del pittore Giulio Cantoni (1890-1968) e, nonostante tanta diversità sia in arte che in politica, di Virgilio Vecchia, personaggio di spicco della vita culturale bresciana e segretario del Sindacato Fascista degli Artisti (ma che comunque si prodiga a proteggere e promuovere gli artisti locali).

Nel 1926 partecipa al concorso per succedere a Loverini alla direzione dell'Accademia Carrara ma l’incarico viene assegnato ad un altro, forse anche a seguito della sua mancata adesione al fascismo: una "ingiustizia" per l'artista, che rimase indelebile nella memoria.

Le soddisfazioni dal punto di vista artistico non tardano comunque ad arrivare: nel 1928 inaugura la prima personale presso Dante Bravo, viene invitato alla XVI Biennale di Venezia con l’amico Virgilio Vecchia e lo scultore Claudio Botta (1891-1958), e in novembre partecipa alla collettiva allestita a Milano dalla "Famiglia bresciana", composta da artisti bresciani residenti in città e nel capoluogo lombardo.

In occasione della “Famiglia bresciana”, Vicari lo annovera tra i migliori rappresentanti della nuova pittura bresciana insieme a Cantoni, Vecchia e Monti.

Lo stesso anno, in occasione della partecipazione alla prima Triennale bresciana dove il Premio Magnocavallo viene assegnato a Botta, sempre Vicari lo definisce "squisito artista", "il più colorista fra i pittori bresciani"; capace di "abbandonarsi con gioia" al suo "istinto di pittore nato".

Notevole in quegli anni la sua attività di ritrattista, testimoniata dalle commissioni delle più importanti famiglie bresciane: il ritratto del conte Teodoro Lechi col nipote del 1928, i ritratti delle signore Castellani del 1929 ed il ritratto del pittore Antonio Di Prata, solo per citarne alcuni.

Nel 1930 trasferisce lo studio in palazzo Bruni Conter, in via Trieste, e l’abitazione in palazzo Torri di via Gezio Calini, dove abitava il collega Piero Galanti (1885-1973).

Nello stesso anno partecipa nuovamente alla Biennale di Venezia, che annoverava tra i bresciani la presenza di Virgilio Vecchia, Cesare Monti (1891-1959) ed Angelo Righetti (1900-1972), una sala dedicata alla consacrazione postuma di Modigliani e le importanti presenze di altri italiani del calibro di Morandi, Carrà, Sironi, Birolli e Capogrossi.

La commissione della Via Crucis per la chiesa di S. Faustino nel 1931 diventa un’occasione per approfondire l’arte di Giandomenico Tiepolo in una personale interpretazione dell’opera del grande e ammirato Maestro nel ciclo dell’oratorio della chiesa di S. Polo ai Frari.

L'anno successivo espone una trentina di dipinti alla Galleria Campana. Nel 1934 fa parte, con il direttore di Brera Aldo Carpi ed il critico Enrico Sommarè, della Commissione giudicatrice del Premio Magnocavallo. Sono anni di lavoro intenso e discussioni appassionate sull'arte moderna con gli amici Cantoni, Vecchia e Vicari che avvenivano principalmente in alcune trattorie tra cui “Alla Pace” in via Mazzini, di Enrico (Nico) Invernici (1877-1955), dove Mutti conobbe anche il giornalista Carlo Belli (1903-1991), autore di “kn”, volume considerato il manifesto dell’astrattismo italiano.

Nel 1938 partecipa all'allestimento della IV Sindacale d'arte al Quadriportico di piazza Vittoria. Nel 1942 viene chiamato a far parte della commissione presieduta dal conte Fausto Lechi per l'assegnazione dei premi Magnocavallo e Bettoni-Cazzago.

Dopo un periodo di distacco dalle esposizioni pubbliche e dalla pittura nel 1952 partecipa al Premio Brescia e nel 1953 ad una mostra collettiva all’Associazione Artisti Bresciani.

All’inizio del 1954 viene duramente colpito dalla morte prematura della moglie Ilda ma con il sostegno degli amici e della sua forza d’animo trova le motivazioni per continuare a lavorare, dando vita a “una seconda stagione di maturità” (Mazza).

Dal 1964 l’Associazione artisti bresciani – della quale il figlio Giacomo sarà presidente negli anni Settanta – ospita sue mostre personali. In occasione di quella del 1968 delegazioni delle comunità di Brescia e Bergamo gli conferiscono una medaglia d'oro, ancora una volta su iniziativa dell'amico Silvio Barbieri.

Sono anni di rinascita artistica in cui senza vincoli espressivi o di mercato sviluppa una pittura sempre più libera in cui oltre ai ritratti trovano sempre più spazio i paesaggi, fiori e nature morte.

Dal gennaio 1969 e fino al 1975 espone annualmente all'Aab con il gruppo dei "Sette pittori della realtà" (con lui Franco Bertulli, Gabriel Gatti, Piero Galanti, Angelo Fiessi, Martino Dolci e Dino Decca); una realtà, la loro - precisa Elvira Cassa Salvi in occasione della prima rassegna -, "amabile e domestica, a modo suo, non per paradosso, astratta, lontana dalla realtà dura, aggressiva dei giorni nostri, avvolta nelle dimensioni soavi della memoria e del sogno, affidata all'affetto, allo scrupolo, alla fedeltà di alcuni tra i più convinti e valenti custodi d'una civiltà pittorica serena e benevola, devota allo stile e alla tecnica dell’Ottocento nostrano”.

Stimato e onorato con premi e riconoscimenti, è ormai riconosciuto come un maestro, punto di riferimento di giovani e meno giovani pittori bresciani.

Muore a 87 anni, il 25 aprile 1980.