Utente:Camenzind/SandboxKJ

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Nell'opera filosofica di Karl Jaspers si ritrovano i temi trattati dai grandi predecessori dell'Ottocento: da un lato la considerazione profonda per l'esistenza umana nella sua totalità con chiaro riferimento a Kiekegaard e a Nietzsche, dall'altra l'incontro del 1909 con Max Weber, l'influenza di Dilthey e poi la lettura di Husserl e l'influenza della scuola fenomenologica.

Il suo testo fondamentale del Filosofia raccoglie la summa del suo pensiero. L'opera nasce legata strettamente alla psicologia - che, come è stato detto, era l'attività cui Jaspers aveva scelto di dedicarsi - è proprio la conoscenza di quelle che verranno successivamente chiamate "situazioni limite" che permette al filosofo di definire il ruolo della filosofia del suo tempo: "chiarificazione dell'esistenza". "La filosofia, che a partire dal 1901 cercai nelle università, mi deluse" così Jaspers in Filosofia[1] la constatazione di una situazione accademicamente paludosa nelle lezioni da lui frequentate lo portano a pronunciare una frase che può aiutare nella comprensione del testo, capolavoro della sua produzione[2]: "Era mio impulso salvarmi spiritualmente". Il legame stretto della filofia con la vita "propria" è dato nelle domande filosofiche che fin dall'antichità riguardano il soggetto del pensiero e l'affermazione sopra citata dell'autore sottolineano questa prospettiva e la ribadiscono. L'esistenza è ciò che viene chiamata in causa nell'interrogarsi dell'uomo. Jaspers definisce l'esistenza come " ciò che non diventa mai oggetto, l'origine partendo dalla quale penso e agisco, ciò che si rapporta a se stessa e, in ciò, alla sua trascendenza".

Fin dalla prefazione vengono a definirsi le parole chiave della sua speculazione:

  • Esserci (Dasein): l'esser qui proprio di tutte le cose che sono al mondo;
  • Esistenza (Exsistenz): definisce solo la condizione dell'uomo che non può essere definita completamente, ma solo chiarita, delucidata, analizzata;
  • Trascendenza (Transzendenz): ciò che è al d là della situazione attuale dell'esistenza, definisce la stessa pratica del filosofare come scoperta.

Il testo si svolge presentando i tre impulsi principali che portano l'uomo a trascendere. Inizialmente l'esistente si trova in contatto con il mondo che rappresenta un'infinità di oggetti esistenti e dati e da questa moltitudine e situazione disorganizzata viene a definirsi l'orientazione filosofica del mondo circoscritta in un orizzonte che è quello del soggetto che pensa. Jaspers, attento al significato della storia della filosofia, vede nell'idealismo e nel positivismo i due tentativi fatti nel'Ottocento per cercare di comprendere completamente il mondo superando il punto di vista del soggetto conoscente. Entrambi questi tentavi - che si risolvevano nella visione dell'assoluto l'uno, e nella onnicompresività scientifica l'altro - vengono visti da Jaspers come tentativi di determinare in maniera dogmatica l'orietazione filosofica del mondo[3].

Il tentativo di comprendere il mondo si risolve in uno scacco e in questo modo il pensiero giunge alla chiarificazione dell'esistenza. Questo passaggio vede l'esistente utilizzare i mezzi che gli sono propri per definire la sua situazione. La decisione è il fulcro delle possibilità dell'esistente per Jaspers che tentando le strade dela trascenenza cerca di non ridursi a mero esserci. Io stesso, comunicazione, storicità, volontà, libertà, situazioni-limite (situazioni che sono così necessariamente, come il dolore, la morte, sono definite dal'autore come l'esistenza stessa[4]), coscienza assoluta, azioni incondizionate e l'esistenza della soggettività nell'oggettività sono i temi trattati nel libro secondo del testo.

L'ultima parte dell'opera metafisica si presenta come la descrizione del rivolgersi dell'esistente alla trascendenza nelle situazioni-limite. La metafisica è questa operazione: il rivolgersi a qualcosa che ci rende consci della nostra finitezza. Proprie della trascendenza sono le cifre ovvero i significati dei simboli del linguaggio attraverso il quale la trascendenza stessa si manifesta all'uomo. Il testo conclude con la Lettura della scrittura cifrata e con L'essere nel naufragio per l'esistente. Viene in questo modo aperto un dialogo della filosofia con la religione

  1. ^ K.Jaspers,"Il senso di questo libro", in Filosofia
  2. ^ U. Galimberti, "Introduzione" all'op. cit.
  3. ^ K. Jaspers, "La lettura della scrittura cifrata", Libro III op. cit.
  4. ^ K. Jaspers, Sezione III, cap. VII, op. cit.