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Il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino di Palermo è una delle istituzioni museografiche più importanti ed esaustive nell’ambito del teatro di figura nazionale, internazionale e contemporaneo.

Fondato nel 1975 dall'Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, ospita al suo interno una vasta collezione di oltre 5.000 opere, fra marionette, burattini, ombre, automi e macchine sceniche provenienti da tutto il mondo. Tra questi, il Museo conserva la più vasta e completa collezione di pupi di tipo palermitano, catanese, napoletano[1] e costituisce un centro unico per la salvaguardia, conservazione, valorizzazione, promozione e diffusione del patrimonio legato a questa pratica teatrale, rappresentativa dell’identità del territorio.

Ad arricchire la collezione numerosi materiali utilizzati nelle altre tradizioni del teatro di figura che sono state dichiarate dall’UNESCO Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità e marionette d’artista contemporanee realizzate nell’ambito di spettacoli di nuova produzione del Museo.

Per la correlazione e la sinergia fra le sue molteplici attività e funzioni al Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, delineatosi sempre di più come un “museo della performance”, è stato assegnato nel 2001 il prestigioso premio antropologico “Costantino Nigra” per la sezione musei e a ottobre 2017 il Premio ICOM Italia – “Museo dell’anno” che ne ha premiato l’attrattività in rapporto al pubblico.

La storia del Museo è indissolubilmente legata al suo fondatore, Antonio Pasqualino, scomparso nel 1995, medico chirurgo e insigne antropologo di Palermo che nella seconda metà del Novecento si adoperò per la salvaguardia, promozione e rivitalizzazione dell’Opera dei Pupi in un periodo di profonda crisi per questa pratica teatrale. Insieme a un gruppo di intellettuali fondò nel 1965 l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari e raccolse insieme alla moglie Janne Vibaek molte testimonianze: dai testi di scena ai pupi fino ai teatrini e agli arredi, salvandoli dalla distruzione e dall’oblio.

La trasformazione economica e sociale dell’Italia e della Sicilia a metà del secolo scorso provocò infatti l’allontanamento del pubblico tradizionale – prevalentemente composto da uomini delle classi subalterne  che iniziarono a non riconoscersi più nei modelli veicolati dalle storie e dai personaggi protagonisti degli spettacoli. Svuotati del pubblico tradizionale, i pupari di tutta la Sicilia iniziarono a chiudere i lori teatri alla ricerca di attività più proficue, spesso vendendo, svendendo o regalando i loro cosiddetti “mestieri”, ovvero l'insieme degli oggetti necessari per la messa in scena degli spettacoli.

Dopo dieci anni di intensa attività, l’Associazione fondò nel 1975 il Museo internazionale delle marionette con lo scopo di restituire alla cittadinanza il patrimonio che nel frattempo Antonio Pasqualino aveva acquisito: un mestiere di opera dei pupi di scuola palermitana, appartenente alla storica famiglia di Gaspare Canino, e uno di scuola catanese, proveniente dal teatro di Natale Meli[2].

Sin da subito si coniugò l’attività prettamente museografica di conservazione e salvaguardia del patrimonio, con una intensa attività teatrale. Fu organizzata la prima Rassegna dell’opera dei pupi a cui annualmente venivano invitati a partecipare pupari da tutta la Sicilia. L’obbiettivo era rinsaldare il rapporto tra i marionettisti siciliani e il pubblico favorendo così la trasmissione – ancora oggi affidata all'oralità – del vasto patrimonio di conoscenze di cui essi erano e sono depositari.

Nel 1985, la Rassegna dell'opera dei pupi divenne Festival di Morgana[3] aprendosi a tradizioni del teatro di figura di altri Paesi del mondo e all'arte contemporanea. Ancora oggi annualmente il Museo organizza il Festival, invitando compagnie tradizionali e contemporanee dall'Italia e dall'estero e integrando i programmi teatrali con attività correlate tra cui mostre, convegni e laboratori didattici.

L'associazione per la conservazione delle tradizioni popolari

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L’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari è stata istituita nel 1965 per volontà di Antonio Pasqualino, con il coinvolgimento di un gruppo di studiosi ed intellettuali.

Da oltre cinquanta anni l' Associazione è impegnata nella salvaguardia delle tradizioni popolari e in particolare nella salvaguardia e promozione del teatro dell’Opera dei pupi. Tale impegno si è esplicitato nel supporto alla candidatura presso l’UNESCO dell’opera dei pupi siciliana, proclamata nel maggio 2001 Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità e iscritta nel 2008 nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale.

Nel 2018 l' Associazione ha promosso l'istituzione della “Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’Opera dei pupi", riconosciuta dal Ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo quale organismo territoriale competente in materia di salvaguardia e rappresentativo della tradizione dell’Opera dei pupi siciliana. La Rete riunisce 12 compagnie di pupari siciliani e diversi enti culturali e di ricerca italiani (tra i quali l’Istituto Centrale per il patrimonio immateriale, la Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici-SIMBDEA, la Fondazione Ignazio Buttitta e l’Associazione culturale KIKLOS). L' Associazione, in qualità di soggetto referente della Rete, è responsabile della redazione del “Piano delle Misure di salvaguardia dell’Opera dei pupi siciliani” che mira a favorire un'efficace pianificazione delle azioni di salvaguardia, promozione e valorizzazione dell’elemento dell’Opera dei pupi nell’ambito di una governance partecipata e di un progetto di sviluppo sostenibile, coerente con le Direttive operative della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.

A ciò si aggiunga che, nel 2014 l’Associazione è stata accreditata quale organizzazione non governativa consulente del Comitato Intergovernativo del Patrimonio Culturale Intangibile UNESCO (numero di iscrizione NGO-90316); nel 2015, l’Associazione è stata iscritta all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche del MIUR (codice identificativo 61993JYI) e dal 2018, rientra tra gli Istituti culturali di rilevante e accertato valore riconosciuti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali; nel 2019 infine è stata accolta dall’AICI – Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane.

Museo della performance

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Il Museo internazionale delle marionette sin dalla sua fondazione, ha coniugato l’attività museale con quella performativa: prima essenzialmente di continuità tradizionale e di riproposta, in seguito anche di ricerca e innovazione, divenendo uno degli esempi più felici di ricerca museografica sul teatro. Non si configura dunque come un luogo di conservazione di cose morte, ma impone una sua fisionomia in cui si incrociano la ricerca e una rassegna di Opera dei pupi che ne tiene a battesimo l’inaugurazione e apre la strada a una riflessione sul ruolo dell’attività museografica nel suo rapporto con l’articolarsi della realtà. Risulta così evidente l’interdipendenza delle varie funzioni e attività del Museo, e tra queste il “Festival di Morgana. Rassegna di pratiche teatrali tradizionali” permette significativi approfondimenti sul repertorio siciliano e dell’Italia meridionale, ricolloca in una dimensione di dignità professionale i pupari e pone le basi di uno studio delle pratiche teatrali extraeuropee che investe, oltre al teatro di figura in senso stretto, anche le forme di teatro rituale tradizionale. Da allora l’attività teatrale del Museo si è aperta alla produzione di spettacoli innovativi, nella collaborazione con scrittori, pittori, artisti visivi, musicisti contemporanei (ricordiamo Calvino, Guttuso, Kantor, Baj, Pennisi) e questa attività ha consentito l’acquisizione di materiali di grande interesse artistico consolidando quella immagine di museo della performance e della responsabilità patrimoniale[4], che continua la sua fervida attività tra ricerca comparativa, sperimentazione museografica, riproposta di spettacoli e supporto alle compagnie dei pupari.

La collezione

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Il percorso espositivo permette al visitatore di ammirare una vasta collezione composta da oltre 5.000 figure animate (pupi, marionette, burattini, ombre), attrezzature sceniche e cartelli di provenienza nazionale e internazionale. Ad impreziosirla ben otto forme teatrali, appartenenti a diverse culture e tradizioni, dichiarate dall’UNESCO “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità” e marionette d’artista contemporanee realizzate nell’ambito di spettacoli di nuova produzione del Museo.

L'Opera dei pupi e gli altri Patrimoni dell'umanità

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I primi nuclei della collezione del Museo si formarono intorno all'Opera dei pupi siciliani. Oggi il Museo custodisce la più vasta e completa collezione di pupi di Palermo, Catania e Napoli e conserva fra l’altro i materiali completi provenienti da tre teatri: uno di tradizione palermitana, appartenuto a Gaspare Canino di Alcamo; uno di tradizione catanese, appartenuto a Natale Meli di Reggio Calabria; uno di tradizione napoletana appartenuto alla famiglia Perna di Frattamaggiore. Impreziosisce la collezione "Carinda" il pupo più antico del Museo, datata al 1828 e appartenente alla famiglia Canino. Secondo la tradizione di famiglia, la marionetta è stata il primo pupo armato costruito da Don Liberto Canino.

Il Museo espone inoltre altre collezioni dichiarate dall'UNESCO “Capolavori del patrimonio orale e immateriale dell’umanità”: il Ningyo Johruri Bunraku giapponese, il Wayang Kulit indonesiano, il teatro delle ombre cambogiano Sbek Thom, le maschere-marionette della Nigeria-Benin denominate Gelede, il teatro delle marionette della Corea Namsadang Nori - Kkoktu-gaksi Norum , il Karagöz turco e le marionette Rūkada Nātya dello Sri Lanka.

Figure animate in Europa e in Oriente

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Notevole è anche la raccolta di marionette e burattini del Nord Italia, dell'Italia meridionale (come ad esempio le guarrattelle napoletane e i tutui siciliani) e di altri paesi europei. Il Museo espone inoltre numerosi esemplari provenienti dall’Asia: ombre indiane, marionette a bastone e figure bidimensionali giavanesi (Wayang golek e Wayang klitik), marionette a filo birmane (yoke thai tabin) e indiane (kathputli), marionette acquatiche del Vietnam (mua roi nuoc), ombre della Malesia, del Siam, della Cina. Proveniente dall'Oceania una rara marionetta delle Nuove Ebridi (Temes nevinbur).

Figure animate Africane

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Preziosa è anche la collezione di figure animate provenienti dall'Africa, dove il teatro delle marionette è ricchissimo di forme e manifestazioni diverse con aspetti sacri e aspetti ludici. Il Museo espone al suo interno le marionette del Mali dette Do appartenenti al teatro di Bambara, il primo teatro di marionette africano a essere conosciuto in Europa; i già citati Gelede della Nigeria-Benin e le marionette a bastone del Congo denominate Kebe kebe, adoperate dalla popolazione dei Mbochi e dai Kuyu, legate principalmente al culto degli antenati.

Il Contemporaneo

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Nel giardino d’inverno, spazio utilizzato anche per allestimenti temporanei, e nella sala teatrale sono esposte le opere d'arte contemporanea realizzate per tre spettacoli che tra gli anni Ottanta e Novanta furono prodotti dal Museo internazionale delle marionette in collaborazione con personaggi di caratura internazionale: le scenografie di Renato Guttuso utilizzate nello spettacolo Foresta-radice-labirinto di Italo Calvino, regia di Roberto Andò (1987); le marionette e macchine sceniche realizzate dall’artista e regista polacco Tadeusz Kantor per lo spettacolo Macchina dell’amore e della morte (1987); e i pupazzi di Enrico Baj realizzati per lo spettacolo Le bleu-blanc-rouge et le Noir dell’Arc-en-terre di Massimo Schuster (1990). Di recente acquisizione, le marionette da tavolo che Enrico Baj realizzò per altri due spettacoli di Massimo Schuster: Roncisvalle e Mahabharata.

Percorso espositivo

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Il museo si sviluppa su tre livelli e accoglie al suo interno numerosi spazi espositivi, un bookshop, una biblioteca, una videoteca, una nastroteca e una sala capace di ospitare una cospicua programmazione teatrale.

Piano terra Biglietteria
Bookshop
Primo piano Wayang kulit e wayang klitik, ombre indonesiane
Sbek Thom, ombre cambogiane
Tholobomalatta e Togalu bombe, ombre indiane dell'Andra Pradesh e del Mysore
Secondo piano Scenografie, marionette e macchine sceniche dello spettacolo:

"Foresta, radice, labirinto" di Italo Calvino, scenografie di Renato Guttuso, regia di Roberto Andò;

"Macchina dell'amore e della morte" di Tadeusz Kantor;

"Le bleu-blanc-rouge et le Noir" dell’Arc-en-terre di Massimo Schuster, marionette di Enrico Baj;

"Roncisvalle" e "Mahabharata" di Massimo Schuster, marionette di Enrico Baj.

Yoke thay thabin, marionette birmane a fili
Bunraku - Ningyō jōruri, marionette del Giappone
Rukada, marionette a filo dello Sri Lanka
Kathputli, marionette del Rajastan
Marionette africane:

Do, marionette del Mali;

Kebe kebe, marionette del Congo;

Gledé, maschere-marionette degli Yoruba

Temes nevinbur, marionetta delle Nuove Ebridi
Mua roi nuoc, marionette acquatiche del Vietnam
Marionette e burattini tradizionali del nord Italia e di altri paesi europei
Marionette musicali di Vittorio Podrecca
Hun krabok, marionette della Thailandia
Namsadang Nori - Kkoktu-gaksi Norum, marionette della Corea
Wayang golek, marionette giavanesi a bastone
Pupi di stile palermitano, catanese e napoletano
Sala teatrale

La Biblioteca Giuseppe Leggio e gli Archivi Multimediali

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Al Museo è annessa la Biblioteca “Giuseppe Leggio”, che raccoglie undicimila volumi su pupi, marionette e sulle tradizioni popolari. Particolarmente preziose sono le collezioni di copioni manoscritti dell’Ottocento e del principio del Novecento, appartenuti ai pupari Gaspare Canino e Natale Meli, nonché la raccolta di dispense cavalleresche edite tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, in particolare la prima edizione della Storia dei Paladini di Francia di Giusto Lodico, che costituisce ancor oggi la principale fonte per la messinscena degli spettacoli tradizionali. Altre sezioni sono dedicate alle tradizioni popolari, all’antropologia culturale, all’etnografia, alla museografia, alla linguistica, alla didattica, alla storia siciliana, al teatro, all’arte e  alla letteratura. Nel 2006 la biblioteca è entrata a far parte del polo bibliotecario nazionale (Polo SBN della Biblioteca Comunale di Palermo).

Il Museo custodisce inoltre un ricco archivio multimediale. La fototeca conserva le foto degli oggetti per l’Inventario e degli allestimenti che si sono succeduti nelle diverse sedi del Museo e all’interno di ognuna; le foto degli spettacoli nonché delle diverse iniziative realizzate nel corso degli anni con particolare riferimento alle iniziative di studio (convegni, conferenze, seminari), le mostre in Italia e all’estero. L’audio-videoteca conserva bobine di registrazioni vocali inerenti spettacoli di varie forme di teatro di figura, interviste e conferenze risalenti agli anni Sessanta e già trasferite su CD; registrazioni su audio-cassette; video-registrazioni e materiali raccolti in parte per conto della Discoteca di Stato e in collaborazione con l’Istituto di Storia delle tradizioni popolari dell’Università di Palermo. Questi materiali sono stati digitalizzati o sono in corso di digitalizzazione e sono tutti consultabili su richiesta. Gli archivi multimediali vengono regolarmente incrementati grazie all’incessante attività di documentazione svolta dall’Associazione.


  • Selima Giuliano, Orietta Sorgi, Janne Vibaek (a cura di), Sul filo del racconto. Gaspare Canino e Natale Meli nelle collezioni del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, Regione Siciliana - CRicd (Centro Regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione), ISBN 978-88-904949-5-6, SBN IT\ICCU\PAL\0234824.
  • Vibaek Janne, Guida del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, Palermo, Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, 1995. [Italian, English, and French edition]
  • L’opera dei pupi e il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino”, in Maria Carcasio (a cura di), Miti figurati: catalogo della mostra sul restauro-pilota di due cartelli dell’opera dei pupi di tipo catanese: Palermo, Palazzo Steri, 29 dicembre 1997-31 gennaio 1998, Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione, pp. 19-26, SBN IT\ICCU\PAL\0187554.
  • Vibaek J., Il sogno di Antonio Pasqualino. Il Museo Internazionale delle Marionette, in Il Pitrè. Quaderni del Museo Etnografico Siciliano, anno III, n. 9, aprile – giugno: 35-40, 2002.
  • Clemente Pietro, “Il Museo internazionale delle Marionette di Palermo” in, Pietro Clemente, Il terzo principio della museografia: antropologia, contadini, musei, Roma, Carocci, 1999, pp. 179-183, SBN IT\ICCU\RAV\0329212.
  • Rosario Perricone, Il Museo Pasqualino. Museo Internazionale delle marionette, in La cultura tradizionale in Sicilia: forme, generi, valori, Rosario Perricone (a cura di), 2016
  • Rosario Perricone (a cura di), L’Epos appeso a un filo, Edizioni Museo Pasqualino, ISBN 978-88-97035-24-4.
  • Gagliardo,Matilde - Milo, Francesco dvd 2002 (a cura di), L’infanzia di Orlandino. Antonio Pasqualino e l’opera dei pupi, Associazione per la conservazione delle trazioni popolari, Palermo.
  • Antonio Pasqualino, L'Opera dei pupi, Sellerio, 1977, SBN IT\ICCU\PAL\0034046.
  • Il museo della performance, in R. Perricone (ed.), XXXII Festival di Morgana. Rassegna di pratiche teatrali tradizionali – Asian theatrical masterpieces, Palermo, Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari: 7-11
  • Il Museo internazionale delle Marionette, in Id., Antonio Pasqualino, Le vie del cavaliere dall'epica medievale alla cultura popolare, Bompiani, 1992, SBN IT\ICCU\RML\0484599.
  • 2003 Il Museo internazionale delle Marionette di Palermo, in Id., I pupi siciliani, ed. agg., Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari, Palermo, pp. 41-45.
  • 1995 Guida del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, (ed. italiana, inglese e francese), Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari Palermo.
  • 2002b Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, in «Boccascena, Quaderno semestrale. Spunti e materiali per il teatro di figura», n. 5, Associazione Grupporiani, Milano, pp. 22-25.
  • Rosario Perricone, Pasqualino contemporaneo, in AA.VV., Etnografie del contemporaneo IV: artification at large, vol. 40/42, Edizioni Museo Pasqualino, 2021, pp. 115-120, ISBN 978-88-97035-45-9.
  1. ^ Rosario Perricone (a cura di), Piano delle misure di salvaguardia dell'opera dei pupi siciliani, Edizioni Museo Pasqualino, 2021, ISBN 9791280664105, SBN IT\ICCU\PAL\0351452.
  2. ^ Selima Giorgia Giuliano, Orietta Sorgi, Janne Vibaek (a cura di), Sul filo del racconto : Gaspare Canino e Natale Meli nelle collezioni del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, Regione Siciliana - CRicd (Centro Regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione), 2011, ISBN 978-88-904949-5-6, SBN IT\ICCU\PAL\0234824.
  3. ^ Home, su XLVI Festival di Morgana. URL consultato il 9 maggio 2022.
  4. ^ Rosario Perricone (a cura di), Piano delle misure di salvaguardia dell'opera dei pupi siciliani, Palermo, Edizioni Museo Pasqualino, 2021, ISBN 9791280664105, SBN IT\ICCU\PAL\0351452.


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